Pare che, alla fine, il braccio di ferro tra Berlusconi e Alfano da una parte, e Nicola Cosentino dall’altra, si sia risolto in sfavore di quest’ultimo. Sembra che non sarà ricandidato in Parlamento. Era tra i nomi maggiormente ritenuti impresentabili, necessariamente da escludere dalla competizione per dare un minimo di credibilità all’operazione liste pulite, alla promessa di rinnovamento, e al cosiddetto partito degli onesti tanto decantato da Alfano. Già Dell’Utri e Scajola hanno fatto un passo indietro. Anche Marco Milanese si è defilato. «Preso atto delle polemiche pretestuose che la mia candidatura pone al partito ribadendo la necessità che venga sempre affermata per tutti la presunzione di non colpevolezza prima di una sentenza definitiva di condanna, pur considerando che nei miei confronti non ne è intervenuta neanche una di primo grado, comunico di aver ritirato sin da domenica la mia candidatura dalle liste del Pdl al fine di evitare ogni strumentalizzazione delle mie vicende giudiziarie», ha dichiarato. Avrebbe compiuto un gesto analogo anche Nicola Cosentino, l’ex sottosegretario all’economia. Nonostante, in precedenza, fosse trapelata la voce di un suo eventuale ricatto. Cosentino, infatti, avrebbe giurato che, se non lo avessero ricandidato, destinandolo di fatto alla galera (dato che su di lui pesa un provvedimento di custodia cautelare che finora non è stato ancora applicato perché il Parlamento non ha dato l’autorizzazione a procedere) avrebbe sfasciato il partito. Facendo cadere numerose giunte locali, obbligando i sui – che sarebbero moltissimi – a lasciare il Pdl. Consegnando, così, la vittoria al Pd. Nel tardo pomeriggio, era circolata la voce secondo la quale Cosentino, come rappresaglia per l’esclusione, se ne fosse andato con in mano l’originale delle liste per la Camera della Campania. Per il Pdl, l’episodio avrebbe potuto rappresentare una tragedia. Sarebbe stato necessario ricontattare tutti i candidati per raccogliere nuovamente le loro firme in fretta e furia. Si diceva che molti candidati che si trovavano in giro per l’Italia sono dovuti piombarsi a Napoli per firmare nuovamente. Tuttavia, il Pdl ha smentito l’ipotesi con un comunicato: «La notizia relativa a una presunta sparizione delle liste elettorali della Campania è destituita di fondamento».



Nella nota si legge che «tutta la documentazione è nelle mani del commissario regionale della Campania, senatore Francesco Nitto Palma, che sta provvedendo al deposito». Nitto Palma, quindi, sarebbe arrivato presso la Corte d’Appello attorno alle 18. 

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