Soddisfatti gli esponenti del Partito Democratico, unico schieramento politico tra quelli “tradizionali” a ottenere un buon risultato in queste regionali in Trentino: “A Trento e a Bolzano i risultati elettorali hanno un segno positivo, che conferma il buon governo fino ad ora realizzato dalle amministrazioni. In Trentino il voto ha spinto l’affermazione della coalizione di centrosinistra e il PD si è confermato primo partito, raggiungendo un livello alto”, ha detto il segretario Guglielmo Epifani, secondo cui a Bolzano il Pd “è risultato in lieve aumento, mentre sono cresciuti i movimenti identitari. Quel che colpisce è l’evidente calo della destra e il risultato molto relativo del Movimento 5 Stelle”. Il deputato trentino Pd Michele Nicoletti ha voluto invece esprimere “preoccupazione per il calo significativo delle affluenze, di 10 punti in meno rispetto alle ultime elezioni, che ci fa interrogare sulla capacità delle istituzioni di rispondere alle domande dei cittadini”. Dentro questo quadro, “va comunque registrato un risultato positivo nel centro sinistra autonomista di cui il Partito Democratico è il maggior partito. Questo dimostra – ha aggiunto Nicoletti – che il Pd può andare al governo dentro larghe coalizioni di ispirazioni ulivista, con un forte radicamento territoriale, attraverso una politica di rigore e serietà. Di attenzione ai più deboli”.



Come previsto alla vigilia, a Trento si registra il fallimentare esito elettorale di Forza Trentino-Forza Italia, lista coordinata da Michaela Biancofiore e guidata dal candidato presidente Giacomo Bezzi. Proprio la Biancofiore ha commentato all’Adnkronos i motivi che hanno portato a ottenere poco meno del 5% (4,27%, 10.628 voti): la locale Forza Italia, ha detto la coordinatrice, in Trentino “paga le divisioni interne” con consiglieri “usciti per farsi il proprio partito o lista civica che sia”. Inoltre c’è anche la “poca attenzione” che a livello nazionale il partito “ha mostrato a livello territoriale, il simbolo cambiato ad appena un mese dalle elezioni” e “l’alterazione legata alla presenza della Lega Nord, che non ha portato nemmeno un voto”. A Bolzano, invece, le urne confermano il successo della Suedtiroler Volkspartei (Svp), arrivata al 45,6% ma in calo di circa due punti rispetto al 2008: “C’è voglia di un grande centro che guardi a sinistra, questo credo anche a livello nazionale- ha detto all’Adnkronos Mauro Ottobre, deputato Svp – C’è soprattutto voglia di meno professori e più rappresentanti del popolo, nessun bocconiano ma esponenti abituati a stare tra la gente, sul territorio”.



A Bolzano c’è ancora un seggio da assegnare, ma al momento sembra che il nuovo consiglio sarà così composto: al Sudtiroler Volkspartei (Svp) andranno 17 seggi, 6 a Die Freiheitlichen e 3 ai Verdi 3. Altri due seggi sono assegnati al Sudtiroler Freiheit, 2 al Partito Democratico, uno a Forza Italia-Lega Nord, uno al Movimento 5 Stelle, uno ad Alto Adige nel cuore e uno a Buerger Union. Secondo una ricostruzione effettuata da La Repubblica, i consiglieri eletti dovrebbero essere i seguenti: per l’Svp ci sono i nomi di Arno Kompatscher, Arnold Schuler, Richard Theiner, Martha Stocker, Philipp Achammer, Thomas Widmann, Florian Mussner, Josef Noggler, Waltraud Deeg, Dieter Steger, Maria Hochgruber Kuenzer, Helmuth Renzler, Magdalena Amhof, Christian Tschurtschenthaler, Albert Wurzer, Veronika Stirner Brantsch e Oswald Schiefer. Per Die Freiheitlichen gli eletti dovrebbero essere Pius Leitner, Ulli Mair, Roland Tinkhauser, Sigmar Stocker, Walter Blaas e Tamara Oberhofer, mentre per i Verdi ci sono Hans Heiss, Brigitte Foppa e Riccardo dello Sbarba. Gli eletti del Suedtiroler Freiheit sono Eva Klotz e Sven Knoll, per il Pd Christian Tommasini e Roberto Bizzo. L’unico eletto di Forza Alto Adige-Lega Nord è Elena Artioli, quello dell’M5S è Paul Koellensperger, mentre per Alto Adige nel cuore e Buerger Union-Ladins ci sono rispettivamente Alessandro Urzì e Andreas Poeder.



