“Raccomandai la Cancellieri a Berlusconi affinché venisse confermata prefetto a Parma”. La Camera ha appena respinto la mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle nei suoi confronti, ma il ministro della Giustizia deve già fare i conti con queste dichiarazioni che Salvatore Ligresti ha rilasciato nel corso di un interrogatorio, avvenuto nel dicembre 2012, ai pm di Milano. “Mi feci latore del desiderio dell’allora prefetto Cancellieri che era in scadenza a Parma e preferiva rimanere in quella sede anzichè cambiare destinazione – è il racconto di Ligresti – L’attuale ministro Cancellieri è persona che conosco da moltissimi anni e ciò spiega che mi si sia rivolta e che io abbia trasmesso la sua esigenza al presidente Berlusconi. In quel caso la segnalazione ebbe successo perché la Cancellieri rimase a Parma”. La Guardasigilli smentisce tutto e, definendo la ricostruzione “falsa e destituita da ogni fondamento”, parla di “un accanimento che non ha limite” e di “un disegno che non comprendo”. “Come fa a dire di avermi raccomandato? – si chiede poi – Per quale motivo avrei dovuto o voluto rimanere a Parma?”.



Lancio di petardi contro la sede nazionale del Pd di Roma. E’ successo questo pomeriggio, alcune ore dopo che la camera dei deputati aveva votato il no alla mozione che intendeva sfiduciare il ministro Cancellieri, voto arrivato grazie al Pd che nonostante i malumori interni ha poi obbedito alle richieste di Enrico Letta. Alcuni appartenenti all’area antagonista si sono infatti radunati davanti alla sede, cercando di fare irruzione in protesta contro il voto, ma sono stati bloccati da un cordone di poliziotti. Diversi petardi sono stati lanciati contro l’edificio, poi la situazione si è calmata. 



Come raccontato stamane in questa diretta, mentre la deputata dei cinque stelle Giulia Sarti stava terminando l’intervento nel quale spiegava i motivi della mozione contro il ministro Cancellieri, tutti i suoi colleghi onorevoli si sono messi a far squillare i loro telefonini. Un riferimento alle telefonate del ministro con la famiglia Ligresti. E’ intervenuta il presidente della Camera laura Boldrini chiedendo di “togliere questi telefonini”.

La Camera dei deputati ha votato il no alla sfiducia: il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri dunque non è stato sfiduciato e rimane al suo posto. La Camera dei deputati ha respinto la sfiducia ad Annamaria Cancellieri con 405 no e 154 sì e tre astenuti. Secondo quanto predispone l’ordinamento parlamentare, la sfiducia si vota solo nel ramo del Parlamento in cui è stata presentata. In questo caso, la mozione era stata presentata alla Camera per cui non sarà necessario alcun voto al Senato.



Sono iniziate le operazioni di voto sulla mozione di sfiducia al ministro Cancellieri promossa dal Movimento cinque stelle. Stamattina era intervenuto direttamente il ministro spiegando il perché del suo no alle dimissioni e poi tutti i rappresentanti delle forze politiche dei quali già si sapevano le intenzioni di voto. E proprio i rappresentanti del M5S hanno inscenato diverse azioni di protesta in aula, la prima appena il ministro aveva cominciato  a parlare stamane facendo squillare i loro telefonini, un modo per sottolineare  le telefonate con la famiglia Ligresti di cui il ministro è accusato. Poi spargendo su tutti i loro banchi dei cartelli che formano una coreografia che leggendola dice Cancellieri a casa. 


