Fondamentale, nella decisione finale della Giunta per il regolamento del Senato, è stato il voto della senatrice Linda Lanzillotta (Sc), che ha portato a quota sette le preferenze a favore del voto palese. “La decisione di Scelta civica e Pd di sostenere il voto palese insieme al Movimento 5 Stelle – ha commentato in una nota Angelino Alfano – è la violazione del principio di civiltà che regola, da decenni, il voto sulle singole persone e i loro diritti soggettivi”. “E ora, innanzitutto in sede parlamentare, lì dove si è consumato questo sopruso – ha aggiunto il vicepremier – sarà battaglia per rispristinare il diritto alla democrazia”.
Anche il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha voluto esprimere tutta la sua “vicinanza al presidente Berlusconi. La scelta del voto palese al Senato è gravissima e significa aver sovvertito le regole a tutela delle prerogative parlamentari con un’azione contra personam che non ha precedenti”. “Ciò denota – ha poi aggiunto – le spaccature all’interno del Pd”.
Durissimo il commento del ministro per le Riforme, Gaetano Quagliariello, intervenuto ai microfoni di SkyTg24: “La decisione della giunta di oggi è molto grave, gravissima, perché attenta al principio del parlamentarismo in base al quale quando c’è un voto che riguarda le persone è il momento nel quale il ricorso al voto segreto deve essere possibile”. Quaglierello definisce poi la decisione presa oggi “una schifezza” e, dopo aver ricordato quanto avvenuto con Lusi, aggiunge una importante considerazione: “In questo momento non dobbiamo perdere la lucidità e mantenere i nervi saldi. Alla Giunta si è formata una maggioranza anomala che sarebbe dannosa per il paese e che avrebbe la possibilità anche di mettersi d’accordo per una legge elettorale contro il Pdl, non dobbiamo cadere nella provocazione”. Quindi il ministro spiega che “facendo cadere il governo non si farebbe il gioco del centrodestra, perché forse si creerebbe una maggioranza a noi ostile, si farebbe una legge elettorale contro il Pdl”.
Dopo le dichiarazioni a caldo dei falchi del Pdl contro il governo Letta, il primo a frenare parzialmente è Fabrizio Cicchitto: “Ha perfettamente ragione il senatore Maurizio Sacconi: è evidente che la incredibile forzatura del voto palese viene messa in opera da quella parte di Pd che vuole fare cadere il governo per andare ad elezioni anticipate essendo sicura della vittoria. L’ultima cosa che il Pdl può fare – aggiunge – pur condannando questa prevaricazione, è quella di cadere in una trappola di questo tipo”.
Anche Nunzia De Girolamo, ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, annuncia che quando deciso oggi avrà senza dubbio delle ripercussioni: “L’Italia si dimostra una democrazia contra personam dove è possibile anche cambiare i regolamenti quando non fanno comodo. Una cosa vergognosa per tutti i cittadini che credono nelle istituzioni democratiche. Credo che sia un gesto di irresponsabilità e di incoscienza, di cui però i nostri alleati di Governo si assumeranno la responsabilità di fronte al Paese”.
Esulta il MoVimento 5 Stelle, da cui è nata la richiesta di utilizzare il voto palese per decidere la decadenza di Silvio Berlusconi. “In Parlamento, abbiamo condotto fin dall’inizio una battaglia politica senza sconti contro il voto segreto – si legge nel nuovo post pubblicato sul blog di Beppe Grillo a firma dei senatori M5S -. Il voto segreto, per un rappresentante del popolo, non può esistere. E’ un controsenso, un ossimoro. Oggi abbiamo vinto: la giunta per il regolamento al Senato ha approvato la nostra interpretazione (7 voti contro 6) in base alla quale il voto, in una circostanza simile dove si valuta non tanto la persona ma la tutela dell’onorabilità delle istituzioni, non possa che essere palese”. Adesso, però, il Movimento chiede la calendarizzazione del voto sulle sorti politiche del Cavaliere: “Solo ieri avevamo chiesto, in aula, che il voto sulla decadenza avvenisse già la prossima settimana. Inutile aspettare ancora e tenere un Paese come questo, già sull’orlo del baratro, appeso al filo di una decisione che paralizza questo Governo ormai da mesi, nell’attesa di sapere se resterà in piedi o se è destinato a cadere”. Rimane però il dubbio: “Quale scusa si inventeranno ora, e con quale faccia, per non votare immediatamente, già il prossimo martedì 5 novembre, sulla decadenza di Berlusconi?”.
