Ennesimo penultimatum da Renzi. Da qui alle primarie dell’8 dicembre, ne conteremo verosimilmente ancora uno al giorno. L’ultimo proviene dalla pagine di Repubblica e suona più meno come gli altri: “il governo resta in vita solamente se cambia marcia”. Non è dato sapere quale sia l’alternativa, ovvero se abbia in mente le elezioni anticipate o un altro governo. In ogni caso, Letta, per avere il benestare del sindaco di Firenze, dovrà fare tre cose: abolire il Senato e sostituirlo con la Camera delle autonomie; semplificare drasticamente la normativa sul lavoro e garantire occupazione a chi non ne ha; investire in scuola, immigrazione e diritti civili. Questa volta, Renzi si è spinto oltre, affermando che non ha nessuna intenzione di trattare con Alfano: “lui ha 30 parlamentari, noi 300”. Abbiamo fatto il punto sulla situazione con Furio Colombo, firma de Il Fatto Quotidiano.



Come interpreta l’atteggiamento di Renzi e la sua affermazione circa la volontà di non trattare con Alfano?

E’ in campagna elettorale. A questa frase manca un contesto. Manca deliberatamente. Ma Renzi, è molto bravo in questo: non ci dice, cioè, il suo giudizio sul perché ci sia Alfano, né  in quale occasione potrebbe liberarsi di lui, con che mezzi, o con quali interlocutori potrebbe mai sostituirlo. E’ una furbizia che usa di continuo.



In quali altre occasioni?

Beh, spesso addotta argomenti tutto sommato interessanti, ma senza spiegarci in che ambito e con quali strumenti intenda portarli concretamente a compimento.

Dopo l’8 dicembre cambierà atteggiamento?     

L’uomo è molto realista. E’ realista nel calcolare le assurdità che a volte butta lì, ma anche nel prendere atto di come stanno realmente le cose. Terrà, quindi, conto della situazione che si sarà venuta a creare; non mi aspetto né atti di audacia, né sorprese incredibili.

Gli italiani, tutto sommato, sperano che il governo resista. Il realismo di Renzi gli imporrà di pazientare?

Dubito del fatto che gli italiani sperino che questo governo resista, ma dubito pure del contrario. Si è determinata una tale stagnazione dell’informazione e delle notizie che non sappiamo cosa, realmente, la gente voglia. Resta il fatto che Renzi, dal punto di vista della sua convenienza, farà la cosa giusta al momento giusto, con le persone giuste.

I tre punti di Renzi sono realmente realizzabili?

Renzi sa benissimo che concedere o non concedere, da parte del governo, coincide meramente con l’annunciare o il non l’annunciare; basti pensare a come Letta sia stato in grado di accomodare a suo piacimento l’abolizione dell’Imu affermando, a più riprese, che in realtà non è l’abolizione o che, invece, lo è.

 

Quindi, come andrà a finire?

Con le buone maniere che gli sono congeniali, come si addice a una buona famiglia, troverà dignitosamente il modo per far accomodare il visitatore, mettendolo a suo agio per poi, gentilmente, accompagnarlo alla porta. Quando Renzi avanzerà certe pretese, agire, da parte del governo, sarà fuori discussione. Semplicemente, Letta dirà quelle cose che l’opinione pubblica vuole che si dicano.

 

Per esempio?

Il Senato non sarà abolito per realizzare la Camera delle autonomie, non c’è nemmeno da pensarci. Però, si darà l’annuncio dell’istituzione dell’ennesima commissione incaricata di occuparsi della materia.

 

Alla luce di queste considerazioni, il governo dura o no?

E’ più probabile che regga.

 

Resta il fatto che, da qui alle Politiche, ci sono in mezzo le Europee e Renzi, per essere un candidato forte alla presidenza del Consiglio, deve vincerle. Che partita si giocherà in tal senso?

Così come adesso è talmente realista da affrontare argomenti in maniera del tutto decontestualizzata, da segretario del Pd, affronterà le Europee dicendo cose adeguate al momento, ben commentabili e facilmente diffondibili. Di sicuro, terrà conto del fatto che non si trionfa alle Europee rompendo con il proprio governo.

 

(Paolo Nessi)