Ed ecco l’intervento conclusivo dei vari gruppi politici, quello di Guglielmo Epifani segretario del Pd. Ovviamente ha ribadito come il suo partito intenda votare la fiducia al ministro, e quindi ha rilasciato parole dure verso il Movimento cinque stelle che, ha detto, a furia di urlare e mostrare cartelli rischia di non prendere più voti. Il governo, ha aggiunto, ha bisogno di poter lavorare, E’ una vicenda questa, ha detto ancora dalle molte facce: “In quella telefonata ci sono cose che non ci hanno convinto da subito. Quello che non va in quella telefonata non è quello che c’è, ma quello che manca. Lei doveva ricordare di voler agire soltanto nel rispetto dei suoi poteri”. Una frase questa che forse ha voluto andare incontro ai malumori di molte anime del Pd che erano intenzionate a votare la sfiducia. Ha poi comncluso invitando il ministro a trovare il modo di chiarire le idee all’opinione pubblica che su questo episodio è comunque confusa. Renato Brunetta, prendendo la parola per conto di Forza Italia, ha dichiarato il suo sostegno al ministro. Nel suo intervento ha citato la “macchina del fango” azionata da Repubblica e Fatto Quotidiano, per poi dire che il suo gruppo voterà la fiducia in modo convinto: “Si tratta soltanto di un attacco politico al governo, ma la sfiducia alla Cancellieri arriva in realtà dal suo partito. Si celebra soltanto un rito macabro, con cui Renzi vuole demolire Enrico Letta”. Ha concluso dicendo come quella di oggi è in realtà una fiducia di Pirro al governo perché il Pd con le sue lotte di potere ha ucciso le larghe intese con la decadenza di Berlusconi.

E’ la volta del Movimento cinque stelle, primo firmatario della mozione di sfiducia. Viene detto come il ministro Cancellieri con i suoi comportamenti ha perso ogni minima fiducia da parte degli italiani: “Si è messa a disposizione della famiglia Ligresti, ma le sembra una cosa normale, una famiglia dedita alla delinquenza finanziaria? Oppure di una signora sofferente che appena uscita è andata a fare shopping nei negozi alla moda”. Viene ribadito come un ministro deve essere imparziale rispetto ai propri interessi amicali, a quelli patrimoniali dei propri figli, deve essere imparziale e apparire imparziale agli occhi dell’opinione pubblica. In conclusione Andrea Colletti attacca duramente il ministro: lei si è messa al servizio dei potenti, ha detto.

Al suo esordio in parlamento, il Nuovo centrodestra ha espresso la sua dichiarazione tramite Farizio Cicchitto che non ha avuto dubbi a annunciare il proprio sostengo al ministro Cancellieri. Ha defunto indegne speculazioni le accuse nei suoi confronti. Non è mancata però una piccola gaffe, quando Cicchitto ha detto di offrire il massimo sostengo “al sindaco” Cancellieri che come si sa è il ministro della giustizia. Sel invece tramite Gennaro Migliore ha detto che non voteranno la fiducia: le sue difese, ha detto rivolgendosi al ministro, non ci hanno convinto: è una vicenda drammatica per l’autorevolezza delle istituzioni e non si può mettere da parte. Aggiungendo che le amicizie del ministro con la famiglia Ligresti riguardano tutti gli italiani perché i Ligresti non sono una famiglia normale come le altre. 

La dichiarazione di voto della Lega nord è maggiormente incentrata sul Pd piuttosto che sul ministro, anche se la Lega fa sapere che voterà la sfiducia (“ha mantenuto comportamenti inopportuni e inadeguati per il ruolo che copre”). Molteni della Lega ha infatti detto che il Pd sta facendo un regolamento di conti interno sulla pelle degli italiani e rivolgendosi a Pippo Civati gli ha chiesto che fine abbia fatto la sua mozione di sfiducia che aveva promesso di presentare oggi. Stessa cosa ha chiesto ai sostenitori di Renzi: “Che fine hanno fatto le richieste dei parlamentari vicini a Renzi sulle dimissioni alla ministra? Avete annullato la vostra dignità, di fronte alle pretese dei vostri capi”.

