I giudici del tribunale di Pescara che hanno condannato Ottaviano Del Turvo – l’ex presidente della regione Abruzzo – a 9 anni e sei mesi per le tangenti sulla (mal)sanità abruzzese, hanno oggi pubblicato le motivazioni della sentenza del processo. Questo uno dei passaggi chiave: “Le consegne di denaro descritte dall’Angelini sono pienamente provate. Appare chiaro che gli imputati avevano un vero e proprio programma criminale, volto a favorire in violazione di legge gli interessi delle case di cura e in particolare di quelle gestite da Angelini”. Oltre a Del Turco, altre persone sono coinvolte nella vicenda: 11 le condanne totali. I reati imputati di sono associazione a delinquere, corruzione, falso e abuso d’ufficio. Tra i condannati troviamo l’ex patron di Villa Pini Vincenzo Maria Angelini (3 anni e 6 mesi), allo stesso tempo anche parte offesa; Sabatino Aracu (4 anni), ex parlamentare del Popolo delle Libertà; Luigi Conga (9 anni), ex manager della Asl di Chieti; l’ex assessore regionale alle attività produttive Antonio Boschetti (4 anni); l’ex assessore regionale alla sanità Bernando Mazzocca (2 anni); Lamberto Quarta (6 anni e 6 mesi), ex segretario generale dell’ufficio di presidenza della Regione e infine l’ex capogruppo regionale del Partito Democratico Camillo Cesarone (9 anni).
Ad accusare Del Turco è stato lo stesso (ex) titolare della clinica privata Villa Pini di Chieti, Vincenzo Marina Angelini che nel 2008, messo alle strette dagli inquirenti con sette interrogatori, confessò di aver pagato mazzette per una cifra attorno ai 15 milioni di euro ad alcuni amministratori regionali in cambio di favori.
I giudici scrivono che “vi sono riscontri documentali alle accuse di Angelini; un’ulteriore prova della percezione di così elevate somme di denaro da parte degli imputati Del Turco, Cesarone e Quarta è costituito dagli accertamenti patrimoniali svolti da cui sono emersi in quanto a Del Turco acquisti immobiliari irregolari in concomitanza con la percezione di denaro per cui si procede”. E proseguono: “Del Turco ha tenuto condotte palesemente evincibili di una volontà distrattiva del proprio patrimonio. Il valore degli immobili fittiziamente intestati a terzi (appartamenti a Roma e in Sardegna) è di gran lunga superiore di quello intestato ufficialmente a se stesso (Collelongo)”. Come si sa, l’ex politico si dichiara totalmente innocente.