Per il procuratore del Lazio della Corte dei conti tutte le leggi che sono state fatte dal 1997 a oggi a riguardo del finanziamento dei partiti sarebbero incostituzionali. Il motivo? Essere state fatte senza tener conto di quanto espresso dai cittadini con il referendum del 1993. Per arrivare a questo giudizio, ha spiegato, si è dovuto indagare sul caso dell’ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi. Il referendum, ha detto ancora durante una conferenza stampa, fornì indicazioni precise sulla volontà del popolo italiano e cioè il no “alla persistenza delle erogazioni di contributi statali a beneficio dei partiti politici e dei movimenti e/o gruppi ad essi collegati”. Si tratta dunque di un problema di legittimità sulle leggi stesse, “apertamente elusive e manipolative del risultato referendario, e quindi materialmente ripristinatorie di norme abrogate”. Queste leggi a partire dal 1997 hanno invece ripristinato quanto abrogato dal referendum con “artifici semantici”.