Arriva soprattutto da Twitter l’indignazione di tutto il Pdl per quanto deciso dalla Giunta del regolamento del Senato: “Una decisione orribile contro il diritto e la libertà – tuona Maurizio Gasparri -. Si vuole sfasciare l’Italia”. Rincara poi la dose Roberto Formigoni: “Voto palese! Perfino l’ex-ministro Linda Lanzillotta (Sc Civica) fa strame delle regole pur di fucilare B. Sono terrorizzati di non riuscirci”. Cerca invece di gettare acqua sul fuoco il segretario del Pd, Guglielmo Epifani: “Rispetto e comprensione per la scelta della Giunta. Basta polemiche che vanno oltre ogni limite. La legge Severino è una legge perfettamente costituzionale che va applicata, così come è avvenuto nei trentasette casi precedenti. Si abbassino quindi i toni e si ricordi che la giustizia deve essere uguale per tutti”.
Proseguono le proteste degli esponenti del Pdl. Tra questi, in molti si dicono convinti che da oggi sia effettivamente impossibile continuare ad appoggiare il governo Letta: “Cronaca di un assassinio annunciato – ha detto Daniela Santanchè -. Oggi al Senato è stata uccisa la democrazia. Come fa ancora qualcuno a sostenere nel nome della falsa stabilità che questo governo serve al Paese? Cosa c’è di più importante per un popolo se non la democrazia e lo stato di diritto? Che i nostri ‘governativi’ ce lo spieghino”. Secondo Mara Carfagna si tratta di una “inaudita decisione contra persanam che ridicolizza regolamenti parlamentari e calpesta libertà”, mentre Renato brunetta fa sapere su Twitter che dalla Giunta è arrivata “una decisione assurda e senza precedenti contro Berlusconi. Una decisione contra personam e senza alcun senso”.
La stabilità del governo torna a vacillare. Quella di oggi è “una pagina buia per le regole parlamentari”, ha detto il capogruppo Pdl in Senato Renato Schifani. “La Giunta, a maggioranza e con un voto deliberatamente politico, ha violato le regole in maniera surrettizia, con grave responsabilità dello stesso presidente del Senato, per consentire al Pd e ad altre forze di imporre ai loro senatori un voto contro il leader del centrodestra”. Poi conclude, minacciando conseguenze: “La giornata di oggi non potrà non avere conseguenze. Daremo risposte concrete con il massimo della determinazione”.
Indignato per quanto avvenuto anche Daniele Capezzone, deputato Pdl e presidente della commissione Finanze della Camera: “Con questa scelta del voto palese sulla decadenza di Silvio Berlusconi, il Pd ha condotto la giunta lungo la via della barbarie. Per evidenti ragioni di odio politico, si prefigurera un precedente inaccettabile rispetto al voto su persone, rispetto alla libera scelta dei parlamentari, rispetto alla stessa civiltà della discussione pubblica. E’ una pagina di vergogna che resterà per decenni”.
Non si fanno attendere le reazioni degli esponenti del Pdl dopo la decisione della Giunta di optare per il voto palese: “La Giunta ha partorito un mostro costituzionale – ha detto Anna Maria Bernini (Pdl) – ha cambiato una pratica di voto segreto che durava da più di 60 anni, contro Silvio Berlusconi e lo ha fatto modificando il Regolamento del Senato comportandosi come un plotone di esecuzione”. Anche secondo la senatrice del Pdl Elisabetta Alberti Casellati, quello di oggi è un nuovo “attacco frontale dai nostri cosiddetti alleati, che sul voto palese hanno dichiaratamente fatto una battaglia contro Berlusconi. E’ masochistico continuare a restare in un governo che continua a prevaricare su tutti i fronti: dai pregiudizi in giunta delle elezioni alle riforme costituzionali, dalle misure economiche alla giustizia. Sarà sempre tardi per dire basta ad una subalternità alla sinistra, che ha raggiunto limiti non più sopportabili per la salvaguardia della nostra identità e per il benessere degli italiani”.
