“Il ritorno di Vasco Rossi è una bellissima notizia”: così scrive Pierluigi Bersani sul suo account twitter. Al commento, fa seguire il link diretto al video della nuova canzone di Vasco, “L’uomo più semplice” resa disponibile proprio ieri. Immediati i primi commenti critici, di chi non è d’accordo sull’uso e sull’accostamento fra musica e politica. I casi in questo senso si sprecano: lo stesso partito di Bersani sta utilizzando come inno della propria campagna elettorale una nuova canzone di Gianna Nannini intitolata “Inno” e forse scelta proprio per questo titolo così particolare. Bersani poi ha anch epostato sul suo canale Youtube un video che lo vede in machcina mentre ascolta a manetta la nuova canzone. Va detto a onore di Bersani che è un grande fan di Vasco da sempre, già in passato ad esempio aveva utilizzato una frase del cantante modenese durante un comizio: “Io sono qua” aveva detto. Nel 2009 poi in occasione delle primarie del Pd la sua fonte di ispirazione ufficiale, aveva detto, era stata una canzone di Vasco Rossi, Il senso, che evidentemente gli aveva portato fortuna. Inoltre i due da emiliani entrambi si conoscono di persona e durante la recente lunga malattia di Vasco, Bersani non aveva fatto mancare i suoi auguri personali. Secondo l’Unità i due avrebbero litigato però, in occasione dei referendum sul nucleare e sulla privatizzazione dell’acqua, qualche tempo fa, perché su posizioni opposte. Dunque niente di male a postare il link alla nuova canzone di Vasco Certamente no anche se in piena campagna elettorale forse un politico dovrebbe evitare certi post. Si fanno con le buone intenzioni, ma è ovvio che si cerca anche di conquistare la simpatia delle migliaia di fan dell’artista in questione, come dire: guardate, anche io sono fan di Vasco Rossi. La storia di questo tipo di sfruttamento è antichissima, cominciò più o meno negli anni ottanta quando Ronald Reagan in campagna elettorale si dichiarò durante un comizio fan di un disco di Springsteen (Nebraska) per riceve da parte dello stesso Springsteen un commento acidissimo: non so se ha mai ascoltato quel disco, disse. Pochi anni dopo sempre Springsteen fu vittima di un nuovo caso quando sia i candidati democratici che quelli repubblicani cercarono di impossessarsi di una sua canzone, Born in the Usa, come inno elettorale, ricevendo il divieto di farlo. In Italia è noto il caso di Francesco De Gregori e della sua Viva l’Italia che i socialisti di Craxi che gli ex missini cercarono di usare come inno elettorale, ricevendo anche loro il divieto di farlo. Invece La canzone popolare di Ivano Fossati fu data agli allora Ds come inno ufficiale.