Con il venir meno di Forza Italia dalla coalizione che sostiene il governo, finiscono le larghe intese. Ne ha preso atto ieri sera il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che ha auspicato ora un voto in parlamento: il governo che ha avuto la fiducia sulla legge di stabilità necessita di un passaggio parlamentare. I numeri a sostegno dell’esecutivo Letta si riducono, ma secondo il premier il governo è più forte. Matteo Renzi, in seguito all’uscita di Fi dalla maggioranza e di Berlusconi da Palazzo Madama lancia un nuovo monito: “È nata una nuova maggioranza. Il Pd non può ignorarlo”. È un messaggio, su tutti, a Letta?
Il sindaco di Firenze continua “sfidando” l’esecutivo a fare le riforme necessarie per far ripartire l’Italia: rimuovere gli ostacoli alle imprese, togliere burocrazia, ridurre oppressione fiscale e revisionare il sistema della giustizia. Questa è la sua ricetta. Dall’altro lato Alfano dichiara: “L’8 dicembre si celebrerà il congresso e fino ad allora non interferiamo. Attendiamo l’esito di questa vicenda congressuale”. Fabrizio D’Esposito, giornalista de Il Fatto Quotidiano, analizza la situazione e le mosse del “rottamatore”.
Forza Italia è all’opposizione e dopo la decadenza di Berlusconi promette battaglia. Il governo tiene per pochi voti. L’ipotesi di rimpasto è reale?
Partiamo innanzitutto dal presuppostoche Berlusconi ieri in piazza ha fatto un discorso non particolarmente duro, come peraltro sospettavano i falchi. Non ha attaccato Napolitano e non ha attaccato Alfano: da questo punto di vista non è il leader – ora fuori dal Parlamento – di una forza che ha tagliato i ponti con il resto del centro-cestra.
Con questo cosa vuol dire?
Ci sono due teorie: da un lato i sospetti che parlano di una separazione di facciata – quella tra Alfano e Berlusconi – mentre dall’altro si pensa davvero che ci sia della ruvidezza e sofferenza per la lacerazione. Certo, la scissione c’è stata, i toni sono stati duri e le risse tra falchi e colombe sono all’ordine del giorno. Ma il dato di fatto è che Berlusconi è uscito dal Parlamento senza accusare i traditori che stavano con lui sino a poco tempo fa.
Ora il futuro del governo passa per la strada del rimpasto?
Il capo dello Stato deve capire cosa succederà sulle riforme. È vera la storia del rimpasto dell’esecutivo e di quello che potrebbe accadere in merito, visto che ci sono anche cinque posti di sottosegretari che si libereranno per i forzisti che andranno via. Ma bisogna soprattutto capire se c’è la maggioranza dei due terzi per fare le riforme.
Dunque?
Alla luce di tutto questo, da qui all’8 dicembre è possibile che qualcosa accada in termini di rimpasto. Le voci vanno avanti da settimane: adesso, dopo il caso Cancellieri e l’evento cruciale della decadenza di Berlusconi, si può avere il clima ideale per fare qualche innesto. Io non so se sarà fatto, ma le condizioni politiche ci sono.
Ma cosa potrebbe accadere?
Fino a poco tempo fa si voleva fare a meno di figure imbarazzanti come la Cancellieri. Lo stesso Alfano, impegnato a costruire il nuovo partito, potrebbe fare il vice-premier a tempo pieno liberano la casella di ministro dell’Interno. E non dimentichiamoci che anche Alfano è stato protagonista di uno scandalo enorme come quello della Shalabayeva.
Renzi dice che è nata una nuova maggioranza aggiungendo che il Pd non può ignorarlo. Cosa vuol dire? È un messaggio a Letta?
Renzi ancora una volta parla in maniera simmetrica ai falchi di Fi.
In che senso?
Io vedo una alleanza (chiaramente non sui programmi e sui contenuti) tra renziani e Forza Italia: hanno lo stesso obbiettivo. I falchi sono stati i primi a dire: la maggioranza è cambiata, il Quirinale apra la crisi. Renzi ripete questo concetto e, di fronte alla velocità con cui Napolitano e Letta hanno voluto chiudere la parentesi di fuoriuscita dalla maggioranza di Forza Italia, pone qualche problema in più. È certamente un messaggio a Letta e da qui all’8 dicembre ne arriveranno altri. E continueranno con un escalation a partire dal 9…
E Letta cosa farà?
Il punto è infatti capire se riuscirà a stringere un patto con Renzi per stabilire quanto andare avanti. Tutto si deciderà qui. Bisognerà testare la capacità di Renzi e Letta di trovare un accordo che duri nel tempo.
Ma Letta dovrà dare qualche posto al sindaco di Firenze?
Io non penso che Renzi farà assumere incarichi di governo ai suoi: non ne fa una questione di poltrone. Ritengo che lui non voglia “sporcarsi le mani” più di tanto con questo esecutivo.
Cosa vuole invece?
Innanzitutto dubito che voglia incatenare il suo destino di segretario a quello del governo. Fino all’altro giorno ha detto che se questo sarà un governo che inizierà a fare ciò che serve, allora potrebbe durare fino al 2018. Renzi non vuole pagare, da guida del Pd, il peso di un governo che non faccia nulla.
Il rottamatore continua a sfidare il governo: la legge di stabilità è insufficiente, dice.
Si sente dire che la stessa legge di stabilità possa venir modificata alla Camera. Vedremo quale sarà l’apporto dei renziani e se metteranno in campo delle idee forti. Quel che è certo è che la legge di stabilità non ha accontenta nessuno e non ha creato alcun minimo ottimismo sulla ripresa. Quando Renzi dice “finish” o “altrimenti ci arrabbiamo” intende proprio questo: o il governo inizia a fare qualcosa di concreto per il Paese o si arriverà, inevitabilmente, a una rottura.
Nel governo ci sono Nuovo centrodestra – che è sovra rappresentato – e Scelta Civica: rimarranno entrambe saldamente all’interno dell’esecutivo?
Che il Nuovo centrodestra sia sovradimensionato rispetto a quella che è la sua attuale compagine parlamentare è appunto un dato evidente. Ma non so quanto un eventuale rimpasto possa toccare il partito.
Mentre Scelta Civica?
Si tratta di un altro partito dilaniato. Ci sono ormai due fazioni che si fronteggiano, ma penso che i posti che si libereranno saranno in primis quello di Alfano come ministro dell’Interno e quello sempre della Cancellieri, ammesso e non concesso che possano ancora fare un passo indietro rispetto alle rispettive vicende.
La sensazione è che Letta sia in bilico su un crinale: da una parte deve accontentare Renzi, dall’altra Alfano che oggi ha detto: “la vita del governo dipende da noi; abbiamo parlamentari sufficienti per tenerlo in vita, ma anche viceversa”.
Alfano ha l’esigenza di non cucirsi addosso l’immagine del traditore. La mossa del Nuovo centrodestra sarà quella di rilanciare il dibattito sulla riforma della giustizia; vorranno dimostrare di non essere una costola della sinistra.
(Fabio Franchini)