Alla fine di queste giornate convulse e per certi versi drammatici, il governo Letta al senato ottiene la fiducia. Hanno votato infatti sì 275 senatori mentre i no sono stati 70, nessun astenuto. Il quorum necessario per ottenere la fiducia era 161 voti. Nel dettaglio, si scopre che un senatore Pdl ha votato no alla fiducia, si tratta di Vincenzo D’Anna, Invece non hanno risposto alla chiamata Sandro Bondi, Augusto Minzolini, Rocco Crimi, Manuela Repetti, Alessandra Mussolii e Francesco Nitti Palma, tutti considerati “falchi” del Pdl. Decisivo è stato l’intervento dell’ultimo minuto di Silvio Berlusconi che con una clamorosa marcia indietro ha chiesto al suo partito di votare la fiducia, dopo che anche stamattina aveva detto che il no sarebbe stato il voto del Pdl. Sicuramente alla base di questo capovolgimento l’abbandono di una trentina di senatori guidati dal segretario Alfano che avevano dichiarato che avrebbero votato sì alla fiducia. In questo modo Berlusconi probabilmente ha giocato una carta disperata per tenere unito e sotto controllo il suo partito. A questo punto infatti cadono le ragioni della scissione stessa.