La Giunta per il regolamento del Senato ha deciso: l’Aula deciderà le sorti politiche di Silvio Berlusconi attraverso il voto palese. E’ passata dunque la richiesta del Movimento 5 Stelle, appoggiata da Pd e Sel, anche se a fare la differenza alla fine è stato il voto determinante della senatrice Linda Lanzillotta di Scelta civica.
La senatrice di Scelta Civica Linda Lanzillotta interviene durante una pausa dei lavori della Giunta per il regolamento: “Quello sulla decadenza di Berlusconi – ha detto – non sarà un voto sulla persona, ma sul suo status di parlamentare. Pertanto non sarà necessario il voto segreto”. “Non reinterpretiamo il regolamento – ha poi concluso – perché è la prima volta che si applica legge Severino”. La Lanzillotta conferma dunque di essere favorevole al voto palese, opzione verso cui la Giunta sembra ormai propendere.
Sono terminati da pochi minuti i lavori della Giunta per il regolamento del Senato. Una volta ascoltati i vari interventi, i componenti dell’organo parlamentare dovranno decidere se mantenere il voto segreto o se optare per il voto palese per il giorno in cui l’Aula dovrà stabilire le sorti politiche di Silvio Berlusconi. Proprio il voto sulla decadenza da parlamentare del Cavaliere dovrebbe essere calendarizzato oggi al termine della riunione della Giunta per il regolamento. L’esito su voto segreto o palese si conoscerà invece tra non molto.
Il “problema” non è solo Berlusconi ma anche “chi vuole dargli tempo. Temiamo che dietro ci sia la regia del Presidente della Repubblica”. Lo ha detto all’Adnkronos Mario Michele Giarrusso, senatore del Movimento 5 Stelle e componente della Giunta delle elezioni di Palazzo Madama. “Napolitano ha sbagliato nel 2010, consegnando il Paese a Monti invece di mandarci al voto – prosegue il senatore grillino – e continua a perseverare nell’errore dando tempo a Berlusconi per mantenere in vita il governo”. Così facendo, il Capo dello Stato “non tiene in vita l’esecutivo, ma getta nel fango il nostro Paese”.
Anche se la Giunta dovesse optare per il voto palese, una volta in Aula 20 senatori potrebbero nuovamente porre la questione del voto segreto. Secondo Franco Russo (Pd), componente della Giunta per il regolamento, “questi 20 senatori dovrebbero motivare seriamente la loro decisione di presentare un ordine del giorno alternativo alla pronuncia della Giunta per le immunità”. E, nel caso che la Giunta per il regolamento decidesse di votare sulla decadenza con voto palese, “sinceramente ogni motivazione in altro senso risulterebbe piuttosto debole. Poi, comunque dovrebbe essere sempre il presidente del Senato a decidere il da farsi sentendo magari di nuovo la Giunta per il regolamento”.
La decisione della Giunta per il regolamento del Senato potrebbe arrivare a breve, anche prima di pranzo. Da quanto si apprende, si sta per concludere l’intervento del senatore del Pd Franco Russo, a cui seguirà quello della senatrice di Scelta Civica Linda Lanzillotta, considerata il vero ago della bilancia, che sarebbe orientata a votare a favore del voto palese. Infine toccherà al presidente di Palazzo Madama, Pietro Grasso (il quale ha già annunciato che non voterà), concludere i lavori della Giunta.
