Come tutti i politici in campagna elettorale, secondo una prassi ormai consolidata, anche Mario Monti ha promesso, in caso di vittoria del suo schieramento elettorale, un abbassamento dell’imposizione fiscale. Intervenendo in diretta a Radio Anch’io su Radio Uno, ha dichiarato, addirittura, che ridurre le tasse rappresenterà la sua prima misura. Nella sua agenda, non a caso, è già stato inserito il taglio del fisco di un punto percentuale per tutto il 2013. D’altro canto, la legge di stabilità approvata di recente, l’ultimo atto significativo del Parlamento in carica, prevedeva di «ridurre la tassazione che grava sul lavoro, sui lavoratori e sulle imprese, e parallelamente ridurre la spesa». Il premier si è detto, inoltre, convinto del fatto che dalla crisi ne siamo praticamente usciti. Usando una metafora ha detto di vedere la luce in fondo al tunnel e che, probabilmente, il tunnel non cadrà sulla testa dell’auto prima che imbocchi l’uscita. L’accelerazione del processo dipenderà non tanto e non solo dagli sforzi italiani, quanto dall’andamento dell’economia mondiale. In tal senso, Monti ha spiegato che quanto fatto dall’amministrazione Obama in merito al Fiscal Cliff toglie un’incertezza. Non resta che sperare, ha aggiunto, che il presidente francese Hollande faccia da sponda all’Italia per costituire un asse robusto volto alla crescita. Il premier dimissionario ha proseguito affermando che la crescita un obiettivo possibile, specialmente se le forze riformiste si riuniranno insieme. «Ora la distinzione fondamentale é tra chi vuole cambiare il Paese e chi a sinistra, mi riferisco a Vendola e a Fassina, e a destra, si oppone a questo cambiamento», ha chiosato. Parlando di Berlusconi, poi, ha detto che l’ex premier avrebbe usato contro di lui armi improprie, quali i valori della famiglia. «Berlusconi mi confonde sul piano logico e a tratti sul piano dell’eccessivo elogio. In altri momenti mi ha offerto di prendere la guida del fronte dei moderati. Poi ha detto che il governo ha fatto solo disastri. Spero gli elettori siamo meno confusi di me», ha, infine, ironizzato.
Rispetto all’ipotesi di una commissione parlamentare d’inchiesta, si è limitato a liquidare la questione con un «ben venga». Infine, a chi gli ha chiesto l’orientamento della nuova aggregazione centrista in merito ai temi etici, si è limitato a dire che ci sarà, in Parlamento, libertà di coscienza.