Terminato lo spoglio delle schede, è stata resa nota la distribuzione dei seggi del nuovo consiglio provinciale di Trento e la lista dei consiglieri eletti. Per quanto riguarda i seggi, alla maggioranza ne vanno in totale 23 (quello del neopresidente Ugo Rossi, 9 seggi al Pd, 7 a Patt, 5 a Upt e uno a Union autonomista ladina). L’opposizione ottiene invece 12 seggi (quelli dei candidati non eletti, cioè Diego Mosna, Filippo Degasperi, Giacomo Bezzi e Maurizio Fugatti, altri 4 seggi a Progetto Trentino, 1 alla Lega, 1 a Civica Trentino, 1 a Amministrare il Trentino e 1 al Movimento 5 Stelle). Per il Partito Democratico vengono eletti Alessandro Olivi, Donata Borgonovo Re, Bruno Gino Dorigatti, Luca Zeni, Sara Ferrari, Alessio Manica, Mattia Civico, Luigi Olivieri e Roberto Pellegrini. Per Patt i consiglieri eletti sono Michele Dallapiccola, Diego Moltrer, Walter Kaswalder, Lorenzo Baratter, Graziano Lozzer, Chiara Avanzo e Luca Giuliani, mentre per Upt ci sono Tiziano Mellarini, Mauro Gilmozzi, Gianpiero Passamani, Pietro De Godenz e Mario Tonina. Progetto Trentino vede eletti Diego Mosna, Silvano Grisenti, Walter Viola, Gianfranco Zanon e Massimo Caldera, mentre per Civica Trentina c’è Rodolfo Borga. Gli eletti del Movimento 5 Stelle sono Filippo Degasperi e Manuela Bottamedi, quelli della Lega Nord sono Maurizio Fugatti e Claudio Civettini, mentre quello di Amministrare il Trentino è Nerio Giovanazzi. Ci sono infine Union autonomista Ladina e Forza Trentino, rispettivamente con Giuseppe Detomas e Giacomo Bezzi.

“Chi vuole governare questa Provincia è giusto che debba contare su di una percentuale superiore al 50%”, ha detto poco prima che si concludesse lo spoglio delle schede il neopresidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, che ottenuto il 58,2%. “A proposito della coalizione, chiederò un’assunzione di responsabilità a chi farà parte della nuova giunta, per mettere davanti a tutto l’interesse dei nostri figli per uscire da questa crisi”, ha aggiunto. L’esito delle regionali in Trentino è stato però commentato anche dai leader della politica nazionale, a cominciare dal segretario Pd Guglielmo Epifani: “A Trento e a Bolzano i risultati elettorali hanno un segno positivo, che conferma il buon governo fino ad ora realizzato dalle amministrazioni”. “Quel che colpisce – ha detto ancora – è l’evidente calo della destra e il risultato molto relativo del Movimento 5 Stelle”. Non è ovviamente d’accordo Beppe Grillo: ”Siamo entrati in Alto Adige dove mi hanno salutato come Grillo ma detto con la K. Abbiamo messo dentro uno che è una meraviglia, è stato il più grande successo da quando esistiamo, un successo stratosferico”.

Sono finalmente definitivi anche i dati provenienti da Trento, dove il nuovo presidente della Provincia è il candidato del centrosinistra, Ugo Rossi, che ha ottenuto il 58,2% delle preferenze totali. Notevolmente staccato il diretto avversario, Diego Mosna (sostenuto da alcune liste civiche), che non è andato oltre il 19,2%. Sotto la soglia del 10% tutte le altre formazioni politiche: Maurizio Fugatti della Lega Nord al 6,6%, Filippo Degasperi del Movimento 5 Stelle al 5,7%, Giacomo Bezzi di Forza Trentino al 4,3%, Emilio Arisi di Sel all’1,8%. Sia a Bolzano che a Trento, da sottolineare il crollo verticale del Pdl: nel primo caso la lista Forza Alto Adige-Lega Nord si è fermata al 2,5%, mentre a Trento il rappresentante di Forza Trentino è solamente quinto con il 4,22% dei voti.

A Bolzano, dove sono state scrutinate tutte le sezioni, il Sudtiroler Volkspartei non va oltre il 45,70% delle preferenze totali, perdendo la maggioranza assoluta e scendendo a 17 consiglieri. Molto bene invece le destre tedesche, con 6 seggi assegnati ai Freiheitlichen e 2 a Freiheit. Terzo seggio per i Verdi, mentre il Partito Democratico ne ottiene due. Infine un seggio a testa va a Forza Alto Adige, Urzí, Bündnis e Movimento 5 Stelle. Ancora non si è concluso invece lo spoglio delle schede a Trento, anche se manca davvero poco: quando sono state scrutinate 524 sezioni sulle 528 totali, Ugo Rossi del centrosinistra è sempre in testa con il 58,12%, seguito da Diego Mossa sostenuto da diverse liste civiche, fermo al 19,27%, mentre Maurizio Fugatti della Lega è al 6,59%.

