La governabilità al Senato è a un passo, almeno secondo i sondaggi sulle elezioni 2013. A un passo, certo, ma anche nel caso in cui dovesse avverarsi dovrebbe fare i conti con basi poco solide e con conseguenti e inevitabili alleanze. Al Partito Democratico, secondo una recente rilevazione dell’istituto Tecnè per Sky, mancherebbe un solo punto per ottenere l’autosufficienza a Palazzo Madama, un solo punto per raggiungere quel “numero magico” di 158 seggi. A fare la differenza, come conferma in questa intervista per IlSussidiario.net il noto sondaggista Renato Mannheimer, saranno quelle regioni considerate strategiche per poter ottenere la maggioranza al Senato. A cominciare dalla Lombardia, che assegna il maggior numero di seggi (49 in tutto, 27 alla coalizione più votata) e dove, secondo la stessa rilevazione, il Pd sarebbe in lieve vantaggio: centrosinistra al 32,9% e centrodestra al 31,4%, seguiti da Monti e il M5S a quota 13%. Al momento, invece, la coalizione PD-Sel uscirebbe sconfitta da Veneto e Sicilia, altre due regioni in bilico.



Mannheimer, ci conferma quanto rilevato da questo recente sondaggio?

Il Partito Democratico ha subìto un lieve calo negli ultimi giorni e per quanto riguarda il Senato tutto dipenderà dalle regioni più importanti. Al momento è molto difficile fare una previsione proprio perché alcune regioni sono in bilico, come la Lombardia, quindi se per ipotesi il centrodestra riuscisse a conquistare il Veneto, la  Lombardia e la Sicilia, la maggioranza in Senato per il centrosinistra non ci sarebbe di certo.



Quanto è sceso il consenso nei confronti del Partito Democratico dopo lo scandalo Monte dei Paschi?

Il caso Mps deve ancora manifestare i suoi veri effetti, ma negli ultimi giorni il Pd ha comunque perso 1-2 punti percentuali.

Bisogna dire che, anche se dovesse essere raggiunta, una maggioranza che si fonda su un punto non sarebbe proprio stabile…

E’ senza dubbio così. Proprio per questo è certo che il Partito Democratico dovrà comunque ricorrere ad alcune alleanze. Più avanti vedremo cosa bolle in pentola.

Il Pdl invece è ancora in crescita?

In realtà il recupero del Pdl è andato avanti fino a metà gennaio, dopo di che sembra essersi arrestato. Nei prossimi giorni vedremo se continuerà o se effettivamente sta subendo una battuta d’arresto.



Cosa può dirci invece della lista Monti?

La crescita della lista Monti non si è fermata e il partito del premier continua a viaggiare intorno al 15%. Molto dipenderà quindi da che parte sposteranno la propria preferenza gli indecisi.

Quale forza politica crede che al momento stia portando verso di sé la fetta più grande di questa parte di elettorato?

E’ ancora molto difficile dirlo. Gli indecisi, essendo tali, sceglieranno chi votare solo all’ultimo momento sulla base delle varie campagne elettorali e di quanto visto e sentito dire dai vari leader politici. A fare la differenza saranno dunque le diverse strategie comunicative degli schieramenti.

Fino a poco tempo fa sembrava che il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo stesse perdendo qualcosa. E’ ancora così?

No, Grillo è in rimonta e attualmente si attesta intorno al 12-13%. Inoltre il Movimento 5 Stelle potrebbe anche approfittare degli scandali a cui stiamo assistendo in questi giorni, soprattutto se gli altri partiti non riusciranno a rispondere adeguatamente e in modo propositivo.

 

(Claudio Perlini)