Alle prossime elezioni non ci sarà, ma in fondo già si sapeva. Dalla sua pagina Facebook, Silvio Berlusconi ha ufficializzato il fatto che, a seguito della condanna e della successiva decadenza da senatore, non potrà affrontare “in prima persona” la tornata elettorale al termine dell’esperienza del governo Letta: “Attenderò che venga annullato tutto quello che mi è successo, ma i tempi sono lunghi. Supereremo anche questo inconveniente della mia incandidabilità”, ha detto il Cavaliere, intenzionato a rimanere in prima linea per “combattere le forze della sinistra”. Rimane ora da capire chi guiderà la futura coalizione di centrodestra, attualmente composta da Forza Italia e l’Ncd di Alfano, capaci di attestarsi insieme poco al di sotto del 30%, secondo recenti sondaggi elettorali. Per Luciano Ghelfi, caporedattore del Tg2 che abbiamo contattato per commentare l’attuale situazione politica, i prossimi mesi potrebbero riservare diverse novità, anche se molte domande attendono risposte che all’orizzonte ancora non si vedono. Una cosa è certa: con Berlusconi fuori dai giochi, il centrodestra dovrà necessariamente organizzare quelle primarie che in tanti chiedono da tempo.



Iniziamo dall’annuncio di Berlusconi e dal fatto che alle prossime elezioni non sarà candidato.

E’ stato lui stesso ad ammettere che la sua impossibilità di essere candidato in prima persona era già chiara a seguito della sentenza definitiva del processo di Milano. Nelle scorse ore ha quindi semplicemente preso atto di questa situazione, anche se probabilmente in modo un po’ tardivo.



Quali sono le maggiori conseguenze politiche?

Sono ancora tutte da vedere. Chiaramente Berlusconi continuerà ad essere il punto di riferimento, ma dovrà trovare modi alternativi per esercitare la sua leadership dall’esterno del Parlamento. C’è chi questo modo lo ha già trovato, come Beppe Grillo, e adesso tocca a Berlusconi trovare una soluzione al più presto. Anche perché oggettivamente il fatto di stare al di fuori delle istituzioni lo indebolisce notevolmente.

Si apre poi anche tutto uno scenario di ricerca del candidato premier del centrodestra…

Esatto, ma a questo punto la richiesta di primarie avanzata da più parti, sia dal Nuovo Centrodestra di Alfano che da Fratelli d’Italia e dalla Lega Nord, diventa non più eludibile. Il prossimo leader dovrà essere legittimato, esattamente come avviene nel centrosinistra, proprio perché è venuta a mancare la guida carismatica di Berlusconi.



Ha già un nome in mente?

Credo che a questo punto ogni candidatura possa essere buona, dallo stesso Angelino Alfano fino a Raffaele Fitto, Giorgia Meloni e Flavio Tosi. Certo, immagino che Forza Italia opporrà una candidatura alternativa a quella dell’attuale leader del Nuovo Centrodestra, ma ricordiamo che c’è sempre la carta del “cognome”.

Ipotizza la discesa in campo a sorpresa di uno dei figli di Berlusconi? 

Penso a una delle due figlie. Non necessariamente Marina, perché anche Barbara potrebbe affacciarsi alla politica. Anche in questo caso, però, la leadership non potrebbe avere comunque carattere ereditario, quindi anche una figlia di Berlusconi dovrebbe necessariamente passare per le primarie ed essere legittimata come rappresentante dell’intera coalizione.

 

Anche per mettere a tacere eventuali malumori, a cominciare da Brunetta che a suo tempo aveva espresso molti dubbi sulle “dinastie”.

Non c’è dubbio, anche perché fino ad ora entrambe le figlie di Berlusconi si sono tenute lontanissime dalla politica, quindi non hanno alcuna esperienza.

 

Come vede invece Corrado Passera come ipotetico leader di coalizione?

In linea teorica tutto è possibile, ma in linea pratica non credo che riscuota grandissime simpatie né in alcuni settori di Forza Italia né in alcuni partiti alleati come la Lega Nord. Sinceramente non vedo Passera tra i nomi più probabili, anche se ha volutamente fatto un passo indietro dopo la fine del governo Monti, rimanendo distante da quell’esperienza.

 

Crede che la coalizione potrà allargarsi anche ai popolari ex montiani?

Anche questo è possibile, soprattutto in una logica di Partito Popolare Europeo. E’ però ancora tutto da costruire, come è ancora da costruire il rapporto con Casini, la cui presenza al momento non è ben vista da alcune parti della coalizione di centrodestra. Probabilmente anche in futuro in pochi digerirebbero un eventuale ritorno all’ovile.

 

Senza Berlusconi, quante possibilità avrà un leader di coalizione alle prossime elezioni?

 Sono convinto che Berlusconi, prima di decidere, farà accurati sondaggi d’opinione su quale potrà essere il candidato più forte da opporre a Renzi. Questo peserà molto, ma se dovesse rendersi conto che la persona perfetta dovrà essere presa fuori da Forza Italia, credo che sposerebbe immediatamente quella candidatura. In tutti i casi Berlusconi vuole vincere, non credo voglia solo partecipare.

 

Anche se al momento il confronto sembra impari….

Questo è sicuro, oggi Renzi è senza dubbio in netto vantaggio. Ma da qui a quindici mesi potrebbe accadere qualunque cosa…

 

(Claudio Perlini)