Giochi fatti a Bolzano, dove sono state scrutinate tutte le 487 sezioni. Il Sudtiroler Volkspartei si conferma al primo posto con il 45,70% delle preferenze (131.237 voti), seguito dal Die Freiheitlichen al 17,9% (51.504 voti) e dai Verdi (insieme a Grüne, Verc e Sel) all’8,7%. “La Svp perde per la prima volta la maggioranza assoluta dei seggi ma registra un significativo risultato nel segno del rinnovamento”, ha detto il governatore uscente Luis Durnwalder commentando l’esito elettorale. Al suo posto subentrerà il capolista Arno Kompatscher. Al quarto posto, con il 7,2% delle preferenze totali, c’è invece il Süd-Tiroler Freiheit che ha superato anche il Partito Democratico, fermo a quota 6,7%. Praticamente nulla l’alleanza tra Lega Nord, Forza Alto Adige e Team Autonomie, che in queste regionali non va oltre il 2,5%. A Trento sono state invece scrutinate 490 sezioni sulle 528 totali e Ugo Rossi, il candidato del centrosinistra, si conferma in testa con il 58,08%. A seguire, molto più staccato, ecco Diego Mossa sostenuto da diverse liste civiche, fermo al 19,33%, mentre Maurizio Fugatti della Lega è al 6,46%. Chiude Filippo Degasperi del M5S al 5,7%.

Manca ancora più della metà delle sezioni scrutinate in provincia di Trento, sono infatti 216 su 528 quelle di cui si conoscono i risultati. Ugo Rossi si conferma in testa allo spoglio, il candidato del centrosinistra viaggia infatti a quota 58,8%, un risultato che gli garantisce praticamente la vittoria. Il secondo infatti è addirittura al 18,9% e cioè Diego Mossa di tre liste civiche. Quindi Maurizio Fugatti della Lega al 6,2. Chiude Filippo Degasperi del M5S al 5,7%. A Bolzano invece le sezioni scrutinate sono già 406 si 487 e in testa si conferma il Sudtiroler Volkspartei a quota 44,4% dei voti. Lo segue il Die Freiheitlichen a 17,6% e quindi il Pd a quota 7,5%. Sparisce quasi del tutto la Lega nord alleata con Forza Alto Adige e Team Autonomie a quota 2,8%.

Il dato che emerge dalle urne è chiaro. Da un lato c’è una concentrazione del voto sui partiti dell’autonomia, del territorio, e non a caso il vero vincitore di queste elezioni è il movimento popolare secessionista della “pasionaria” Eva Klotz, della Suedtiroler Freiheit (6,2 %) che è presente nella politica locale ormai dagli anni Settanta. Dall’altro lato è da sottolineare una “deitalianizzazione dell’Alto Adige”. Secondo il sondaggista Alessandro Amadori, fondatore e direttore dell’Istituto Coesis Research, contattato da IlSussidiario.net, “gli italiani sentono meno il voto e non si sono praticamente recati alle urne, mentre molto più numerosi sono stati i tedeschi”. Quanto sta avvenendo, però, non rappresenta solamente un “ritorno al territorio”, ma anche un vero e proprio disinteressamento dal resto di un Italia che agli occhi di molti continua a deludere. “C’è un bisogno di risposte concrete sul piano locale, ma si tratta anche di una evidente identità nazionale che non è mai stata veramente italiana, ma tedesca”, spiega Amadori. Questa regressione al locale, però, “in qualche modo è un tema molto forte oggi e non riguarderà solo l’Alto Adige: venuta meno la politica dei grandi progetti collettivi, è normale che in molti si sentano maggiormente legati al territorio dove sono nati o dove vivono, come se almeno si volesse salvare il salvabile”. Osservando i dati elettorali e, in particolare, l’evidente crollo del centrodestra, secondo Amadori assistiamo alla “diretta conseguenza dell’instabilità interna al Pdl che si registra ormai da un anno a questa parte: anche se si andasse al voto a livello nazionale, un centrodestra come quello attuale, senza una vera anima e diviso tra falchi e colombe, non andrebbe oltre il 15-16%”. La Lega Nord, invece, trova come diretto avversario proprio la Suedtiroler Freiheit di Eva Klotz, partito ben più radicato sul territorio che, utilizzando di fatto gli stessi temi, in qualche modo “soffia” al Carroccio i consensi. E proprio questo legame all’area non porta gli elettori del Trentino a votare per il Movimento di Grillo, “percepito sempre di più come un fenomeno mediatico che come qualcosa di progettuale che può effettivamente dimostrare qualcosa di concreto dopo i tanti annunci”. Bisogna poi dire che in Trentino i partiti cosiddetti “tradizionali”, proprio come quello di Eva Klotz, sono ancora molto apprezzati: “Se la politica tradizionale funziona – conclude Alessandro Amadori – allora perché un abitante delle valli tirolesi dovrebbe votare Grillo?”.

