Nonostante Letta sostenga che “si è chiuso un ventennio”, è ancora presto per dire che Berlusconi è finito. Certo, la settimana da poco conclusa ha lasciato il segno nel centrodestra, nel Pdl e nel progetto della nuova Forza Italia, soprattutto a causa di una spaccatura interna le cui conseguenze non sono ancora molto chiare. Si rafforza invece il centrosinistra e il Pd, come anche il governo che dopo aver incassato la fiducia può tornare a respirare. E’ questo il quadro che oggi delinea su La Repubblica Ilvo Diamanti, fondatore dell’istituto di ricerca politica e sociale Demos & Pi. Nel dettaglio, si legge che il Partito Democratico sale oltre il 32%, guadagnando fino a quattro punti rispetto al mese scorso. Il Pdl, invece, fa registrare una flessione di sei punti percentuali, crollando fino al 20% e subendo il sorpasso del Movimento 5 Stelle, stabile intorno al 21%. Come detto, cresce anche la fiducia nel governo Letta: fino a poche settimane fa il 41% degli elettori si diceva convinto che non sarebbe durato più di sei mesi e solo il 26% ipotizzava il raggiungimento di un anno di vita. Oggi, invece, tutto è cambiato e più del 40% degli intervistati crede che durerà molto più di sei mesi. Silvio Berlusconi scivola anche nella graduatoria dei leader politici: il Cavaliere si attesta al momento intorno al 18%, dieci punti in meno rispetto allo scorso maggio, mentre Angelino Alfano, colui che ha guidato la fronda di coloro che hanno voltato le spalle al presidente, ottiene attualmente un consenso doppio, pari al 36%. Infine nel centrosinistra Enrico Letta è davanti a Matteo Renzi, rispettivamente con il 57 e il 53% dei consensi, ma se si dovesse tornare alle elezioni il sindaco di Firenze sarebbe comunque il candidato preferito dal 43% degli elettori di centrosinistra.



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