La concorrenza di Renzi si fa agguerrita. D’altra parte, il sindaco di Firenze è dato come vincitore quasi certo delle primarie e agli sfidanti non resta che affinare le armi per evitare, almeno, che vinca a mani basse. Gianni Cuperlo, ospite della trasmissione In Mezz’ora ha deciso di andarci giù pesante. Replicando al rottamatore, che su Repubblica aveva fatto sapere che ignorerà del tutto l’esistenza del Nuovo centrodestra (“loro hanno 30 parlamentari, noi 300″), ha spiegato: “Renzi offre un assist a Berlusconi”, per poi aggiungere: “chi vuole che il governo vada a casa è il leader storico del centrodestra e preoccupa che il candidato segretario del Pd faccia da sponda a Berlusconi”. Come se non bastasse, secondo Cuperlo, Renzi non metterebbe solamente a repentaglio la stabilità del governo, ma anche l’unità del Pd. Abbiamo fatto il punto sulla situazione con Guglielmo Vaccaro, deputato cuperliano.
Renzi rischia realmente di mettere a repentaglio l’unità del partito?
Siamo nell’ultima settimana della compagna congressuale. I toni sono più accesi de solito. Spero che tali dinamiche possano ricondursi alla logica del conflitto naturale. Tenderei, quindi, a gettare acqua sul fuoco.
Ma i rischi di spaccatura ci sono o no?
Beh, sa, si sta spaccando tutto, Scelta civica, il Pdl… Insomma, una certa sindrome da scissione è piuttosto diffusa. Resta il fatto che, di norma, i congressi sono fatti per unire. C’è da capire, quindi, in quest’ultima settimana quali sono le proposte realmente in campo. Di sicuro, le prospettive di Renzi e di Cuperlo sono particolarmente divergenti, specie in merito al sostegno al governo o al rapporto con gli altri partner europei. Di sicuro, in ogni caso, di scontri tali da portare a fratture, si potrà parlare dopo l’8.
Appunto. Dopo l’8, le linee politiche potrebbero essere così inconciliabili da determinare una scissione?
Dipenderà tutto da cosa intenderà fare il vincitore delle primarie del patrimonio di responsabili che si troverà a gestire. Obama ha vinto le primarie a mani basse, ma ha invitato la Clinton a fargli da segretario di Stato. Non ci troverei nulla di scandaloso nel replicare lo schema americano. Chi vince, in sostanza, avrà la responsabilità di ricompattare.
Conoscendo Renzi, se lui vince cosa potrebbe accadere?
Guardi, normalmente, incarichi di questo genere trasformano le persone. Non è pensabile che il Renzi segretario sia uguale al Renzi della campagna elettorale. Assisteremo ad una metamorfosi significativa che, del resto, c’è già stata nel corso della campagna.
Cosa intende?
Diciamo che ha fatto una rottamazione taroccata. Molti dei personaggi che avrebbe dovuto archiviare lo sostengono. Specie al sud, dove ha preso con sé chiunque gli portasse dei voti, a dispetto dei criteri che si era dato e che avevano convinto molti.
Renzi viene accusato di essere propaggine del berlusconismo. La sinistra del partito potrà tenersi un capo del genere?
L’accusa mi pare stantia. Non è un’arma che userei nella polemica politica congressuale. Il berlusconismo, considerando le vicende e il declino del personaggio in questione, non è una categoria da prendere in considerazione. C’è da dire, casomai, che Renzi è caratterizzato da una disinvoltura che si spera che, se mai diventerà segretario, lasci da parte.
Cosa dovrebbe fare, in particolare?
La sezione del Pd di Salerno, per esempio, andrebbe commissariata la mattina stessa dell’investitura. Non dimentichiamo che il sindaco De Luca, sostenitore di Renzi, è indagato per corruzione e a chiunque operi sul posto sono ben note le vicende legate al ritrovamento di pacchi di schede in bianco. Mi chiedo, quindi, se Renzi avrà il coraggio di abbandonare chi lo ha sostenuto e di rimettere in sesto il Pd.
Se non farà queste cose, traslocherete?
Guardi, i traslochi sono una delle principali cause di esaurimento nervoso. Per giungere a un punto tale, la situazione dovrebbe essere diventata talmente ingestibile da non lasciare alternativa.
Cosa ne pensa di quello che Renzi ha detto di Alfano?
Senza la responsabilità che si è assunto Alfano, aspetteremo con ansia l’apertura dei mercati, nel timore di una fuga di capitali dall’Italia. Non era affatto scontato che potesse nascere una forza che fondasse la propria esistenza sulla stabilità e sulla governabilità. Dire che ha solo 30 parlamentari, quando tutti sanno che questi parlamentari sono l’ago della bilancia, denota quantomeno una certa miopia.
(Paolo Nessi)