Soffiano ancora venti di crisi sul Pdl-Forza Italia, stavolta a causa della Legge di Stabilità che, di conseguenza, torna a far scricchiolare la già fragile solidità del governo. Il dibattito è tra lealisti e governativi, divisi su alcune misure della norma come la cosiddetta Service Tax: “Perché una parte del Pdl ora critica? Ha cambiato idea? Oppure è un attacco strumentale per coprire scelte dovute alla vicenda giudiziaria di Berlusconi?”, ha commentato il viceministro all’Economia Stefano Fassina. “L’impianto della Tari-Tasi introdotto dal Disegno di Legge di Stabilità – ha aggiunto l’esponente Pd – è stato definito, insieme alla cancellazione dell’Imu, dal Consiglio dei Ministri di fine agosto, con l’accordo di tutti i capigruppo della maggioranza a sostegno del governo Letta. Pdl incluso e soddisfatto. Perché una parte del Pdl ora critica? Ha cambiato idea?”. Anche secondo il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi, viste le dichiarazioni dei lealisti sulla legge, “è lecita una domanda: vogliamo migliorarla nell’interesse dei cittadini oppure vogliamo trasformare la legge di stabilità in una assurda resa dei conti interna” al partito che andrà a frsi sentire “sulla pelle degli italiani, lasciando il Paese senza governo?”. Decisamente più duro è invece il giudizio di Renato Brunetta, capogruppo Pdl alla Camera, intervistato da Maria Latella su SkyTg24: “Letta rischia molto di più sulla legge di stabilità che sul caso Cancellieri”, ha detto, aggiungendo che il premier “si è montato la testa dopo una fiducia afferrata per i capelli il 2 ottobre”. Secondo Brunetta è quindi necessario “rivedere la manovra a partire dai contenuti sulla casa”, altrimenti avremo solamente una legge di stabilità che si basa “su ipotesi di crescita inverosimili” e che quindi non farà altro che generare “un aumento della pressione fiscale per tutti”.



Leggi anche

DALLA MANOVRA ALL’UE/ "L'anomalia" italiana della stabilità e le sfide per il GovernoDIETRO LE QUINTE/ Su Ruffini l’ombra lunga di Monti e Befera