Cambio della guardia al vertice delle Province autonome di Trento e Bolzano, che insieme compongono un consiglio regionale svuotato di competenze. Contano le due Province, che amministrano competenze e bilanci da far invidia anche alle regioni più grandi del paese. Il nuovo presidente della Provincia autonoma di Trento si chiama Ugo Rossi. Espressione del centrosinistra autonomista, l’ex assessore alla Salute succede a Lorenzo Dellai e ad Alberto Pacher. Un vero e proprio trionfo il suo, in queste elezioni che saranno ricordate anche per il forte astensionismo: 4 elettori su 10 in provincia di Trento non hanno votato.



Ugo Rossi ha ottenuto quasi il 60% dei consensi, mentre il suo principale sfidante Diego Mosna, timoniere della coalizione formata da Progetto Trentino e da altre liste civiche di area centrista, si è fermato al di sotto del 20. Molto staccati gli altri 9 candidati. In Trentino il Pd, primo partito con il 22% dei consensi, conquista in Consiglio Provinciale 9 seggi. Il Patt, seconda forza, ne ottiene 7. L’Upt 5. Segue Progetto Trentino con 4 seggi. Male i 5 Stelle, rispetto alle politiche, e tutta l’area del centrodestra che ha registrato un tonfo. Nello specifico Movimento 5 Stelle e Lega Nord, che saranno all’opposizione, hanno ottenuto 2 seggi a testa.



Anche in Alto Adige si voltava pagina, e si sapeva. L’ ormai storico governatore Luis Durnwalder ha lasciato dopo 25 anni; suo successore designato il giovane Arno Kompatscher, 42 anni, 4 figli, sindaco di Fiè allo Sciliar, che ha fatto il pieno di preferenze personali (a Bolzano si vota ancora con il proporzionale), ben 81mila. La Sudtiroler Volkspartei ha perso poco scendendo da 18 a 17 seggi, ma essendo il totale 35 è proprio quel seggio che gli ha fatto perdere la maggioranza assoluta.

Voti che sono andati a favore dei partiti dell’estrema destra secessionista tedesca, che insieme raccolgono ben 10 seggi, partiti – la loro leader più nota è la pasionaria Eva Klotz – che sia pure con accenti diversi propongono il distacco dall’Italia e l’annessione all’Austria. Insieme alla destra tedesca sono cresciuti i Verdi, forza di vivace opposizione, ha tenuto il Pd, non ha sfondato il Movimento 5 Stelle ed è crollato il centrodestra, guidato da Micaela Biancofiore, passato complessivamente da 5 a 2 consiglieri. In preda ai personalismi, la destra si presentata frammentata in mille sigle: risultato fallimentare, anche perché gli elettori di lingua italiana di Bolzano, disgustati dalle liti interne, hanno disertato in massa le urne.



L’astensionismo ha penalizzato anche Scelta civica, forte a Merano ma deludente a Bolzano, che resta così fuori dal consiglio.

Gli italiani dell’Alto Adige, frammentati e vittima del loro stesso astensionismo, passano complessivamente da 8 a 5 consiglieri (due Pd, un Verde, due di area Centro destra) e rischiano – per la proporzionale etnica – di scendere da due a un assessore in giunta. Chi è causa del suo mal pianga sé stesso.

Centrodestra da ricostruire dunque a Bolzano come a Trento, con uno sguardo ad un progetto positivo di costruzione di bene comune che è mancato assolutamente in Alto Adige e non è stato recepito in Trentino, dove pure Diego Mosna, il patron della Trentino Volley, pluricampione italiana di pallavolo, aveva proposto un’aggregazione di area centrista, Progetto Trentino, che si è fermata però al 20 per cento, anche perché Lega e destre correvano in proprio.

(Roberto Vivarelli)