“Sì a una coalizione che tenga insieme le diverse anime del centrodestra, ma no a primarie che rischiano solo di esacerbare gli animi e creare ferite insanabili”. E’ l’appello di Attilio Fontana, leghista della prima ora, sindaco di Varese e presidente di Anci Lombardia. Ieri il segretario della Lega Nord, Roberto Maroni, ha dichiarato che “quel che conta è che Berlusconi abbia teso la mano ad Alfano, dimostrando ancora una volta di essere un genio della politica”, spiazzando “falchi e falchetti e indicando l’obiettivo di comprendere nella coalizione anche quelli che non sono andati in Forza Italia”. Secondo Maroni, “per la Lega si tratta di una grande opportunità. Possiamo interpretare il ruolo di facilitatori, per far deporre le armi”.



Fontana, davvero il fatto che non si sia consumata la rottura tra Alfano e Berlusconi è una buona notizia per la Lega?

Condivido le affermazioni di Maroni. Al di là delle valutazioni di carattere nazionale, sul territorio una spaccatura irreversibile fra le due anime del centrodestra potrebbe portare a degli sconquassi che credo non farebbero bene a nessuno e soprattutto alla buona amministrazione che stiamo portando avanti nelle Regioni, nei Comuni e nelle Province. Nel momento in cui si sono trovate delle diversità e dei distinguo, è un fatto positivo che questi distinguo e queste diversità possano continuare a convivere e ad amministrare in modo serio. Si tratta di un aspetto considerevole, speriamo che si mantenga questa volontà soprattutto quando il 27 novembre ci sarà il discorso di Berlusconi.



Come si situa la Lega Nord tra queste due anime del centrodestra?

La Lega Nord ha una sua autonomia e una sua chiara individuazione. Non credo che debba situarsi tra le due anime. Noi la nostra politica, le nostre idee e le nostre proposte le abbiamo sempre fatte in maniera assolutamente chiara e precisa. Saranno piuttosto gli altri che si dovranno situare nei nostri confronti.

Lei che cosa ne pensa delle primarie?

E’ un’idea come le altre, utile soprattutto in prossimità delle elezioni per dare una grande visibilità ai candidati. Non sono però sicuro che all’interno del partito crei tutti quei vantaggi che derivano poi all’esterno. All’interno dei partiti si creano spesso delle ferite che sono poi difficili da rimarginare. A questo punto per esempio ritengo che non sia fino in fondo possibile un recupero dei rapporti fra le due anime del Pd, e questo rappresenta un difetto tipico delle Primarie.



Quindi più che creare una dialettica che poi si supera politicamente, ciò che avviene con le primarie è una frattura insanabile?

Il nostro Paese e la nostra gente purtroppo sono fatti così. La dialettica è sempre superata dalla polemica, dall’attacco personale, dall’incapacità di discutere. Di recente ho lanciato la proposta di una collaborazione da parte di tutti per superare le difficoltà dei Comuni. Purtroppo però non si riesce, perché l’amore per la polemica, per mettere l’avversario in difficoltà e per recuperare anche soltanto un voto un più è superiore alla volontà di fare il bene della collettività. Purtroppo fa parte della nostra cultura o del nostro modo di essere. Gli italiani sono un popolo di anarcoidi individualisti.

 

Maroni ha detto: “Bossi continua ad aggredirmi in modo immotivato e incomprensibile”. Lei che cosa ne pensa?

Anche di recente c’è stata un’affermazione poco gradevole da parte di Bossi. E ha ragione Maroni a dire che ciò è “immotivato e incomprensibile”. Dopo la grande amicizia e collaborazione tra i due, e vedendo la loro storia, non c’è alcuna ragione perché Bossi aggredisca Maroni.

 

Lei come vede il futuro del centrodestra in questa fase così difficile e complessa?

Il futuro è complesso non per il centrodestra, non per il centrosinistra, non per il Pd, ma per l’intera struttura organizzativa della nostra politica. E’ questo l’aspetto cui i partiti non hanno ancora guardato con sufficiente attenzione. On credo che il rimescolamento delle singole formazioni politiche sia sufficiente a risolvere i problemi. In futuro si dovrà guardare ad altre evenienze, in quanto oggi le differenze politiche tra il centrosinistra e il centrodestra sono abbastanza limitate.

 

(Pietro Vernizzi)