Il voto sulla decadenza di Berlusconi sarà a scrutinio palese. La decisione della Giunta per le elezioni del Senato avrebbe potuto determinare un sommovimento politico e far tremare le fondamenta del governo. Non è escluso che ciò accada. Per il momento, tuttavia, gli unici tumulti a cui è possibile assistere sono quelli interni al Pdl. I falchi, come era prevedibile, hanno colto la palla al balzo per sostenere che, fallito ogni tentativo di mediazione, non è pensabile continuare a sostenere chi ha pervicacemente ricercato l’assassinio politico del loro capo. Il governo deve cadere. Berlusconi, dal canto suo, tentenna. Una decisione vera e propria non l’ha ancora presa. Certo, è tentato di mandare tutto all’aria. Ma sa che potrebbe non avere i numeri. Intervistato da Bruno Vespa per il suo prossimo libro, si è limitato a dire che non riusciranno a farlo fuori politicamente e che la sentenza che lo ha condannato a 4 anni per frode fiscale è ingiusta e, presto, sarà ribaltata. Nel frattempo, 22 senatori del Pdl alfaniani che si autodefiniscono “’innovatori”, hanno firmato un appello rivolto al presidente del Senato Pietro Grasso affinché ignori la decisione della Giunta e consenta all’Aula di votare a scrutinio segreto. Abbiamo fatto il punto sulla situazione con Massimo Franco, editorialista del Corriere della Sera.



Cosa comporta il voto palese?

Indubbiamente, la decisione della Giunta per le elezioni ha sortito l’effetto di ricompattare il Pdl in difesa di Berlusconi.

Solo in tal senso?

Beh, ciò non significa che lo abbia ricompattato anche nei confronti del sostegno o meno al governo.

Cosa intende?

Per il modo in cui la parte berlusconiana più critica verso le larghe intese sta reagendo, sembra quasi che dia per scontata l’esplosione del partito, e che stia tentando di utilizzare l’episodio per mettere nell’angolo i cosiddetti governativi. Non è detto che effettivamente condurranno a termine l’operazione. Di sicuro, la vicenda può accentuare i rischi di un atteggiamento nei confronti del governo sempre più critico.



Berlusconi potrebbe decidere, alla fine, di far saltare il banco?

Molto dipenderà dall’atteggiamento degli altri partiti. Non è ancora del tutto chiaro se esista ancora e quanto sia forte la tentazione di andare a elezioni anticipate all’interno di una parte del Pd. Attualmente, quindi, assistiamo ad un gioco di sponda.

 

Eventualmente, il governo ha i numeri per resistere al tentativo di aprire la crisi?

Per il momento, nonostante la situazione sia estremamente in movimento, credo che abbia i numeri per continuare a sopravvivere.

 

I famosi 23 senatori che, alla vigilia del voto di fiducia del 2 ottobre al Senato, firmarono un documento per affermare che, comunque si sarebbero messe le cose, avrebbero continuato a sostenere il governo, cosa faranno? Potrebbero temere, in caso di elezioni anticipate, di non essere ricandidati?



Anzitutto, molto dipende da quanto si svolgeranno le elezioni. Inoltre, dubito che Berlusconi disponga ancora della consenso elettorale per potere garantire a chi gli mostrerà fedeltà la rielezione. Infine, anche laddove decidessero di tornare sui loro passi, verosimilmente sarebbero annichiliti all’interno della nuova Forza Italia.

 

Perché lo pensa?

Costoro sono stati definiti traditori. Nel momento in cui dovessero rientrare a tutti gli effetti nel partito, sarebbero costretti a farlo macchiati per sempre dal marchio del traditore. La situazione, quindi, è oggettivamente compromessa per tutti.

 

(Paolo Nessi