Commenti positivi da parte del governo alle parole del Capo dello Stato sul problema delle carceri. Napolitano ha infatti auspicato una amnistia che risolva il sovraffollamento delle carceri italiane anche in vista della condanna espressa sul tema dall’Unione europea. Secondo Enrico Letta il messaggio del presidente della Repubblica è “ineccepibile” e il governo è pronto a fare la sua parte. “Se è vero che il grado di civiltà di una nazione si misura dal livello delle proprie prigioni, l’attuale situazione mortifica la dignità dei detenuti e, con loro, dell’Italia intera”. Sulla stessa linea il ministro Cancellieri da sempre impegnata su questo argomento: ampia condivisione, ha detto, del messaggio di Napolitano su temi che hanno bisogno di una risposta. “Stiamo lavorando a una vera riforma carceraria, questo alleggerimento è quello che manca” ha aggiunto, spiegando che non c’è alcun rischio che la amnistia di cui si parla possa coinvolgere anche Silvio Berlusconi. E’ questo il rischio infatti sollevato dal M5S che ha parlato di un indecente inciucio: l’amnistia andrebbe bene se non ci fosse il sospetto o anzi la certezza che essa possa avere a che fare con il condannato Berlusconi. Contraria a una possibile amnistia anche la Lega come ha fatto sapere il segretario Maroni.
Napolitano ha inviato un messaggio alla Camere che sarà letto, alle 16, dal presidente del Senato Pietro Grasso e, sempre nel pomeriggio (ma l’orario ancora non è stato precisato), dal suo omologo alla Camera, Laura Boldrini. Il contenuto del testo riguarda le carceri, ed era stato anticipato nel corso di una visita del presidente della Repubblica a Poggioreale. Allora, aveva fatto sapere che avrebbe destinato una missiva alle assemblee parlamentari per ribadire «la necessità di un provvedimento di clemenza, di indulto e di amnistia». La decisione del capo dello Stato, prevista dall’articolo 87 della Costituzione, rappresenta un atto del tutto straordinario. E’ la prima volta, infatti, che Napolitano lo compie. Erano addirittura 11 anni che un presidente della Repubblica non inviava messaggi alle Camere. L’ultima volta che il Colle inaugurò un dibattito parlamentare, fu con Ciampi. Nel 2002, infatti, chiese al Parlamento di affrontare la questione della libertà d’informazione. Il messaggio è stato consegnato ai presidenti di Palazzo Madama e Montecitorio dal segretario generale della presidenza della Repubblica, Donato Marra