Doo l’annuncio di questa mattina, il Consiglio dei ministri ha effettivamente approvato un decreto per l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti che “introduce l’obbligo della certificazione esterna dei bilanci” dei vari schieramenti, come ha detto Enrico letta nella successiva conferenza stampa. “Il problema è stata l’opacità, ci sarà un meccanismo molto stringente che impedirà gli scandali degli anni scorsi”, ha aggiunto il premier, spiegando che “il testo votato oggi è quello del ddl approvato dalla Camera, ma con qualcosa in più”. La novità non fa indietreggiare neanche di un passo Beppe Grillo, che anzi torna alla carica: “Per rinunciare ai finanziamenti pubblici è sufficiente non prenderli come ha fatto il M5S che ha rinunciato a 42 milioni di euro. Il decreto legge di Letta è l’ennesima presa per il c…”, scrive sul suo blog il leader del Movimento 5 Stelle. Il Pd, prosegue Grillo, “ha incassato a luglio la rata di 91 milioni di finanziamenti pubblici insieme agli altri partiti. Li restituisca!”.
“Avevo promesso ad aprile abolizione finanziamento pubblico partiti entro l’anno. L’ho confermato mercoledì. Ora in cdm manteniamo la promessa”. Ad annunciarlo su Twitter è Enrico Letta, poco prima del Consiglio dei Ministri in programma questa mattina. Era il 31 maggio scorso, quando il premier, ancora una volta sul sito di microblogging, faceva sapere più o meno la stessa cosa: “Il Cdm ha appena approvato il Ddl di abrogazione del finanziamento pubblico partiti e passaggio a incentivazione fiscale contributi cittadini”. Di vera abolizione non si era però trattato, e Beppe Grillo aveva avviato una vera e propria battaglia: “Dopo la propaganda elettorale di Enrico Letta che con un tweet annunciava di aver eliminato il finanziamento pubblico ai partiti, oggi scopriamo la verità: per quest’anno non si tocca”, scriveva il leader del Movimento 5 Stelle, parlando di una “legge-truffa” e di “una presa in giro per i cittadini che continueranno a pagare per far campare i partiti”. L’ex comico genovese ipotizzava però che l’abolizione sarebbe avvenuta solamente nel 2017 “quando terminerà l’erogazione del rimborso già previsto per le elezioni di quest’anno”. Anche Matteo Renzi, a cui Grillo ha di recente chiesto di rinunciare al finanziamento pubblico, ha fatto ieri un enigmatico annuncio: “Caro Beppe Grillo, ti rispondo nei prossimi giorni con una sorpresina che ti sto preparando”, ha scritto il neo segretario del Pd, spiegando che le promesse fatte durante la campagna delle primarie sono da oggi “gli obiettivi della maggioranza parlamentare, adesso, e se falliremo non avremo alibi, sarà stata solo colpa nostra”.