Dopo il decreto stabilità, la Camera ha approvato anche quelli relativi al bilancio e alle province. Domani si voterà al senato. La discussione di voto è stata caratterizzata dalle vistose proteste dei parlamentari cinque stelle che hanno denunciato la presunta presenza di lobby: mostrati cartelli di protesta e contestazioni. Il deputato Giorgio Sorial nel suo intervento ha criticato la legge di stabilità: condizionata dai lobbisti che saccheggiano i soldi dei contribuenti, ha detto. Per quanto riguarda il decreto province, approvato grazie al voto di Ncd, Pd e Scelta civica le province non sono più organi elettivi. Assenti al momento del voto Lega, Forza Italia e Movimento cinque stelle che hanno lasciato l’aula in segno di protesta. I sì sono stati 277, i no 11 e sette gli astenuti. A seguito del voto il presidente dell’UPI Antonio Saitta ha dichiarato come nonostante il voto le province di fatto esistano ancora. Sempre secondo Saitta, viene leso un diritto inalienabile dei cittadini. Questo perché l’approvazione del decreto vieta le elezioni di 52 province i cui mandati scadono in primavera così come di 20 province commissariate nel 2012: “Vietando ai cittadini di votare chi li amministrerà la legge di stabilità lede il diritto di voto libero, segreto, e non limitabile, sancito dall’articolo 48 della Costituzione”. ha detto. Di fatto i consigli provinciali diventano assemblee di sindaci impegnati gratuitamente. Vengono istitituite nove città metropolitane. I rappresentanti di queste aree che diventano adesso più grandi delle attuali province verranno nominati dagli amministratori locali e non più eletti direttamente dai cittadini. Presidenti, assessori e consiglieri non riceveranno più lo stipendio. 



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