I partiti flambé, li definisce oggi Beppe Grillo suol suo blog, parlando di combustione politica spontanea, l’autocombustione dei partiti. Partiti che vanno in fiamme, tutti insieme  simultaneamente. Che succede, per il leader del Movimento cinque stelle? “Pdl, pdmenoelle e Scelta Civica divampano in un rogo che non conosce tregua”. spiega. Il Pdl, aggiunge, in pratica non esiste più, diviso in due tronconi che si stanno scannando tra di loro. In uno c’è “un noto delinquente” che agita il forcone e si consuma come una candela alimentata dal suo cerone. L’altra metà si spegnerà alle prossime elezioni dove, dice Grillo, prenderà percentuali ancora più basse di quelle che ha preso Ingroia. Il Pd invece è uno scherzo di natura: “Nessuno sa chi e quanti sono gli iscritti, i votanti, i consiglieri provinciali. Più che un partito è un giro di poltrone. Si entusiasmano solo quando si discute di segreterie, ministeri, sottosegretari. Il loro è un bruciare al ritmo di un tango argentino, una combustione lenta, spontanea di fuochi fatui”: Inconsistenza alimentata dalla loro stessa inconsistenza, da “Topo Gigio Veltroni a Bimbominkia Renzi”. Infine la stoccata, alquanto volgare: per spiegare questa autocombustione c’è un motivo solo, dice. “Lo sterco secco brucia come una torcia”.



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