La scomposizione del centrodestra è un’eventualità sempre più imminente. Prima di arrivare ad una spaccatura vera e propria dovranno verificarsi una serie di eventi, quali un’ulteriore rottura nell’ambito della votazione del Consiglio nazionale, o la decisione di Berlusconi di staccare la spina al governo in seguito alla sua decadenza senatoriale. Quel che è certo, è che già adesso nel partito esistano due anime distinte difficilmente riconciliabili. Se si determineranno, effettivamente, due formazioni distinte, a quel punto potrebbe crearsi un fenomeno di riaggregazione verso il centro. Lucio Romano, neocapogruppo di Scelta civica al Senato, affronta con noi l’ipotesi, spiegandoci che tratti sta assumendo il suo partito.
In che direzione sta andando Scelta civica?
Anzitutto, nella direzione dell’unità. Non a caso, è stata chiesta la mia disponibilità a svolgere il ruolo di capogruppo al Senato: non avendo svolto attività politica precedente, non rappresento partiti costituiti. La finalità che mi prefiggo, quindi, assieme agli altri senatori che hanno espresso fiducia nei miei confronti, è quella di operare una sintesi delle diverse sensibilità all’interno del partito.
Più in generale, tenterete di dar vita ad un grande centro?
Per quanto riguarda l’evoluzione futura e gli approdi a cui andrà incontro il partito, mi permetto di non lasciare dichiarazioni, dal momento che si tratta di percorsi che richiedono tempo e che, attualmente, non sono nella nostra agenda. Attualmente, preferiamo puntare sulla promozione di valori quali la sussidiarietà, la socialità e una libertà capace di coniugarsi con la responsabilità. Credo che questo sarà il vocabolario che dovrà caratterizzare la nostra attività al Senato nei prossimi mesi.
La questione politica di un grande centro che coinvolga parte del centrodestra, tuttavia, è stata posta da molti suoi colleghi di partito al Senato, tra cui Olivero e Mauro.
Indubbiamente, la questione esiste. Non parlerei, tuttavia, di centrodestra, dove è ormai presente una sorta di antropologia di riferimento che non credo abbia più possibilità di rappresentazione nella dialettica sociale. Farei, invece, riferimento ad una visione popolare, nell’accezione più nobile del termine, che non scimmiotti esperienze precedenti; essa, effettivamente, rappresenta un orizzonte affascinante che trova anche all’interno di Scelta civica un consenso abbastanza significativo.
Alle prossime elezioni con chi correrete?
Questo, ora, non posso dirlo. Di certo, occorre, in vista delle Elezioni europee, una visione più ampia, che abbia un riferimento nelle grandi famiglie politiche.
Un’alleanza con Forza Italia è possibile?
Mi pare che la posizione di Forza Italia si sia fortemente radicalizzata. Non vedo possibilità di aggregazione con Scelta civica.
E se nel Pdl ci fosse una scissione e nascesse una formazione costituita dai moderati del partito?
Senza dubbio, si tratterebbe di una realtà importante, dotata di una visione riformista. Sarebbe, quindi, oggetto di interesse da parte nostra.
Enrico Letta e la sua “corrente” potrebbero far parte del vostro progetto?
Guardi, credo che in questa parte della sinistra vi siano molti interlocutori che hanno i nostri stessi valori di riferimento e con i quali è possibile costruire insieme dei percorsi futuri.
Che percorsi?
Tali percorsi, si concretizzeranno nel momento in cui Scelta civica, mantenendo la sua originale impostazione, si aprirà a quanti vorranno appoggiare la nostra linea riformista.
Quindi, un centro che coinvolga i moderati del Pdl, e i riformisti del centrosinistra come Letta, è un’opzione verosimile?
Diciamo che è altamente auspicabile.
Alle Politiche, chi sarà il vostro candidato premier?
Onestamente, a poche ore dalla mia elezione, non rientra nei miei compiti indicarlo. Di sicuro, anche alle luce delle dimissioni di Mario Monti, è previsto un chiarimento nelle prossime settimane.
E’ previsto un ruolo per Corrado Passera?
Ad oggi, non mi risulta, anche se so che si sta impegnando per un’iniziativa futura, forse per il 2014.
(Paolo Nessi)