Matteo Renzi accelera. La nuova legge elettorale è una priorità del neo segretario del Partito democratico che ha sempre detto di essere pronto a dialogare con tutti pur di dare al Paese una legge che garantisca la governabilità. Il Corriere della Sera ha riportato di un’incontro più o meno segreto tra Dario Nardella, uomo di fiducia del sindaco di Firenze, e Renato Brunetta, fido scudiere di Berlusconi; i due parlamentari avrebbero parlato della legge elettorale. Un tentativo di sondare il terreno (forse minato) che non è certo passato inosservato. Formigoni (Ncd) ha minacciato: “Se Renzi farà accordi fuori dalla maggioranza il governo salta”. In occasione della presentazione del nuovo libro di Bruno Vespa, Renzi ha detto che vuole accordarsi con il Nuovo Centrodestra e altre forze per dare vita a un patto di coalizione” e di come il governo debba agire subito e non per forza a maggioranza. Per commentare gli sviluppi e i possibili scenari futuri abbiamo intervistato Sandro Gozi, deputato del Pd vicino al nuovo segretario.



Dario Nardella e Renato Brunetta si sarebbero incontrati segretamente in un locale dove hanno discusso sulla legge elettorale. Parte, di nascosto, la trattativa con Forza Italia e Berlusconi?

Non parlerei di trattativa segreta. Se due parlamentari si incontrano alla Caffettiera, tutto è tranne che un segreto. Se c’è un posto in cui quando si va si è sicuri di essere visti è proprio questo. 



Tutto normale quindi?

Mi sembra ci sia un’enfasi eccessiva su questo fatto; i due avranno certamente parlato anche di legge elettorale, ma nulla di strano. Ci sono ben altri modi se si vuole tenere nascosta una cosa. È come incontrarsi alla Galleria Vittorio Emanuele a Milano…

Renzi ha sempre detto che la Legge elettorale è una priorità e che per farla è disposto a scendere a patti col diavolo. Vengono in mente Berlusconi e Grillo… non è qualcosa che può destabilizzare il Pd?

Una cosa che può destabilizzare il Paese – e non tanto il Pd – è non muoversi in maniera rapidissima correndo a spron battuto sulla riforma elettorale. Dopo che tutti in campagna elettorale hanno detto che andava cambiata e dopo la sentenza della Corte costituzionale che l’ha stravolta, cosa dobbiamo aspettare per cominciare a fare qualcosa di concreto?



Renzi, infatti, insiste con vigore.

E ha assolutamente ragione. Certo, bisogna vedere come saranno le cose all’interno della maggioranza, ma non è sbagliato rivolgersi anche al resto del Parlamento in quanto su questa questione è auspicabile avere la maggioranza più ampia possibile.

Fa bene quindi? 

Non vedo perché Renzi non dovrebbe capire cosa vogliano tutte le forze politiche.

 

Il governo Letta poggia sui voti del Nuovo Centrodestra di Alfano che si è separato da Forza Italia. Ora Renzi sembra cercare un dialogo con Berlusconi. Bisogna muoversi con cautela. Ma, tra i due, chi è l’interlocutore preferito? 

Non esistono canali preferenziali di comunicazione in questa trattativa. Bisogna vedere qual è la più ampia maggioranza possibile in Parlamento. Soprattutto, questo deve essere un tema sganciato dal governo in quanto c’è di mezzo l’intero Parlamento: le regole comuni devono poggiare sul più ampio consenso. Perciò occorre parlare, fin dall’inizio, con tutti. Ripeto: non ci sono interlocutori privilegiati; se le forze di maggioranza sono rapide nell’approvare una riforma che va nel senso che noi vogliamo – ovvero maggioritario con scelta chiara del capo dell’esecutivo – non abbiamo bisogno di cercare vie preferenziali con questo o con quell’altro. Ma c’è un nodo da sciogliere.

 

Quale?

Bisognerebbe capire cosa vuole il Nuovo Centrodestra. Io non l’ho ancora capito. Chiedete ad Alfano cosa ha in mente, se lui ce lo spiega sarebbe tutto più semplice.

 

Ma non c’è il rischio che Berlusconi riservi delle sorprese e tenda un trappolone?

Beh, io da Berlusconi mi aspetto di tutto. È imprevedibile e finora qualsiasi accordo con lui non si è mai chiuso. La storia recente della Repubblica italiana è fatta di trattativa aperte e fatte fallire da Berlusconi stesso. Ma d’altronde Forza Italia è in Parlamento e noi dobbiamo capire cosa vogliono.

 

Nel frattempo Formigoni (Ncd) ha minacciato: “Se Renzi farà accordi fuori dalla maggioranza il governo salta”.

Gli ultimatum prima li avevamo da Berlusconi (e non li seguivamo) ora non vedo perché dovremmo sottostare a quelli di Formigoni. Ripeto, noi non capiamo che tipo di legge elettorale vogliano. L’urgenza istituzionale – oltre al dovere morale e politico di fronte agli elettori – preme: bisogna sbrigarsi.

 

Renzi ha proposto di trasformare il 25% del Mattarellum in maggioritario. Come e cosa fare per mettere d’accordo tutti e approvare una nuova legge in tempi brevi?

È veramente difficile. Visti i tempi stretti e l’urgenza crescente  credo che tornare alla legge Mattarella – seppur correggendola – non sarebbe la soluzione ideale, ma è forse la più fattibile. Certo, rimane l’incertezza di applicarla in un sistema tripolare. Però non credo che si possa fare una legge elettorale fotografando la realtà attuale.

 

In che senso?

Sono convinto che nella prossima campagna elettorale ci saranno dinamiche molto diverse. Quindi, la cosa meno difficile e più fattibile è tornare, come detto, a un Mattarellum corretto.

 

(Fabio Franchini)

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