“Rai 3 fa cag…” e la Gabanelli, anzi, “la Gabbanelli” (con due “b”),“sembra la Bindi”. Questo il tweet inviato ieri dal profilo @berlusconi2013, curato da coloro che si sono definiti “volontari digitali” a sostegno di Silvio Berlusconi. Pochi giorni dopo le polemiche e i sospetti legati al numero dei “follower” del Cavaliere, salito in sole 24 ore da 7 mila a oltre 70 mila, finisce adesso nel centro del dibattito questo nuovo breve post che, dopo aver attaccato Rai e Report, continua: “Servi della sx e delle banche… Le porcate della sinistra mai eh? #schifo #tipisinistri”. Il messaggio è stato presto cancellato ma dallo “staff” del profilo Twitter viene addirittura tentata una smentita, comunicando che in realtà la frase non è stata mai scritta: “Bene adesso fanno anche i fotomontaggi non ci stupisce più niente (staff)”. E ancora: “La verità è una, che ad alcuni non piace che su tw ci sia un profilo legato alla campagna elettorale di #Berlusconi e cercano di screditare”. Il tweet finito al centro delle polemiche era però già stato immortalato da numerosi utenti e stava già facendo il giro della rete. E mentre si cercava di far luce sull’origine del post, molti utenti del Web hanno cominciato a scherzarci sopra per diversi motivi: innanzitutto la doppia “b” con cui è stato scritto il cognome della giornalista e conduttrice di Report, Milena Gabanelli, e poi perché ieri sera non andava in onda su Rai Tre il noto programma d’inchiesta ma un’altra trasmissione, “Presa Diretta” condotta per altro da Riccardo Iacona. Non è comunque la prima volta che i profili Twitter di personaggi politici generano animati dibattiti: l’ultima volta è toccato a quello di Mario Monti, i cui follower, secondo quanto scritto recentemente da “Libero”, sarebbero in gran parte fasulli, cioè creati ad hoc solo per far crescere il numero, ma non realmente associati a persone esistenti. Il quotidiano, infatti, osservando i profili di chi segue l’attività Twitter del premier uscente, ha notato che decine di questi non presenta alcuna foto, né messaggi scritti sulla propria pagina e neanche altri following o follower, il che potrebbe effettivamente far nascere dei dubbi.
E’ poi toccato a Berlusconi, i cui follower sono aumentati nel giro di un solo giorno di circa 70 mila unità. Troppi? Difficile da dire, ma resta il fatto che la questione dei profili Twitter gonfiati non è certamente nuova e continuerà anche in futuro a coinvolgere personaggi politici, dello spettacolo e aziende.