Può anche darsi che mentre si litiga tra il “nuovo centro” e la destra, per ottenere la leadership dell’area moderata dell’elettorato italiano, a sinistra, nel centrosinistra, le cose si stiano sistemando in previsione di una vittoria alla Camera e forse anche di un risultato positivo che si può ottenere al Senato. I sondaggi registrano, al momento, variazioni sull’area occupata da Beppe Grillo e il suo movimento: è in regresso. Alcuni esperti assegnano una “forchetta” alta all’area dei centristi sponsorizzati da Mario Monti, ma altri vedono una percentuale ancorata intorno al 12%. Di fronte ai nuovi soggetti politici, resta il bacino del centrosinistra, valutato al di sopra del 40% e quello del centrodestra, quotato sopra il 30%.
Naturalmente sono tutte stime da verificare al momento giusto, a urne aperte e a voti contati. Ma è evidente che in questo momento Pier Luigi Bersani, con il Pd e il centrosinistra nel suo insieme, sia favorito e stia cominciando a pensare all’assetto futuro del suo partito e a quello di un possibile assetto equilibrato di governo tra le varie componenti della sinistra. Ieri c’è stato un incontro tra Bersani e Matteo Renzi. Poco dopo, l’ala sinistra del centrosinistra, Nichi Vendola con la sua Sel, ha presentato i suoi candidati e ha invitato Bersani a dialogare con la lista di Antonio Ingroia.
Come si sta muovendo, in definitiva, la sinistra all’inizio di questa campagna elettorale che si prefigura già convulsa e complicata almeno per i toni che vengono usati? Peppino Caldarola, anima storica della sinistra italiana, grande giornalista ed ex deputato dei Ds nel 2001, cerca di fare il punto della situazione dopo questo periodo di “primarie” anche parlamentari.
Che cosa ne pensa dei rapporti interni al Partito democratico, soprattutto tra Matteo Renzi e Bersani?
Mi sembra che stiano funzionando, che stiano andando bene, In concreto, si può dire che dopo la battaglia delle “primarie” per la candidatura a premier, Renzi non abbia creato alcun problema a Bersani. Il segretario del Pd ha il problema di non restare troppo schiacciato su posizioni di sinistra. Ha tutta l’intenzione di presentarsi come una sorta di partito burocratico che ha sistemato le cose al suo interno e chiude la porte ai problemi di rinnovamento e anche di recupero. In questo, Renzi può essere, ovviamente, molto utile.
Che prospettive si aprono per il sindaco di Firenze?
Io credo che già nell’incontro abbastanza informale di oggi abbiano trovato qualche accordo di massima. Per Matteo Renzi si apre la prospettiva di un posto nel governo di centrosinistra. Ma è possibile che si apra anche la prospettiva di diventare il segretario del Pd. Non è da escludere perché, in questo modo, Bersani a Palazzo Chigi si riserverebbe un retroterra di partito molto aperto a una serie di elettori che sono stati coinvolti o interessati alla linea innovativa di Renzi. E in questo modo Bersani correggerebbe l’immagine di un partito troppo a sinistra.
Come si presenterà il gruppo parlamentare?
La geografia del gruppo parlamentare sarà molto differente. La quota di “veltroniani” e quella che fa riferimento a Franceschini mi pare ridotta all’osso. C’è un grande “corpaccione” bersaniano e la possibilità che Renzi si aggiudichi una quota di parlamentari tra il 20% e 25%.
Si possono individuare un paio di sinistre all’interno dello schieramento di Bersani, quella di Vendola e quella di Stefano Fassina, che non risparmia critiche alla cosiddetta “agenda Monti” ed è molto attivo nel dibattito sulle scelte di politica economica.
Fassina è un bersaniano di sinistra, se dobbiamo catalogarlo. Un bersaniano che gioca poi anche una sua partita personale. In quanto a Nichi Vendola credo che si stia calando nella parte di “copertura a sinistra” di Bersani, ma poi abbia un obiettivo di governo.
In che senso?
Nichi Vendola è diverso da Fausto Bertinotti. Molto probabilmente si muoverà come si è mosso nella “regionali” in Puglia: alzerà in campagna elettorale il suo tono di sinistra, poi governerà come sta facendo adesso. In questo senso si deve inquadrare la conferenza stampa di Vendola, la provenienza dei suoi candidati, l’apertura a un dialogo con Ingroia. Poi dovrebbe prevalere la ragionevolezza politica di un possibile candidato alla vicepresidenza del Consiglio.
Ci sono altri recuperi da fare, da parte di Bersani. Penso a Massimo D’Alema.
Credo che Bersani stia affrontando il problema. In un governo da lui presieduto D’Alema potrebbe anche avere un posto di primo rango.
Come vede le possibilità della sinistra alla luce dei sondaggi?
In questo momento mi sembrano buone. Alla Camera il centrosinistra dovrebbe vincere. Ma, stando ai sondaggi, soprattutto a quelli di tre grandi regioni meridionali, il centrosinistra potrebbe farcela anche al Senato, indipendentemente dal risultato della Lombardia. Stiamo a vedere.
(Gianluigi Da Rold)