“Caccia la grana, Renzie, e cacciala tutta, non solo la seconda rata, anche la prima, quella di luglio”, perché “i rimborsi elettorali vanno restituiti agli italiani, non a Grillo”. Il leader del Movimento 5 Stelle replica al sindaco di Firenze che lo aveva tirato in ballo durante il suo intervento all’assemblea nazionale del Pd. “Ma la restituzione dei finanziamenti di questa legislatura è solo un acconto – prosegue Grillo – Il pdexmenoelle ha preso rimborsi illegittimi in questi vent’anni per circa un miliardo di euro. Soldi degli italiani, provenienti dalle tasse, dal loro lavoro. Anche il miliardo va restituito, il pdexmenoelle si venda le sue proprietà e provveda”. Il M5S, invece, “non ha bisogno di restituire i rimborsi, non li ha mai presi. E’ sufficiente rifiutarli. Renzie informi palle d’acciaio Letta. Le Province? Nel programma del M5S è prevista la loro abolizione. Chiunque presenterà una legge che la prevede sarà votato. Per coerenza, parola sconosciuta a Renzie, il M5S non si è mai candidato alle elezioni provinciali, Renzie è invece stato presidente della Provincia di Firenze. Allora le province gli garbavano proprio. La legge elettorale e il Senato? Questo Parlamento di nominati dal Porcellum non ha la legittimità costituzionale, ma soprattutto morale, per fare una nuova legge elettorale”. Poi conclude: “Si sciolga il Parlamento e si ritorni al voto con il Mattarellum. Sarà il prossimo Parlamento a fare la nuova legge elettorale. Nel frattempo, nei mesi di gennaio e febbraio, 100.000 iscritti al M5S certificati definiranno on line la proposta di legge elettorale del M5S. Gli iscritti, non un segretario di partito… Renzie, la porti un bacione a Firenze e la frequenti più spesso. La sua città ha bisogno di un sindaco”.



Questo il discorso di Enrico Letta all’Assemblea nazionale del Partito Democratico: “Vorrei ricordare una tra le immagini più dura della nostra storia, la sera tra il 18 e il 19 aprile scorsi quando in una stanza buia eravamo bloccati nell’impasse politica e rischiavamo non uscirne fuori – ha esordito il premier – Oggi, Matteo, dopo 8 mesi in cui, sulla mancata elezione del presidente della Repubblica abbiamo rischiato la fine del Pd, siamo qui, e il nostro partito è il baricentro, il pilastro della democrazia. Vorrei fosse chiaro a noi stessi. Dal rischio di disgregazione, oggi siamo molto più forti grazie al risultato delle primarie dove 3 milioni di persone hanno dimostrato che lo strumento delle primarie non sono affatto morto”. Secondo Letta “ci troviamo davanti al problema di dare risposte a tanti problemi: il più grande è e rimane la grande emorragia del lavoro. Dobbiamo ridare quella speranza che è venuta meno per i giovani. Dal 1 gennaio il “piano lavoro” è la priorità del mio governo, una tappa importante per guardare con fiducia in avanti: 1,5 mld di euro saranno destinati dalla Ue per i giovani che escono dallo studio. So che i problemi della disoccupazione non hanno età ma se non ripartiamo dai giovani non ce la faremo”. I partiti sono lo “strumento della democrazia, non crediamo a chi dice il contrario. Il nuovo sistema di finanziamento con il due per mille sarà un passo davvero costruttivo”, ha aggiunto il capo del governo, secondo cui “si cerca in tutti i modi di raccontare anche i passi positivi in modo sbagliato, invece dalla crisi si uscirà con i passi positivi. Noi a differenza di altri, siamo un partito di popolo, e a quel popolo dobbiamo rispondere, loro ci dicono come andare avanti”. Poi ha concluso: “Renzi ha stravinto le primarie, ha scelto Cuperlo alla presidenza perché ha capito che tutti insieme dobbiamo lavorare per uscire dalla crisi con un ruolo centrale dei partiti. L’Italia ce la farà se il Pd ce la farà. Uniti non ci batte nessuno”.



“Lo dico io Beppe Grillo, firma qua”. Matteo Renzi sfida apertamente il leader del Movimento 5 Stelle e, durante l’assemblea del Pd ancora in corso a Milano, risponde alla campagna dei grillini “#Renzifirmaqui” portata avanti nelle ultime settimane. “Caro Beppe Grillo – ha detto il segretario del Partito Democratico – hai 160 parlamentari, decisivi per fare le cose su cui otto milioni di persone ti hanno votato. La nostra posizione” sui finanziamenti ai partiti “è quella del governo. Sulla legge elettorale siamo disponibili a una legge che restituisca la possibilità di scelta ai cittadini salvaguardando il bipolarismo. Firma qui, caro Beppe, se non ci stai sei un chiacchierone, se non ci stai l’espressione buffone vale per te”. Il sindaco di Firenze ha parlato ovviamente anche di legge elettorale: “Diamo per buono il Natale ma o entro fine gennaio si approva alla Camera la riforma o la politica perde la faccia”, ha detto, aggiungendo che serve una legge per cui “chi vince vince e le larghe intese sono l’eccezione non la regola”. Anche su questo punto è partita la sfida a Beppe Grillo: “Noi rinunciamo alla prossima tranche di aiuti, tu Beppe fai con noi la legge elettorale”. Terminato l’intervento, arrivano i primi commenti: “Ma Renzi vuole rottamare o ricattare? Restituisce i soldi degli italiani se si firma la sua legge elettorale”, ha scritto su Twitter il deputato M5S Luca Frusone, mentre Enrico Letta si è detto “soddisfatto per il discorso di Renzi. E’ la dimostrazione che il Pd può ergersi a motore del nuovo inizio del governo”. 



E’ il giorno di Matteo Renzi, il giorno in cui diventerà ufficialmente il nuovo segretario del Partito Democratico. Ha preso il via alle 10.30 di questa mattina l’assemblea nazionale al centro congressi della vecchia Fiera di Milano, dove ha già preso la parola il presidente del Consiglio Enrico Letta: “Oggi, Matteo, dopo otto mesi in cui, sulla mancata elezione del presidente della Repubblica abbiamo rischiato la fine del Pd, siamo qui, e il nostro partito è il baricentro, il pilastro della democrazia. Vorrei fosse chiaro a noi stessi”, ha detto il premier alla platea gremita, dicendosi poi sicuro che “dalla forza e dalla centralità e dalla resilienza del Pd saremo in grado di ricostruire la democrazia italiana che è duramente attaccata e in forte difficoltà”. Rivolgendosi ancora al sindaco di Firenze e tentando di allontanare ogni ipotesi di competizione, Letta ha chiarito che “da oggi dobbiamo lavorare perché dai giornali si tolgano i retroscena tra noi due: è inutile che li scrivano, perché non ci saranno retroscena, tutto avverrà sempre in modo trasparente”. A margine della convention hanno parlato anche l’ormai ex segretario del Pd, Guglielmo Epifani (un po’ di competizione “va bene”, ma nonostante ciò “penso che sapremo restare uniti”), e l’ex candidato alla segreteria Pippo Civati, il quale ha commentato la nomina di Gianni Cuperlo alla presidenza del partito:  “Non sono critico – ha detto – ma penso che il presidente debba essere riconosciuto da tutti e non essere uno dei candidati: dopodiché non faremo una guerra su una cosa secondaria”. Parlando poi del rapporto tra Letta e Renzi, “spero non sia una gara a chi fa un tweet più presto”, ha ironizzato Civati, secondo cui i due “sono più vicini di quanto non si pensi”.