Addio larghe intese. È ufficiale: Forza Italia si stacca dalla maggioranza, diventando partito d’opposizione. Alla vigilia del voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi, si consuma l’addio alle larghe intese. La rinata forza politica, per mano del suo deus ex machina annuncia che voterà “no” alla Legge di Stabilità, invitando il premier alle dimissioni. Il Nuovo Centrodestra, costola di quel Popolo delle Libertà che non voleva un ritorno al berlusconesimo, commenta amaramente una scelta annunciata. A parlare è proprio l’altro protagonista della contesa tra falchi e colombe che ha imperversato in questi mesi, Angelino Alfano, che afferma: “Sbagliato sabotare Letta”. Il Pd duro: “Strategia della tensione contro lo Stato”. Ecco la chiave di lettura di Luciano Ghelfi, caporedattore del Tg2. 



Forza Italia passa ufficialmente all’opposizione e annunciando di votare “no” alla Legge di Stabilità. La rottura è sui contenuti della manovra o nasconde altro? Allora, diciamo che nella mossa di Berlusconi c’è sicuramente l’elemento della pretestuosità, ma che gli è stato dato anche il pretesto.

In che senso? Nel senso che La Legge di Stabilità alla fine è un’operazione piuttosto modesta rispetto alle ambizioni iniziali e quindi c’è la ragione per alzarsi ed andarsene. Quindi ripeto: c’è certamente della pretestuosità, ma c’è anche un motivo per passare all’opposizione



Brunetta e Romani hanno affermato che “Il quadro della politica cambia”. È forse un messaggio a Napolitano? È evidente che era un messaggio rivolto essenzialmente al Presidente della Repubblica, ancor prima che al presidente del Consiglio Letta. E Giorgio Napolitano ha risposto in tempo reale con una nota del Quirinale che di fatto ha “tagliato la testa al toro”: la verifica della tenuta del governo si avrà con la verifica della fiducia posta sulla Legge di Stabilità. Chiaro e limpido.

La tesi di Forza Italia è che il governo ora è di centro-sinistra: è un tentativo per screditare Alfano? Sì, questo elemento è molto presente. C’è da dire però una cosa in merito…



Prego? In merito a questa accusa, si gioca l’operazione Letta-Alfano, in bilico. Alfano non può permettersi di passare dacomprimario di un governo di sinistra e Letta allo stesso tempo non può permettersi di perdere Alfano.

Cosa faranno dunque? Hanno interesse comune a trovare un accomodamento sul programma che non sia troppo sbilanciato né da una parte né dall’altra.

Quali sarebbero le conseguenze? Se fosse troppo sbilanciato a sinistra Alfano non potrebbe rimanere al governo, mentre se fosse troppo centrista a questo punto entrerebbe in azione Matteo Renzi che staccherebbe lui la spina. E oggi d’altronde l’ha detto molto chiaramente: o fanno come dico io o finish. Parole più chiare di così…

Ma perché hanno rotto prima della decadenza? Perché rompere solo ed esclusivamente sulla decadenza, da un punto di vista dell’immagine davanti agli elettori, sarebbe stata una cosa non ben vista. Invece, unire al tema della decadenza – su cui domani i toni saranno durissimi – temi economici importanti e vitali per il Paese è una ragione molto consistente che trova risposta nella delusione di molto forze economiche e sociali di fronte alla Legge di Stabilità

(Fabio Franchini)