Campagna elettorale già in pieno svolgimento: la domanda che si fanno tutti è ovviamente che cosa potrà portare a casa “l’ultimo arrivato” in termini di voti. Stiamo parlando di Mario Monti, l’outsider di una campagna elettorale che ha stravolto un po’ i piani dei principali contendenti, quel Berlusconi e quel Bersani che fino a ieri erano i sostenitori della maggioranza di governo guidata appunto da Monti. Schierandosi decisamente al centro, Monti sembra voler spezzare quel bipartitismo che viene invece ancora incarnato da centrodestra e centrosinistra. Nicola Piepoli, fondatore e direttore dell’omonimo istituto di sondaggi, contattato da Ilsussidiario.net, svela l’attuale consistenza elettorale di Monti: “Siamo al 12% per quanto riguarda la lista Monti al Senato” dice. Al Senato infatti ci sarà una lista unica, mentre alla Camera si presenteranno le liste singole di quelle formazioni che sostengono Monti e cioè Udc, Futuro e libertà e Montezemolo.
“Tenendo conto che questo 12% arriva in parte da Udc, in parte da Futuro e libertà e in parte è di nuovo conio, cioè fa riferimento diretto a Monti, riteniamo di dare un 12% di preferenze anche alla Camera, pur sapendo bene che si tratta di circa due milioni e mezzo di voti in più rispetto al Senato” spiega Piepoli.
Esaminando invece il quadro generale dei vari partiti o coalizioni in vista del voto di febbraio, Piepoli spiega quelli che definisce i quattro numeri magici: “In questo momento i numeri magici sono quattro: 30% per il centrodestra, 12% per il centro, 42% per il centrosinistra e 16% ai dispersi”. Dispersi che secondo Piepoli “sono quei partiti come il M5S e quei partiti in cui arrivano Ingroia, la sinistra massimalista. E’ un’area che tocca il 16%”. Un centrosinistra dunque che nonostante la “minaccia Monti” sembra dirigersi sempre più spedito verso la vittoria finale e al cui interno, spiega Piepoli, ci sono queste percentuali: “Il Pd ha il 33% dei consensi, Sel tocca il 6% e altri partiti di sinistra il 3% scarso”.
Sul fronte opposto invece c’è curiosità per la nuovissima formazione lanciata poco prima di Natale da Ignazio La Russa insieme a Guido Crosetto e Giorgia Meloni e che raccoglie gli ex An scontenti della candidatura di Berlusconi: “Siamo davanti a percentuali molto basse, introno al 2%” dice Piepoli. Un 2% che Piepoli dà anche a un’altra formazione, Intesa Popolare, costituita da un agglomerato di esponenti cattolici presieduto da Giuseppe Trieste e promosso dall’onorevole Giampiero Catone (già nel Pdl, poi passato a Futuro e libertà e da qui al gruppo misto). Più presente al sud Italia che al nord.
Secondo Piepoli, parlando ancora di destra, quella di Storace sembra raccogliere al momento più consensi di Fratelli d’Italia con un 3%. Storace poi va particolarmente bene nel Lazio in cui ha una lunga storia di presenza politica: “Dopo l’episodio della nascita di Fratelli d’Italia, Storace sta raccogliendo consensi nel centrodestra tanto che nel Lazio si sta indebolendo, a suo vantaggio, anche il Pdl, che oggi scende al 17%”.
In Lombardia invece, dice ancora Piepoli, permangono i dati che si conoscono, con un centrodestra piuttosto debole con o senza alleanza con la Lega: “Quello che converrà alla Lega lo sanno solo loro, per quanto riguarda i sondaggi noi abbiamo la Lega al 6% e un Pdl al 17%. Uniti o no, presentano dunque dati piuttosto deboli, non in grado di contrastare il centrosinistra”.