“La legge di stabilità non è il quinto vangelo, è un testo, un disegno di legge con grandi margini di intervento”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ai microfoni di Radio Anch’io. “Non è mancato il coraggio, come ci siamo sentiti dire, la cosa è molto più concreta: sono mancati i soldi”, ha aggiunto il vicepremier, ricordando che si tratta di una manovra “da undici miliardi, che prevede tagli per oltre un terzo, che prevede non aumenti fiscali ma diminuzioni fiscali e investimenti”. Per Alfano, quindi, la legge di stabilità “può essere migliorata e anche molto dal lavoro del Parlamento”, ma “occorre avere un approccio costruttivo, teso a migliorare i punti migliorabili, se invece l’approccio è ‘non va bene nulla’ viene il sospetto che alla fine della fiera il tema sia quello di far cadere il governo”. Alfano ha poi smentito ogni ipotesi di scissione nel Pdl: “Finora ne hanno parlato solo i giornali, io non ho mai pronunciato questa parola”. “Il nostro partito – ha proseguito il ministro – è sempre avvinto da una modalità di giudizio dall’esterno inaccettabile. Quando tutti diciamo la stessa cosa l’accusa è di essere una caserma, quando c’è una discussione anche accesa, allora siamo sull’orlo di una crisi di nervi. Penso che stiamo discutendo”. In questo senso, ha poi concluso, “il documento dei 24 è un appassionato appello a non usare toni distruttivi della legge finanziaria ed è altrettanto chiaro da parte mia che lavorerò per l’unità e tutti noi saremo attorno al nostro leader che è Berlusconi”.