L’indiscrezione secondo la quale la Giunta per il regolamento del Senato si starebbe orientando verso il voto palese, ha scatenato la reazione degli esponenti del Pdl: “Inammissibile cambiare in corsa le regole del gioco – ha detto ad esempio il deputato Giuseppe Galati – Non è possibile che il Senato, attraverso le decisioni della Giunta, si esprimi in maniera arbitraria, decidendo con il voto palese”. Galati ha poi osservato che il regolamento “stabilisce in maniera chiara che in una circostanza come questa il voto debba essere segreto, la trasparenza si manifesta in questi termini e non con lo scrutinio palese che non può essere assunto in quanto sovvertirebbe le regole che devono essere necessariamente rispettate e costituiscono il presupposto fondamentale della vita democratica del Paese”. La pensa diversamente il senatore del Pd Felice Casson, secondo cui la discussione della Giunta è addirittura inutile, semplicemente perché Berlusconi “verrà dichiarato decaduto sia con il voto palese sia con il voto segreto”, ha detto ai microfoni di Radio Città Futura. “Nel segreto dell’urna – ha spiegato ancora – sappiamo che un certo numero di senatori del Pdl voteranno comunque contro Berlusconi”, quindi “il governo non cadrà perché ci sono decine di senatori, del Pdl o ex Pdl, che lo sosterranno”.
Roberto Formigoni smentisce Angelino Alfano e annuncia l’esistenza del cosiddetto documento degli “innovatori”, gli stessi che il 2 ottobre scorso erano pronti a votare la fiducia al governo Letta anche in contrasto con Berlusconi: “Il documento esiste e nel giro dei prossimi giorni lo renderemo noto”, ha detto Formigoni, aggiungendo che “poi lo porteremo al Consiglio nazionale dove saremo certamente più di un terzo del partito e forse più della metà”. Lunedì scorso, invece, Alfano diceva esattamente il contrario: “Non è vero che circola un documento degli innovatori”, aveva spiegato il vicepremier, sottolineando che “i sottoscritti consiglieri nazionali si riconoscono nella leadership di Silvio Berlusconi, ovviamente a cominciare da me. Questo sarebbe il primo rigo di ogni documento che io dovessi sottoscrivere”.
“La decadenza è un tema complesso dal punto di vista giuridico, parliamo di diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione. Deve occuparsene il Senato nella sua autonomia e facendo tutti gli approfondimenti senza che il tema diventi oggetto, come sempre, di un rodeo politico che non fa bene al Paese”. Lo ha detto il ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, Gianpiero D’Alia, intervenuto al “question time” di UnoMattina.
“A differenza del mio partito non vedo così fuori dal mondo il voto segreto”, ha detto Pippo Civati, candidato alla segreteria del Partito Democratico, intervenendo a Omnibus su La7. “E questa è un’altra cosa che mi differenzia dal mio gruppo dirigente”, ha poi aggiunto. Di diverso avviso è invece la portavoce del gruppo Pdl alla Camera, Mara Carfagna, secondo cui “Letta non può continuare a lavarsene le mani. Correggere la legge Severino con una norma interpretativa autentica significa, innanzitutto, ristabilire uno dei principi basilari del diritto: una sanzione amministrativa, come la decadenza, non può avere effetti retroattivi. Non siamo in presenza di una singola vicenda giudiziaria, ma di un’aberrazione del diritto alla quale il governo può e deve porvi rimedio”.
Nonostante quanto dichiarato nella giornata di ieri, la senatrice di Scelta Civica Linda Lanzillotta avrebbe annunciato di voler dare il suo “sì” a favore del voto palese, opzione verso cui la Giunta per il regolamento del Senato si starebbe dunque concretamente orientando. Intanto, ai microfoni di RaiNews24, anche il ministro per gli Affari regionali, Graziano Delrio, fa sapere che opterebbe “per il voto palese, anche se avevo molti dubbi: sono contrario ad essere ossessionati da Berlusconi come questo Paese lo è ormai da 20 anni”. “Sono contrario a ragionamenti ad personam – ha poi aggiunto – ma poiché molti hanno avanzato dubbi sulla giustezza e sulla retroattività di questa legge, è bene che il Senato escluda valutazioni personali e che la decisione sia di carattere generale. Capisco che ognuno possa avere, legittimamente, altre opinioni”.
Niente da fare per la “diretta” che aveva iniziato a fare su Facebook anche il senatore del Movimento 5 Stelle, Maurizio Buccarella: “Su segnalazione di agenzie che stanno riportando i flash aggiornativi dei lavori in giunta – scrive ancora sul social network – il Presidente mi invita a sospendere ogni comunicazione onde evitare qualsiasi polemica. Accolgo l’invito. A dopo”.
