Grazie all’analisi e ai dati di Carlo Buttaroni, presidente di Tecnè Italia, abbiamo fotografato il panorama politico italiano alle porte del 2014. L’elezione di Matteo Renzi alla Segreteria del Pd ha dato una scossa ai “dem” che sono in crescita, ma, dall’altra parte della barricata, Forza Italia calamita molti consensi e attualmente (anche se non si sa con che legge elettorale), la coalizione di centro-destra risulta avanti al centro-sinistra (di oltre tre punti percentuali). Secondo i dati di Buttaroni è Grillo il leader politico a soffrire maggiormente  la vittoria alle Primarie di Renzi: “ha un ulteriore calo dell’1,5%: parte dell’elettorato grillino ritorna verso Pd e Fi” spiega il sondaggista a ilsussidiario.net.



Buttaroni, la sua fotografia di fine anno del panorama politico. Qual è, innanzitutto, la dimensione del Pd?

Da quello che abbiamo rilevato c’è un indubbio effetto Renzi. Dalla sua elezione il Partito democratico è cresciuto di 2,6 punti percentuali toccando quota 29,4%.

Mentre Forza Italia, Movimento 5 Stelle e Nuovo Centrodestra?



Forza Italia rimane pressoché stabile: 23,3% (+0,2 rispetto alla precedente rilevazione); Grillo è in sensibile calo e scende al 21,7%. Infine Ncd si attesta al 5,3% (-0,3 rispetto alla scorsa settimana).

Il Pd, con Renzi, continua a salire…

Questa crescita è dovuta a due fenomeni, diversi fra loro, che si sommano.  

Quali?

Il primo è rappresentato dalle Primarie che hanno portato alla sua nomina di segretario. All’indomani del voto il Pd era già salito dell’1,2%. Dopo un settimana una seconda accelerata ancora più forte (+1,4%). Questo perché Renzi – e si tratta del secondo aspetto da tenere in considerazione – come primo momento di competizione con le altre forze politiche, ha attaccato subito sul campo del Movimento 5 Stelle e di Grillo. Cavalcato dai media e sfidando Grillo sul suo stesso terreno ha raccolto consensi.



Stando ai suoi dati M5S perde molto rispetto alle politiche, dove aveva ottenuto il 25,6%.

Sì, e rispetto alle ultime rilevazioni perde un ulteriore 1,5%. Grillo è quello che maggiormente subisce l’elezione di Renzi. Come detto, Renzi ha insistito sulle questioni sulle quali M5S ha costruito il suo consenso e l’elettorato grillino – in cui si trovano molti ex Pd – è stato attratto dal neo segretario.

Renzi, oltre a rosicchiare voti a M5S recuperando i delusi Pd, toglie qualcosa anche al centro-destra?

In questo momento no. Renzi non prende voti dal centro-destra come invece si sentiva che avrebbe dovuto fare. Invece la nascita di Forza Italia ha fatto recuperare una parte di voti che si erano orientati, come già sottolineato, verso il partito di Grillo. Infatti la somma attuale di Fi più Ncd fa il 28.6%, contro il 21,6% delle politiche. Insomma, molto più alta: è un 7% pieno che deriva, in parte, dagli elettori che si erano astenuti, e in gran parte da chi aveva scelto Grillo. 

Cosa ci può dire invece di Ncd?

Il Nuovo Centrodestra va a pescare nell’area di Scelta Civica che è la forza elettorale che sta più soffrendo.

 

Se c’è, chi è l’anti-Renzi?

Al momento l’anti-Renzi non c’è; non c’è un leader che può stare sulla sua stessa frequenza. Il leader Pd si contrappone agli altri partiti giocando sui loro stessi campi.                                                           

 

Ma Renzi è un valido leader nazionale secondo gli italiani?

L’effetto che ha sul Pd dice molto. Renzi è l’anti-Grillo sul piano del cambiamento (o meglio della rivoluzione) della politica ed è allo stesso tempo un leader che si contrappone a Berlusconi per quanto riguarda la riforma del Paese. Ha il vantaggio di giocare la sua leadership su due fronti e piani elettorali diversi.

 

Il Movimento 5 Stelle rappresenta il terzo polo o è invece possibile la nascita di un soggetto centrista?

In questo momento vedo molto difficile la nascita di un polo di centro che si contrappone al centro-sinistra e al centro-destra. Ora vi sono diverse forme di bipolarismo che convivono fra di loro in uno spazio oltretutto molto ridotto.

 

Ci spieghi.

La prima forma di bipolarismo è rappresentata da Grillo che si contrappone a tutti gli altri (scontrandosi però, anche qui, con Renzi che incarna la rivoluzione). L’altro bipolarismo è invece quelle interno alle istituzioni che riguarda la natura più tradizionale delle stesse. Abbiamo dunque Renzi leader del centro-sinistra e Berlusconi leader del centro-destra.

 

Per chiudere, il gradimento verso Giorgio Napolitano ed Enrico Letta?

Il presidente della Repubblica non è rientrato nell’analisi in quanto abbiamo monitorizzato la situazione del governo. Quindi per quanto riguarda la fiducia sull’esecutivo, questo subisce e sconta i conflitti che ci sono stati all’interno della maggioranza, la pressione che arriva da Renzi (nonostante sia collega di partito del premier) che esprime voglia di cambiamento, e le difficoltà di governare in un momento come questo.

 

Fiducia in calo quindi…

È in calo e lo è da diverse settimane: è scesa al 34,7%. Ma non dobbiamo dimenticare che nel momento in cui è stato dato l’incarico a Letta sono state riposte nel governo diverse attese e speranze, molte delle quali irrazionali e molto difficili da realizzare. In questo momento l’esecutivo paga il non aver risposto a delle attese che ponevano l’asticella molto in alto.

 

(Fabio Franchini)

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