La solita grana delle larghe intese. Renato Brunetta, capogruppo PdL alla Camera, punta il dito contro il decreto legge della Pubblica Amministrazione: “per noi il decreto sulla Pa può decadere”. La tensione rimane alta e anzi sale quando il piddino Dario Franceschini – ministro per i rapporti con il Parlamento e il coordinamento delle attività di governo – osserva che “il quadro è cambiato” sottolineando chiaramente come ci sia allora un problema politico dentro la maggioranza. Non che, in realtà, sia scoperta di oggi. Il cammino verso l’approvazione della legge si fa così più impervio del previsto, ma i tempi stringono: il termine ultimo è fissato a mercoledì 30 ottobre. Dal canto suo il governo, per voce di Gianpiero D’Alia, ministro per la Pubblica amministrazione e la Semplificazione dell’esecutivo Letta , fa sapere di voler evitare l’uso della fiducia, troppe volte utilizzato impropriamente per accorciare i tempi. Ma dopo che nella riunione dei capigruppo, Brunetta ha spiegato che per il PdL è pronto a far decadere il decreto, nel governo si è capito come gli ostacoli che si frappongono all’approvazione del provvedimento non sono siano semplicemente di merito, bensì politici all’interno della maggioranza. E a questo punto si potrebbe ricorrere alla fiducia, che trasformerebbe di fatto la votazione in una conta dentro una maggioranza sempre più logora.