Secondo Mariastella Gelmini (Pdl), intervenuta ad Agorà su Rai Tre, l’espulsione di Berlusconi dal Parlamento “sarebbe un fatto destinato a incidere poco sul suo consenso e sulla sua popolarità. Anzi, credo che nell’elettorato di centrodestra susciterebbe una grande emozione e sarebbe destinata paradossalmente ad aumentare i consensi di Berlusconi”. In questo modo, ha aggiunto Gelmini, “il governo si scaverebbe la fossa: non si capisce infatti come Letta potrebbe governare grazie ai voti di Berlusconi se il suo partito lo dichiarasse decaduto e quindi indegno di andare avanti”.
Anche il leader dell’Unione di Centro, Pier Ferdinando Casini, è intervenuto ai microfoni di Uno Mattina per commentare i lavori della Giunta per il regolamento del Senato, invitando il presidente di Palazzo Madama Pietro Grasso ad “assumersi la responsabilità di scegliere” sulla vicenda del voto palese o segreto. Inoltre, “secondo il regolamento del Senato, lo scrutinio deve essere segreto”, ha aggiunto Casini, spiegando che “non si cambiano le regole nel corso del gioco soprattutto se viene fatto contro una sola persona. Abbiamo combattuto contro le leggi ad personam volute dal Cavaliere e non mi piace affatto che lo stesso metodo venga usato oggi contro di lui”.
Il senatore del Movimento 5 Stelle, Maurizio Buccarella, ha iniziato a raccontare su Facebook cosa sta accadendo nella Giunta per il regolamento del Senato: “Il sen. Nitto Palma richiama la Carta Costituzionale e il suo rapporto con la giunta del regolamento, strumento di garanzia che non può essere oggetto di scelte solo politiche di una maggioranza”, scrive a riunione iniziata. “Il sen. Ferrara sta disquisendo sulle ipotesi del cancellierato e del dibattito negli anni ’70 sul voto segreto ed adesso del caso Moro”, ha aggiunto pochi minuti più tardi.
Dopo il nulla di fatto di ieri, si è nuovamente riunita questa mattina, verso le 9.15, la Giunta per il regolamento del Senato che dovrà decidere la modalità di voto sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi. Dopo una giornata di tensioni e divergenze tra Pd e Pdl su voto segreto e voto palese, i componenti della Giunta presieduta da Pietro Grasso sono tornati oggi nella sala Pannini di Palazzo Madama dopo che ieri l’organo parlamentare aveva concluso i lavori con la relazione del senatore del Pd Francesco Russo. Dopo il dibattito, oggi è previsto il voto che dovrebbe presumibilmente arrivare nel primo pomeriggio. Prima di entrare in Senato, il presidente della commissione Giustizia, Francesco Nitto Palma (Pdl), è intervenuto alla Telefonata di Belpietro su Canale 5 spiegando che “incandidabilità e decadenza sono considerate dall’Unione Europea delle sanzioni che ovviamente non possono essere retroattive”, dicendosi poi sicuro che “il ricorso di Berlusconi sull’applicazione delle legge Severino avrà successo”. “Riconosciamo in Silvio Berlusconi il nostro leader indipendentemente dall’esito della sua decadenza contro la quale ci stiamo battendo – ha aggiunto -. È stato votato da milioni di elettori e spetterà a lui fare una sintesi. Il vero problema non è solo la decisione nel merito, ma le modalità, la violazione delle procedure con le quali si cerca di ottenere la decadenza del Cavaliere: si tratta di gravi violazioni delle regole delle nostre istituzioni e di quelle dell’Unione Europea”, ha ribadito. Lo stesso Berlusconi ha chiesto all’esecutivo di affermare la non retroattività della Legge Severino, ricevendo però l’immediata replica del presidente del Consiglio, Enrico Letta: “La mia risposta sta nel discorso che ho fatto alle Camere il 2 ottobre – ha detto il premier a Radio anch’io – Ho chiesto la fiducia al Parlamento” ottenendo “un largo consenso e in quella richiesta il pilastro è che l’Italia ha bisogno di ripresa, di un Governo e ci vuole separazione tra le singole vicende giudiziarie e l’azione del Governo”.