Sono quattro le regioni dove si giocherà la partita decisiva per il governo del Paese. Si tratta di Campania, Sicilia, Lombardia e Veneto dove, a seconda dei risultati del voto per il Senato, si deciderà chi governerà il Paese. Il Sole-24-Ore ha pubblicato i dati dell’istituto di ricerca Ipsos, secondo cui in Lombardia, Campania e Sicilia è in corsa un testa a testa tra Pier Luigi Bersani e Silvio Berlusconi. Situazione simile in Veneto, dove l’accordo tra Lega e Pdl fa sì che la sfida sia sul filo di lana. La conseguenza è che il centrosinistra può contare su una maggioranza relativa al Senato, ma non ha i numeri per governare. Anche se Bersani vincesse in tutte le Regioni, inclusa la Campania, perdendo il premio di maggioranza in Lombardia e Veneto non potrà contare sul 50% dei senatori a livello nazionale. La situazione che si creerebbe sarebbe simile a quella del 2006, quando Prodi vinse le elezioni ma si trovò in balia delle assenze per malattia dei senatori a vita. Secondo Ipsos in particolare la lista arancione di De Magistris a Napoli sarebbe all’11,2%, sopra quindi la soglia di sbarramento dell’8% valida al Senato. Bersani è al 30,5% contro il 28,5% di Berlusconi, e quindi la vittoria del Pd è tutt’altro che scontata. Tenuto conto che in Campania sono assegnati 29 seggi per il Senato, di cui 16 a chi vince e 13 alle altre liste, se il Pdl dovesse superare il Pd a livello regionale metterebbe in difficoltà le tenuta dell’intera maggioranza nella prossima legislatura. Ilsussidiario.net ha intervistato Nicola Piepoli, presidente dell’Istituto Piepoli.



Come andrà a finire nelle quattro regioni chiave, Campania, Lombardia, Sicilia e Veneto?

I risultati nelle quattro regioni chiave sono quelli indicati da Ipsos su Il Sole-24 Ore due giorni fa. Che poi siano di due punti in più o due punti in meno conta poco, l’importante è la tendenza.

Monti è in rimonta, riuscirà a insidiare Bersani?



Monti è la terza forza, al massimo può diventare la seconda se Berlusconi crolla ancora un po’. Bersani però è leader a livello assoluto, l’unico aspetto ancora incerto è se otterrà la maggioranza assoluta ovunque oppure no.

Non è un dettaglio marginale però, perché senza maggioranza assoluta non si governa …

Per noi ricercatori è un dettaglio assolutamente marginale. Bersani ha già vinto, se poi governerà o meno dipenderà da lui. Può contare su 340 deputati, di cui conosce nome, cognome e soprannome perché le liste le ha chiuse ieri. Inoltre, ha quasi la maggioranza assoluta dei senatori. Che cosa vuole di più dalla vita per un ex comunista?



 

E quindi?

 

Quanto sia forte Bersani in questo momento lo si vede di più dalle singole Regioni, che non da una ricerca a livello nazionale. Noi sondaggisti siamo incerti nell’assegnazione dei singoli seggi alla Camera, ma sono dettagli insignificanti rispetto al fatto che Bersani ha già vinto.

 

Quanto conterà Sel nella nuova coalizione?

 

Comunque vadano le cose, Bersani avrebbe il 54% dei deputati, anche se il Pd da solo ottenesse il 27%, il 30%, il 32%, il 33%, il 35% o il 40% dei voti. E’ indifferente perché la legge elettorale gli garantisce 340 deputati a scatola chiusa. I politici di centro e centrodestra dovrebbero fare i conti con il Porcellum. C’è poi qualche variabilità tra i senatori, ma è l’unica incognita e in fondo un po’ di suspense ci vuole nella vita. Lei cosa ne dice?

 

Dico che, visto quanto è avvenuto nelle precedenti legislature da quando esiste il Porcellum, mi stupirebbe se chi vincerà le elezioni dovesse riuscire a governare per i prossimi cinque anni.

 

La mia previsione è che una maggioranza in grado di governare ci sarà, perché l’Italia ha sempre avuto uno stellone che l’ha protetta, anche quando era divisa in due all’epoca della guerra.

 

Berlusconi invece quanti voti prenderà?

 

Berlusconi è in caduta libera, continua a precipitare, anche se proclama urlando di essere al 40%. E potrebbe finire terzo dopo Monti, che invece sta risalendo.

 

Davvero lei ha fatto in tempo a vivere personalmente la guerra?

 

Io sono del 1935 e quindi ho visto la guerra, ho visto l’Italia divisa in due e mio padre che era meridionale piangere per quanto stava avvenendo al nostro Paese. A Novara, dove mi trovavo, ho visto diversi morti, uccisi sia dai partigiani sia da chi stava con Mussolini.

 

(Pietro Vernizzi)