Ieri alla vigilia del voto sul caso Cancellieri intanto nel Pd sono volati gli stracci, con Civati che arriva a dare degli “stronzi” al gruppo dirigente all’interno del partito. L’accusa è chiara e colpisce la pretesa della maggioranza all’interno del Pd di egemonizzare chi non la pensa come gli altri. In pratica per Civati i big del Partito Democratico sarebbero dei prepotenti, dei “bulletti” che non lasciano in pace i compagni meno forti. Tutto è iniziato con Enrico Letta il quale, riferendosi al ministro, ieri ha detto: “Sfiducia a lei è sfiducia al governo”. Qualcuno però non l’ha presa bene, tanto che Pippo Civati, candidato alla segreteria del Pd, è andato all’attacco: “I miei compagni di partito hanno deciso diversamente, accogliendo l’ennesimo, impolitico, ricatto: o così, o nulla”. A rimarcare il tutti contro tutti anche la polemica con Gianni Cuperlo, un altro dei candidati alla segreteria che ha criticato Civati. Il quale replica accusando Cuperlo di essere uno dei franchi tiratori che affossarono Prodi: “Cancellieri rimarrà al suo posto, tra gli applausi di Cuperlo e di tre quarti del gruppo Pd. Persone che non hanno votato Prodi e che nemmeno lo dicono, poi fanno lezioni di correttezza agli altri”. Quindi la stoccata finale: “Il Pd si merita un altro gruppo dirigente. Persone che non facciano gli stronzi con le minoranze quando sanno di essere maggioranza, che non facciano i prepotenti con chi non la pensa come loro, e tutto quello che gli dice chi comanda”.

Sono cominciate le dichiarazioni di voto dei vari rappresentanti di partito dopo che il ministro Cancellieri ha concluso il suo intervento. Fratelli d’Italia ha dichiarato che voterà la sfiducia. Fabio Rampelli ha detto che il ministro non ha mai fatto nulla per quanto riguarda gli accordi bilaterali affinché la popolazione carceraria venga diminuita. Il governo, ha aggiunto, non si è mai occupato di carcerazione preventiva, di intercettazioni, e neanche di una vera riforma della giustizia, per questo chiedono che la Cancellieri dia le dimissioni e sia sostituita da persona maggiormente competente. Invece Pino Pisicchio del Centro democratico ha detto che voterà la fiducia al ministro in quanto la mozione di sfiducia è solo un tacco al governo per andare al voto anticipato. 

Il ministro Annamaria Cancellieri ha concluso il suo intervento in aula ribadendo di essere stata lei a riferire quanto detto al telefono con Antonio Ligresti: “Se non l’avessi fatto mai sarebbero diventati noti perché non intercettati”. Ha ringraziato il presidente del consiglio Letta per il suo sostegno così come di quello del governo e ha concluso esprimendo la sua amarezza perché in questa vicenda è stato toccato il suo onore e quello della sua famiglia. 

Continuando il suo intervento, il ministro Cancellieri ha risposto in modo specifico a quello che è il punto fondante della mozione di sfiducia nei suoi confronti: “Respingo con assoluta fermezza che ci sia un’odiosa giustizia di classe, che differenza cittadini di serie A e B. Non vi è stato alcun favoritismo, né alcun intervento calato dall’alto”. Nella mozione del M5S infatti si dice che non si tratta di sfiducia politica, ma di sfiducia dettata dalla visione classista del ministro di esercitare il suo ruolo. A proposito della sua telefonata, dice che sono state costruite su di essa congetture inaccettabili: “Le mie parole sono state interpretate come un impegno ad andare oltre le mie prerogative e travalicare l’impegno della magistratura. Tutto ciò è falso”. Io, ha detto ancora, non ho mai mentito alla magistratura  e al parlamento. 

Il ministro Annamaria Cancellieri ha cominciato il suo intervento in aula nel giorno in cui si vota la sfiducia nei suoi confronti. Ha esordito dicendo subito che è legata ad Antonino Ligresti da lunga amicizia: “Cinque giorni prima della mia telefonata ad Antonino, una relazione medica attestava la gravità della situazione di Giulia Ligresti. Da parte mia, nessun inconsueto zelo né una anomala tempestività, ma una ordinaria attività di prevenzione come dimostra la scansione temporale degli avvenimenti”. Intanto i rappresentanti del M5S hanno dato vita a una singolare protesta facendo squillare i telefonini e gridando poi alla volta del ministro dimissioni.

E’ cominciato il dibattito in aula sulla mozione di sfiducia presentata dal Movimento cinque stelle. Il voto ci sarà a partire dalle ore 15. Verso le 11 e 30 parlerà il ministro, seguita poi da Fabrizio Cicchitto (Ncd), Renato Brunetta (Fi), Andrea Colletti del Movimento 5 Stelle. Ultimo a parlare sarà Epifani segretario del Pd. Come detto in precedenza, Enrico Letta ha chiesto a tutto il suo partito di votare compatto la fiducia al ministro, in caso contrario, ha aggiunto, sarebbe un attacco al governo per farlo decadere. 

