Anche la lista di Antonio Ingroia, Rivoluzione Civile, nata sull’onda dell’antipolitica, ma per cavalcarla politicamente, presentatasi come innovazione salvifica, sconta le classiche lotte intestine e divisioni tipiche di tutti i partiti. Le liste della coalizione capeggiata dall’ex pm di Palermo, titolare dell’inchiesta sulla trattativa tra Stato e mafia, sono state compilate, a detta di militanti e simpatizzanti, nel peggiore dei modi possibili. Peggio del porcellum, la legge elettorale invisa all’intera politica ma rimasta invariata perché, in fondo, conveniente per tutti, Ingroia ha saputo fare l’“Ingroiellum”, a quanto, almeno, sostiene il popolo dei social network. Il fatto è che, attraverso un sistema di quote e spartizioni, è andata a finire che i partiti che compongono la lista (Comunisti Italiani e Rifondazione Comunista, oltre ad Azione Civile, Rete 2018, Movimento Arancione, IdV e Verdi) dovranno rimanere pressoché a bocca asciutta. Si calcola che se tutto andrà per il meglio, se la lisa, cioè, prenderà attorno al 4%, in modo da poter entrare alla Camera, prenderà al massimo una ventina di deputati. Molti dei quali saranno in quota Ingroia. Secondo un calcolo dell’Huffingtonpost 4 dovrebbero andare all’Idv, 3 al Prc, 2 al Pdci 2 Verdi, 4 tra De Magistris e Leoluca Orlando e 6 a Ingroia. A quest’ultimo dovrebbero andare Giovanna Marano, Flavio Lotti, l’ex grillino Giovanni Favia, Ilaria Cucchi e Franco il figlio di Pio La Torre, il poliziotto Claudio Giardullo, e Arcangelo Ferri. L’Idv dovrebbe riuscire a esprimere oltre al leader Antonio Di Pietro, Maurizio Zipponi, e Fabio Giambrone; se la coalizione prenderà più del 4%, il partito di Di Pietro potrebbe eleggere anche Ivan Rota, Ignazio Messina e Pierfelice Zazzera. Rifondazione potrebbe esprimere oltre al segretario Paolo Ferrero, Claudio Grassi e Augusto Rocchi. Il Pdci potrebbe portare a Montecitorio Orazio Licandro e Manuela Palermi (al Senato sarà eletto Diliberto). I Verdi, invece, eleggeranno Angelo Bonelli e Stefano Leoni. In quota De Magistris, infine, oltre a lui stesso, ci sono Alberto Lucarelli e Anna Falcone.
E pensare che sul sito della neonata lista si legge: «Noi di Rivoluzione Civile abbiamo preparato le nostre liste basandoci sui due cardini che ispirano tutta la nostra politica. Il primo è dare voce e portare nelle istituzioni l’Italia migliore, quella che crede nell’onestà e nella giustizia sociale. Il secondo è la scelta di intrecciare l’esperienza dei movimenti, delle associazioni e dei singoli cittadini con quella della“buona politica”, che in questi anni ha difeso la democrazia e la dignità delle istituzioni».