E’, indubbiamente, il candidato più di sinistra, il più mite, quello che piace di più a buona parte degli iscritti e alla dirigenza – ma soprattutto a D’Alema -, nonché il più colto. Sul proprio profilo sul sito del Pd, ci ha tenuto ad aggiungere la postilla: «considero Joe R. Lansdale un genio e il più grande scrittore contemporaneo». E’ tutto questo, ma non vincerà. Salvo eccezionali imprevisti, la segreteria sarà conquistata da Renzi. Ciò non significa che la sua presenza nel Pd sia destinata all’irrilevanza, tutt’altro. Abbiamo chiesto a Peppino Caldarola, giornalista e scrittore, quale sarà l’influenza di Cuperlo nel Pd post-congresso. E abbiamo pure ipotizzato uno scenario in cui dovesse vincere.
Come sarà la convivenza tra Renzi e Cuperlo?
La prima ipotesi è che Cuperlo mantenga la guida del suo elettorato e incalzi Renzi da posizioni più classicamente di sinistra. Avremmo un partito di sinistra europeo, con un corpo centrale moderato e riformista e un’ala di sinistra. E’ lo schema più tradizionale; la seconda è che Renzi non voglia presentarsi come il capo di una grande melassa, ma rivoluzioni gli schemi di gioco. Cuperlo, a quel punto, se vorrà fargli opposizione, dovrà farlo in nome della tradizione tradita o proporre lui stesso un nuovo schema di gioco; la terza, è che ci sia un accordo tra i due, in cui lo sconfitto entra a far parte della gestione del partito, sul modello Bersani-Franceschini. La quarta è quella della scissione.
Qual è quella più probabile?
Quella dell’accordo.
E la meno probabile?
La scissione. Sono certo che Cuperlo non ha nessuna intenzione di lasciare il Pd.
Cosa ne sarà del governo in caso di vittoria di Cuperlo?
Al di là della sua mitezza, una sua vittoria indicherebbe che il maggiore partito di governo si è spostato talmente a sinistra che difficilmente potrebbe essere compatibile con un quadro in cui Letta è l’esponente più significativo. Cuperlo, a quel punto, inizierebbe a “graffiare” da sinistra. Graffi che potrebbero essere letali per il governo.
Cosa ne sarà, invece, di Letta?
La sua futura vita politica si fonda sulla scommessa di concludere l’esperienza di governo non tanto con una vittoria, cosa piuttosto inverosimile, dato il complicato equilibrio parlamentare, quanto lasciando un’immagine di sé rassicurante. Ovvero, ritagliandosi un ruolo di riserva della Repubblica, destinato a ricoprire incarichi europei, ma, il giorno in cui Napolitano lasciasse l’incarico, pronto ad essere uno dei candidati al Quirinale.
Anche Cuperlo cercherà di rafforzare il bipolarismo?
La mia impressione è che la rappresentazione più bipolarista stia nella piattaforma e nella persona di Renzi. Cuperlo, pur avendo anch’egli un’anima bipolarista, ha un progetto politico aperto alla convivenza con settori di sinistra o populistici (quindi, Sel e parte del mondo grillino) che difficilmente si possono ricondurre alla battaglia bipolarista.
Qual è, invece, la posizione di Cuperlo sulle larghe intese?
Anche Cuperlo, come Renzi, crede che siano un’esperienza eccezionale e irripetibile. Tanto più che sono del tutto distanti dallo schema tedesco. Garantiscono la sopravvivenza del governo, ma non di certo la realizzazione delle riforme necessarie per il Paese.
(Paolo Nessi)