Anche Roberto Formigoni volta le spalle a Berlusconi: “Nel pomeriggio daremo vita a un gruppo autonomo chiamato “I Popolari”, ha annunciato ai giornalisti presenti in Transatlantico, decretando così la sua scissione dal gruppo. E precisa: “Restiamo alternativi al centrosinistra, collocati nel centrodestra”. Certo, ha aggiunto l’ex governatore lombardo, “colpi di scena sono sempre possibili”, ma anche se Berlusconi dovesse ripensarci e votare la fiducia “noi faremmo comunque i gruppi autonomi, per una questione di chiarezza”. Un ripensamento, quindi, “sarebbe comunque tardivo”. Sarebbero circa 27 – ma i numeri oscillano tra il 23 e il 28 – i sostenitori della risoluzione della maggioranza per sostenere il governo Letta. Dovrebbero essere “almeno 35 i voti per la fiducia” provenienti dal centrodestra, calcolando che ad esempio, il ministro delle Riforme, Gaetano Quagliariello, non firma la mozione in quanto componente dell’esecutivo. Le firme, secondo quanto si apprende fino ad ora, sono quelle dei senatori del Pdl e del gruppo Gal (Gruppo grandi autonomie e libertà), ma non si esclude che potrebbero aggiungersene altri con il passare delle ore.



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