Alessio De Giorgi, direttore di Gay.it, ha deciso di ritirare dopo neanche una settimana la propria candidatura al Senato nella lista “Con Monti per l’Italia” in Toscana. Una decisione, spiega lo stesso imprenditore in un lungo comunicato pubblicato sul sito che dirige, “presa non senza molte difficoltà di coscienza, vista la denigratoria campagna mediatica portata avanti in questi giorni ai miei danni soprattutto da Libero e da altri giornali ed emittenti”. Una campagna che ha voluto denunciare, “spacciandoli per reati – scrive ancora De Giorgi – attività assolutamente lecite svolte dalle società di cui ero prima amministratore avendo dato le dimissioni proprio a causa del mio impegno in campagna elettorale ed adesso socio al 20,4%: attività di cui non mi vergogno minimamente, tant’è che non ho avuto problemi e/o imbarazzi a parlarne e a “giustificare” quelle che per un imprenditore quale sono altro non sono che fonti di reddito per sé ed i suoi soci”. Di recente il programma radiofonico “La Zanzara” aveva anche rivelato che l’imprenditore gestiva alcuni siti internet di escort gay, successivamente resi irraggiungibili dallo stesso De Giorgi: “Se peraltro ho deciso ieri pomeriggio di oscurarli – spiega – l’ho fatto non certo per autocensura o perché voglia vergognarmi di scelte prese molti anni fa, ma per evitare che tali scelte potessero essere ulteriormente strumentalizzate. Nei giorni precedenti, peraltro, la mia persona era stata oggetto del medesimo disegno diffamatorio, prendendo a pretesto alcune foto che mi ritraevano insieme a drag queen all’interno di alcune discoteche gestite da società di cui sono socio e in pose ed espressioni che non riesco a capire come possano essere oggetto di critica in base ad una presunta morale comune”. Inoltre, aggiunge De Giorgi, “è stata ricordata una inchiesta giudiziaria che vede coinvolta la società che gestisce il locale Mamamia di Torre del Lago, di cui sono socio, che mi vede indagato per reati che non rientrano minimamente nelle fattispecie previste dal D. Lgs. 235 del 2012 né che rendono incompatibile la mia candidatura all’interno della lista, regolata da un codice etico ben più restrittivo del succitato decreto. Infine, vergognosamente si è utilizzata una vicenda di cui sempre la società del Mamamia è stata vittima anni fa, a causa di un hackeraggio da parte di ignoti che sul forum del suo sito internet avevano postato materiale pedopornografico con una palese nostra estraneità al tutto”. 



Insomma, De Giorgi si sente “vittima di un tritacarne vero e proprio, che ha cercato ed è riuscito a scandagliare in profondità ogni mia attività imprenditoriale, con una intensità inaudita e non applicata a nessun altro candidato della prossima competizione elettorale. Il disegno è evidentemente stato messo in atto per mettere in difficoltà il Senatore Monti e la sua lista, tentando di mettere in evidenza presunte contraddizioni, in base ad un non meglio specificato senso comune, sia all’interno della lista Scelta Civica sia all’interno della coalizione, attuata forse per coprire mediaticamente ben altre contraddizioni in liste vicine ai giornali che hanno portato avanti questa campagna”. Una operazione, questa, “che ha puntato i riflettori sulla mia persona e ha spostato completamente l’attenzione sia da una costruttiva campagna elettorale incentrata sui reali bisogni di questo paese che sono ben altri, sia da una discussione serena e non ideologica sui temi dei diritti a me così cari e proprio in nome dei quali è stata chiesta la mia candidatura”.

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