Non è del tutto chiaro se il Pdl si stia sbriciolando o ricomponendo sotto il comando di un Berlusconi che ha, probabilmente, qualche vita in più delle “sette come i gatti”. «Se mi accoltellano scateno la crisi» non riflette esattamente il sentimento che ci si aspetto da un morto (politicamente) che cammina. Certo, può anche darsi che stia semplicemente bluffando per rinviare a oltranza il voto dell’Aula sulla propria decadenza, dopo che la Giunta per le elezioni del Senato si è espressa a favore. E che i ministri del Pdl, alla fine, potrebbero ritenere più vantaggioso non rifiutarsi di eseguire l’eventuale ordine di rassegnare le dimissioni, se il Senato decidesse che Berlusconi non ne fa più parte. Secondo Carlo Giovanardi, in ogni caso, bisogna partire da un presupposto: la scissione è già in atto.



Cosa sta succedendo nel suo partito?

Bisogna capire a che partito si riferisce.

Al Pdl?

Allora, chiariamo come stanno le cose: la sede del Pdl è stata chiusa, ne è stato annunciato l’azzeramento dei vertici; contestualmente, è stata annunciata la nascita di Forza Italia e ne ne è stata aperta la sede in San Lorenzo in Lucina. Io ho fatto presente che in Forza Italia non ci voglio andare. Perché intendo restare all’interno di una formazione che si collochi nel Partito popolare europeo, e che operi realmente sul territorio.



E Forza Italia che cos’è?

E’ un partito che, come ha legittimamente detto la Santanché, ha un capo, a cui non importa nulla di congressi, tesseramenti, eccetera. Ecco, a noi, un partito del genere, non va bene. Va bene, oltre alla Santanché, a Bondi, Verdini, Capezzone e Galan. Ma a noi no.

“Noi”, chi?

Anzitutto, i ministri del Pdl, i 23 parlamentari che hanno firmato la mozione di sostegno al governo Letta, molti altri deputati e senatori, e io.

E Alfano?

Deve ancora sciogliere la riserva.

Scusi, ma l’idea di conquistare il Pdl, e renderlo popolare, europeo ecc..?

Ma no, le ripeto: da quando è stata rifatta Forza Italia, ci sono due partiti. Quale partito dovrebbe conquistare Alfano? Tanto più che, da 3 settimane a questa parte, non c’è stato giorno in cui Fitto e i cosiddetti lealisti non abbiano fatto polemica; sono, inoltre, 20 giorni che continuano a dire: azzeriamo tutto e mandiamo a casa tutti.



Quindi, sono quelli di Forza Italia che fanno la scissione?

Beh, se uno vuole fare un altro partito, a me nessuno può di certo mandarmi via dal Pdl. E’ chi vuol fare Forza Italia che deve lasciare il gruppo.

Il gruppo parlamentare, però, è ancora uno. Non crede, inoltre, che per dire che esistono due partiti diversi occorra qualche procedura in più?

Poco importa. La spaccatura è politica. Ci sono, ormai, due anime del tutto distinte.

 

I ministri del Pdl, però, in conferenza stampa hanno ribadito: siamo tutti berlusconiani.

Che c’entra? Tutti difendiamo Berlusconi dalla mascalzonata giudiziaria che gli hanno fatto.

 

Berlusconi, che fa? Diventerà un vostro alleato? O un vostro avversario?

Diventerà il punto di riferimento di entrambi i partiti.  Che le due componenti, tuttavia, passino la vita a combattersi, non fa male né agli uni né agli altri.

 

Ci rispiega le differenze tra Pdl e Forza Italia?

Abbiamo idee diverse sull’appoggio al governo, su come deve essere formulato un partito, sulla legge di stabilità, sul rapporto con l’Europa. Se, poi, Capezzone o Galan promuovono i matrimoni gay, o la possibilità di adozioni da parte dei gay, c’è un evidente discordanza di contenuti.

 

Come pensate di organizzarvi? Farete un congresso o delle primarie?

E’ inevitabile che si riscoprano forme di partecipazione politica che sopravvivono nel tempo a vicende straordinarie come quella di Berlusconi che non possono durare per l’eternità.

 

Darete vita al grande centro?

No, assolutamente. Rifiutiamo ogni ipotesi neocentrista, e restiamo alternativi alla sinistra.

 

(Paolo Nessi)