Quantomeno, l’iniziativa è stata spiazzante: 22 senatori alfaniani hanno sottoscritto un appello condiviso dal ministro Quagliariello e indirizzato al presidente del Senato, Pietro Grasso, affinché ignori il responso della Giunta per le elezioni e faccia votare la decadenza di Berlusconi a scrutinio segreto. Gli hanno chiesto, in particolare, di disattendere il «parere non vincolante della Giunta così come il comma 5 dell’articolo 113 consente di fare». Ci si poteva aspettare una mossa del genere dai cosiddetti falchi. Non dai governativi. Abbiamo chiesto al senatore Carlo Giovanardi, tra i firmatari, di spiegarci il significato dell’operazione.



Qual è il senso dell’appello?

Il presidente Grasso ha il compito di tutelare la dignità del Senato. La Giunta, sovvertendo la prassi parlamentare, si è inventata che buttare fuori dall’Aula un senatore per indegnità morale, ritenendo che la sua presenza inquini il consesso, non riguarda la persona ma il Parlamento; ora, capisco l’ipocrisia, ma c’è un limite.



La Lanzillotta era l’ago della bilancia. Alla fine ha deciso per il voto palese. Eppure, non la si può certo considerare una feroce comunista antiberlusconiana.

Guardi, non intendo sindacare sulle sue ragioni personali. Noto soltanto che per una settimana ha detto che avrebbe scelto il voto segreto e si è convertita all’ultimo secondo. Francamente, chi ha optato per questa scelta riporta alla mente quel periodo in cui venivano colpiti i giornalisti, i poliziotti, i carabinieri o i magistrati, e si affermava che non si colpiva l’uomo ma la divisa.

Torniamo al voto.

E’ evidente che un senatore che vota a scrutinio palese è condizionabile da una serie di ricatti e circostanze che lo obbligano alla disciplina di partito. Basti pensare a Violante: quando suggerì di sollevare un’obiezione costituzionale sulla retroattività della Severino, fu linciato dal suo stesso partito.



La sinistra teme che con il voto segreto qualcuno del Pd possa decidere di salvare Berlusconi?

E’ evidente. Anche se è irragionevole. A Berlusconi è stata comminata la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici. Decadrebbe comunque. Qui siamo di fronte alla volontà di infierire.

Perché?

Perché l’Italia, purtroppo, è fatta così: non si sono accontentati di fucilare Mussolini, lo hanno dovuto impiccare per i piedi; non si sono limitati ad uccidere Moro, lo hanno crivellato di colpi; Craxi lo hanno fatto morire come un cane, negandogli di potersi curare in Italia. Siamo un Paese di maramaldi. Questo atteggiamento non farà altro che spaccare ulteriormente il Paese tra chi, con la bava alla bocca, riterrà che quello che ha subito Berlusconi è un’infamia, e quelli che penseranno che se lo meritava.

Per caso, avete votato il documento come prova della vostra fedeltà a Berlusconi, nella speranza di tornare nelle sue grazie?

Ma si figuri. Noi, il 2 ottobre, abbiamo assunto una posizione che non è cambiata. Difendiamo Berlusconi, appoggiamo il governo e contestiamo gli sfascisti: quelli che vogliono far saltare l’esecutivo e gettare il Paese in elezioni anticipate che non cambierebbero di un millimetro la situazione di Berlusconi.

 

Lei è ancora dell’opinione che il Pdl e Forza Italia siano ormai due partiti distinti?

La mia non è un’”opinione”.

 

I suoi colleghi governativi la pensano diversamente.

Mi limito a fotografare la situazione: è nata Forza Italia, è stata aperta una nuova sede, il nuovo partito non ha più un segretario e sono stati azzerati tutti gli organi del Pdl. Nel frattempo, tuttavia, il Pdl continua a esistere.

 

Quindi?

Invece che stare a litigare, sarebbe sufficiente che chi ha in mente un modello di partito privo di democrazia interna, senza tesseramenti o congressi, vada in Forza Italia; chi, invece, vuole un partito vero, che faccia parte del Ppe, resti nel Pdl.

 

Scusi ma Alfano, Lupi, Quagliariello, Sacconi, Formigoni, la Lorenzin e tutti gli altri alfaniani, quando ci saranno nuove elezioni, resteranno con lei nel Pdl o torneranno in Forza Italia?

Hanno già scelto il 2 ottobre, mi pare evidente. Anche alla luce del fatto che, alle ultime amministrative, è stata una disfatta.

 

Cosa c’entra?

Se si continua a dire che non deve esistere un partito, strutture, o democrazia interna, si sparisce.

 

Voi del Pdl, quindi, vi alleerete con Forza Italia?

E’ evidente. Nell’ambito del centrodestra, ci saranno il Pdl, Forza Italia, la Lega e Fratelli d’Italia. Di certo, non siamo interessati a progetti neocentristi. Né, soprattutto, a fare la fine di Casini o Monti.

 

(Paolo Nessi)