“Con l’Inps e con il ministero degli Esteri stiamo studiando la possibilità di recuperare, da parte degli immigrati che tornano nel loro Paese d’origine, i contributi versati per la pensione”. E’ questa la nuova misura annunciata di recente dal ministro dell’Integrazione Cécile Kyenge per combattere il lavoro nero. Un provvedimento del genere, ha spiegato la responsabile del dicastero, porterebbe vantaggi non al solo al migrante, che uscirebbe così “dall’invisibilità”, ma anche allo Stato italiano “che beneficerebbe dei contributi versati dai lavoratori stranieri”. Se un migrante, quando torna nel suo Paese, sa che può usufruire della pensione, “non ha interesse a lavorare in nero, quindi è anche un modo per combattere l’illegalità”, ha detto la Kyenge. Immediate le proteste della Lega Nord, a cominciare da Matteo Salvini che su Facebook scrive: “La Kyenge vorrebbe che gli immigrati, che ritornano al loro Paese dopo aver lavorato in Italia, possano ritirare la pensione o i contributi. Brava la sciura Kyenge! E chi se ne frega degli esodati, degli autonomi e delle casalinghe italiane, tutta gente che ha versato un bel po’ di contributi mai più visti”. Altrettanto negativo il giudizio di Mario Borghezio, deputato della Lega al Parlamento europeo: “Anche se la prospettiva di vederne ritornare il più possibile a casa loro non mi dispiace, penso però che se il Governo Letta approverà una misura del genere imboccherà una via molto pericolosa. Ci sarebbe da domandarsi se la demagogia della Kyenge troverà un limite, ma, guardando in faccia Letta, sorge il dubbio…”.



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