Ugo Rossi, candidato del centrosinistra, si appresta a diventare il nuovo governatore del Trentino: la sua coalizione, infatti, al momento è poco sotto la soglia del 60% (58,44%), quando sono state scrutinate 243 sezioni su 528. Alle spalle di Rossi, ma molto più staccato, c’è invece Diego Mosna, il principale avversario e supportato da sei liste civiche, fermo al 19.05% e seguito da Maurizio Fugatti della Lega Nord con il 6,28% e Filippo Degasperi del Movimento 5 Stelle con il 5,6%. A Bolzano, quando sono state scrutinate 420 sezioni su 487, è sempre al comando il Sudtiroler Volkspartei con il 44,6% delle preferenze totali, seguito da Die Freiheitlichen (17,7%) e dai Verdi (8,5%) che hanno superato anche il Partito Democratico, fermo al 7,3%. C’è poi la Lega Nord, presentatasi con Forza Alto Adige e Team Autonomie, attualmente al 2,8%.

Quando sono state scrutinate 216 sezioni su 528, a Trento è sempre in vantaggio il candidato del centrosinistra Ugo Rossi, che fino ad ora ha ottenuto il 58,88%  delle preferenze. A seguire c’è Diego Mosna, sostenuto da liste civiche, fermo al 18,94%, poi Maurizio Fugatti (Lega Nord) con il 6,22% e Filippo Degasperi (Movimento 5 Stelle) con il 5,71%. A Bolzano sono state invece scrutinate 406 sezioni su 487 e in testa c’è sempre il Sudtiroler Volkspartei con il 44,4% dei voti, seguito da Die Freiheitlichen (17,6%) e dal Partito Democratico (7,5%). La Lega Nord, con Forza Alto Adige e Team Autonomie è al momento ferma al 2,8%.

 – Circa ottocentomila elettori sono stati chiamati alle urne domenica 27 ottobre 2013 per eleggere il presidente della Provincia di Trento e per il rinnovo dei consigli provinciali di Trento e Bolzano. Si è votato dalle ore 7 alle 22 in un unico giorno, dopo di che lo spoglio delle schede è iniziato questa mattina, lunedì 28 ottobre, alle ore 7. I risultati definitivi arriveranno nel tardo pomeriggio o in prima serata ma intanto si è già delineato il quadro. Successo del Pd e del Svp (in provincia di Bolzano), crollo del centrodestra. Il Pdl in provincia di Trento non si è neanche presentato con una propria lista. L’alleanza Pdl e Lega, invece, c’è stata in provincia di Bolzano dove il crollo è evidente. Nel 2008 alle ultime elezioni il Pdl prese il 25,1% e la Lega il 3,6%: adesso, insieme, hanno preso l’8,5%. La Lega crolla poi in provincia di Trento dove cinque anni fa prese il 14% e adesso arriva al 6%. Gli altri risultati: il Pd in provincia di Trento, dopo circa 135 sezioni scrutinate sulle 528 totali, ottiene al momento il 23,5% contro il 21,6 di cinque anni fa. Il Pdl da solo nel 2008 aveva ottenuto il 12,2% ma come detto questa volta non si è presentato. Il Movimento 5 Stelle non era presente cinque anni fa, ma alle politiche di quest’anno in provincia di Trento otteneva il 20%: a queste regionali, invece, al momento non va oltre il 5,9%. Crollo anche a Bolzano, dove i grillini avevano ottenuto l’8,3% e oggi il 3%. Il Svp in provincia di Bolzano sta ottenendo un lusinghiero 40%. In calo l’affluenza generale soprattutto in provincia di Trento dove ha votato il 62,8% contro il 73,1 di cinque anni fa. A Bolzano ha votato il 77,7 contro l’80,1%.

 Tanti i candidati alla presidenza della provincia di Trento, ma solo il centrosinistra e il Movimento 5 stelle hanno scelto il proprio attraverso le primarie. I grillini hanno scelto di candidare Filippo Degasperi, mentre il centrosinistra si presenterà con Ugo Rossi, del partito Autonomista. Decisamente frammentato il centrodestra: Fratelli d’Italia correrà con Cristiano De Eccher e la Lega Nord con Maurizio Fugatti, mentre Giacomo Bezzi è candidato per Forza Trentino e Giuseppe Filippin per il Mir. Si presentano a queste elezioni anche il dj Agostino Carollo, Alessandra Cloch di Associazione Fassa e Diego Mosna, patron del Trentino Volley, alla guida di una coalizione composta da Progetto Trentino, Fare per fermare il Declino e diverse liste civiche. Per Rifondazione Comunista c’è Ezio Casagranda, per Sel Emilio Arisi.