Chi vota contro il ministro Cancellieri vota contro il governo. Con queste sintetiche parole ieri sera Enrico Letta ha rimesso al  loro posto gli scalpitanti Renzi e Civati che nei giorni scorsi avevano chiesto di votare contro il ministro. Entrambi hanno detto che obbediranno agli ordini di scuderia e quindi si metteranno a disposizione di un Pd che come da indicazioni voterà a favore della Cancellieri, salvo sorprese dell’ultimo minuto. Un partito dunque diviso che però per salvare il governo accetta di mettere da parte le divisioni. Ecco cosa ha detto Letta ai suoi: “”La sfiducia al ministro sarebbe una sfiducia al governo. So che la pensiamo diversamente ma vi chiedo un atto di responsabilità come comunità, l’unità del Pd è l’unico punto di tenuta del sistema politico italiano”. Aggiungendo che la richiesta di sfiducia al ministro è un atto di aggressione politica. 

Si svolge oggi presso la Camera dei Deputati il voto sulla mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle nei confronti del ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, coinvolta nel caso della scarcerazione di Giulia Ligresti. Secondo i grillini la Guardasigilli si è lasciata “condizionare nel suo operato dai suoi rapporti personali con la famiglia Ligresti e dai rapporti economici poco chiari del figlio”, agendo anche con una “marcata disparità di trattamento” verso gli altri detenuti “non eccellenti”, e “utilizzando i magistrati che operano all’interno del ministero”. Tutto ciò rappresenta “un’ombra indelebile sulla sua figura istituzionale da un punto di vista etico, morale e politico”, quindi i 5 Stelle esprimono “sfiducia al ministro Cancellieri” e “lo impegna a rassegnare le dimissioni”. Nelle ultime ore, una fonte del governo italiano citata da Financial Times ha fatto sapere che la Cancellieri potrebbe presentare le sue dimissioni prima del voto sulla mozione di sfiducia, ma al momento non è giunta alcuna novità a riguardo: da Palazzo Chigi, intanto, soprattutto dopo che la procura di Torino ha comunicato che “nessun soggetto è stato iscritto nel registro degli indagati”, il premier Enrico Letta ha ribadito il totale appoggio al ministro. Proprio per questo il Pd risulta al momento spaccato sulla vicenda, visto che Matteo Renzi, sindaco di Firenze candidato alla segreteria del partito, ha più volte chiesto a gran voce le dimissioni che “non dipendono da un avviso di garanzia”: “Questa vicenda – ha detto il primo cittadino fiorentino – purtroppo ha minato l’autorevolezza istituzionale e l’idea di imparzialità del Ministro della Giustizia”, che quindi dovrebbe fare al più presto un passo indietro. Nella serata di martedì, invece, durante la riunione del gruppo Pd, Pippo Civati (anche lui candidato alla leadership del partito) ha presentato una nuova mozione di sfiducia da presentare accanto a quella dei 5 Stelle, ma lo spunto non è piaciuto al viceministro dell’Economia Stefano Fassina, il quale ha ricordato all’esponente del Pd che “fa parte di un partito e che decisioni così rilevanti vanno prese assieme”, ma ha anche consigliato al ministro Cancellieri di “valutare la posizione di una parte significativa della maggioranza: è evidente che il rapporto si è incrinato e che una valutazione vada fatta”. Ha le idee chiare Maurizio Lupi, ministro dei Trasporti intervenuto di recente su queste colonne, secondo il quale la Cancellieri ha fatto “ciò che era suo compito: segnalare alle strutture del suo ministero, non all’autorità giudiziaria, la verifica di un caso in cui una persona rischiava la vita in carcere per problemi di salute. L’ha fatto per altre 110 persone nei primi tre mesi del suo mandato. I pm che si sono interessati alla questione, e parlo di Giancarlo Caselli non di uno qualunque, non ipotizzano reati. Non vedo i motivi per sue dimissioni né per negargli la fiducia”.