“Grillo non si è accorto che il sistema politico italiano è in via di dissoluzione, e che l’unica cosa che tiene insieme ciò che ne resta è la presidenza della Repubblica. Il M5S in questo momento si sente al di fuori delle dinamiche politiche, e quindi cerca di uscire dall’angolo. Loro dicono ‘ci hanno messo nell’angolo’, ma l’impressione è che in un angolo ci si siano messi da soli”. Lo rimarca Alessandro Mangia, professore di diritto costituzionale nell’Università Cattolica di Piacenza, dopo il nuovo attacco di Grillo contro Napolitano. Riferendosi al presidente della Repubblica, di cui è giunto a chiedere l’impeachment, il comico genovese ha detto: “Il rapporto che c’è con questo signore anziano è un rapporto che si è complicato. Almeno per me è complicato, perché non rappresenta più la totalità degli italiani ma è un presidente di settore. Quindi con i giochi già fatti era inutile andare”.
Professore, chi tra Grillo e Napolitano si sta ponendo al di fuori delle istituzioni?
La vera questione è che i due partiti che hanno tradizionalmente retto il dibattito negli ultimi 20 anni, Pdl e Pd, sono in fase di profonda trasformazione. Nel Pdl sappiamo che cosa è successo, mentre nel Pd assistiamo a un processo che dura ormai da anni. In una situazione del genere con un Paese sostanzialmente vincolato dall’esterno per quanto riguarda i contenuti della legge di stabilità e delle politiche economiche, l’unico punto fermo che resta è il Quirinale. Certo è un ruolo anomalo rispetto al passato, ma è anche vero che questo ruolo non è stato cercato da Napolitano ma gli è semplicemente cascato addosso. Il presidente della Repubblica sarebbe stato ben contento di non dover giocare la parte che suo malgrado gli è stata affidata almeno fin dalla caduta del governo Berlusconi.
Grillo ha detto che vuole cambiare lo Stato…
Lo Stato continua a modificarsi da solo a prescindere dall’intervento di Grillo. Si è già modificato negli ultimi anni, tanto è vero che ormai si continua a parlare di riforma costituzionale proprio perché si è consapevoli che certe strutture in questo momento risultano profondamente in crisi. Anche tutto questo parlare di riforme costituzionali finisce per dare per scontato che la Costituzione vigente non sia più in linea con i tempi. Ciò contribuisce a generare disordine, quantomeno da un punto di vista politico, se non istituzionale. Per fortuna la Costituzione è lì e ci si deve continuare a muovere sulla base di quanto vi sta scritto. Nondimeno è evidente che continuare a parlare di riforme istituzionali senza poi attuarle, crea una situazione di “non più” e di “non ancora”.
Qual è il vero obiettivo di Grillo con questi attacchi?
Grillo in questo momento si sente al di fuori delle dinamiche politiche, e quindi cerca di uscire dall’angolo. Lui dice “ci hanno messo nell’angolo”, ma la mia impressione è che in un angolo ci si sia messo da solo.
Il M5S è un movimento eversivo?
Io non so se nel M5S ci sia qualcosa di eversivo o pericoloso. Grillo ha raccolto consensi intercettando fastidio e disorientamento da parte di un elettorato che prima si riconosceva all’interno del sistema politico. Nel momento in cui il sistema politico è in dissoluzione, gli elettori tendono ad andare da tutte le parti. E’ il vecchio discorso di Pinuccio Tatarella: quando si rompe l’otre bisogna essere con la bacinella a raccogliere i voti.
Perché le riforme istituzionali possono creare disorientamento?
Nelle settimane scorse sono rimasto molto sorpreso quando ho sentito una persona normalmente equilibrata e attenta nell’uso dei termini, come Enrico Letta, dire che il sistema bicamerale è una stranezza e che non c’è in nessuna parte del mondo. Ciò potrà anche essere vero, ma non mi sembra la più felice delle uscite che ciò sia affermato dal presidente del Consiglio. Egli è infatti legittimato da un tipo di sistema istituzionale che in questo momento è bicamerale.
(Pietro Vernizzi)