E’ stato apocalittico, il Cavaliere. Peccato che l’apocalissi incipiente sia la sua. Berlusconi, in un’improbabile conferenza stampa in cui ha parlato dell’esistenza di nuove carte e testimoni che lo scagionerebbero, ha rivolto un appello ai senatori del Pd e dell’M5S che si accingono a votare a favore della sua decadenza: «non assumetevi una responsabilità che graverebbe per sempre sulla vostra vita e sulle vostre coscienze e di cui in futuro potreste vergognarvi di fronte ai vostri figli, agli elettori e agli italiani», ha detto. L’ex delfino, dal canto suo, ha ribadito quanto la decadenza sarebbe ingiusta; e che però, alla manifestazione in difesa di Berlusconi del 27 novembre, non ci andrà. Infine, ha proposto un «patto con il Parlamento». Ovvero, 5 provvedimenti da assumere entro il 2014: «riforma della legge elettorale; via il bicameralismo perfetto; tagliare 10mld di spesa improduttiva da destinare al taglio delle tasse sul lavoro; abbattere il debito pubblico; intervenire su retribuzione di produttività». Mattia Feltri, editorialista de La Stampa, ci spiega cosa sta succedendo nel centrodestra.



Cosa ne pensa di ciò che Berlusconi ha detto in conferenza stampa?

L’operazione è stata di un’inutilità a dir poco imbarazzante. Nessuno cambierà opinione per le sue parole, così come nessuno può credere che chi voterà la sua decadenza si sentirà inchiodato alle proprie responsabilità agli occhi dei posteri. Il finale, poi, con quel riferimento ai figli, è stato particolarmente infelice; se voleva dare un ulteriore incentivo a chi lo sta combattendo, c’è riuscito.



Perché, secondo lei, si comporta così?

A meno che le testimonianze di cui parla non rivelino effettivamente delle sorprese (cosa di cui dubito fortemente) ha dato l’impressione di non sapere più che carte giocarsi. Siamo abituati ad un uomo che, ogni volta che parlava, teneva un occhio sugli effetti elettorali che le sue parole avrebbero sortito. Questa volta neanche questo.

Quanto può aver inciso la scissione del Nuovo centrodestra?

Moltissimo. In altre occasioni, poteva contare sul fatto di essere determinante per la vita del governo e, di conseguenza, aveva una strategia per la fine della legislatura. Questa volta, i numeri per tenere in piedi il governo ci sono e, dopo la sua decadenza, presumibilmente aumenteranno.



Da Forza Italia, ci sarà una migrazione verso Ncd?

Sicuramente. Non so dire quanti, ma di sicuro ci saranno alcuni che lasceranno il partito di Berlusconi per unirsi ad Alfano.

Alfano, dal canto suo, ha fatto sapere che non parteciperà alla manifestazione in occasione del voto sulla sua decadenza.

Alla manifestazione, non avrebbe mai evidentemente potuto partecipare.

 

E le cinque misure per l’Italia?

Mah, son cose che si dicono… Insomma, questo governo non entusiasma nessuno e Alfano deve pur dire qualcosa se, in futuro, vuol sperare di avere dei voti. Quel che è certo, è che la sue sorti elettorali possono, in minima parte, migliorare tanto più le sfortune di Berlusconi aumentano. E’ pur vero che il progetto di Alfano di ricostituzione del centrodestra moderato può realizzarsi in una prospettiva di medio-lungo termine, coincidente anch’essa con il declino di Berlusconi.

 

Ci spieghi.

Attualmente, il centrodestra è Berlusconi. Quando lui non ci sarà più, qualcuno dovrà ben raccogliere i suoi voti. Non è detto che questo qualcuno sarà necessariamente Alfano. In ogni caso, se il vicepremier vuole riuscire nell’impresa, non può fare altro che sperare nella scomparsa del Cavaliere.

 

Con la conferenza stampa di ieri, ha dimostrare di non essere in splendida forma. I centristi dell’Udc e di Scelta civica potrebbero meditare di tornare nel centrodestra?

Direi di sì. Gli stessi centristi sanno che il centro è destinato, da vent’anni, a sparire nel nulla. E’ straordinariamente evidente, quindi, che l’idea di fondo sia quella di fare un nuovo centrodestra post-berlusconiano. 

 

(Paolo Nessi