Nessuna paura, nessun ritiro, nessun abbandono del suo posto. E’ stato questo il passaggio forse più significativo dell’atteso discorso di fine anno dI Giorgio Napolitano, l’ottavo dal suo primo mandato, prima volta nella storia della Repubblica italiana che un Presidente “sfora” i previsti sette discorsi, visto che Napolitano si trova al suo secondo mandato. Nessuna paura dunque davanti alle minacce di Beppe Grillo che ancora ieri sera, nel suo “controdiscorso” di fine anno annunciava ancora una volta l’avvio delle procedure di impeachment per Napolitano. Resto al mio posto, non mi faccio intimidire, ha detto invece il Presidente della Repubblica anche davanti ai gossip girati nelle ultime ore di ieri che parlavano di un possibile ritiro anticipato da parte sua. “Resterò presidente fino a quando la situazione del Paese e delle istituzioni me lo farà ritenere necessario e possibile, e fino a quando le forze me lo consentiranno. Fino ad allora e non un giorno di più; e dunque di certo solo per un tempo non lungo”. ha detto. Il discorso di Napolitano è stato poi incentrato sui temi previsti: politica (necessari forti cambiamenti nelle istituzioni, ha detto), crisi (ha risposto a una lettera di un imprenditore che chiedeva che non fossero solo i cittadini a fare sacrifici),  ripresa (“Il coraggio degli italiani è in questo momento l’ingrediente decisivo per far scattare nel 2014 quella ripresa di cui l’Italia ha così acuto bisogno. Coraggio di rialzarsi, di risalire la china”) e infine riforme (quella carceraria e quella della democrazia che, ha detto, rischia una destabilizzazione). Concludendo dicendo che chi dice che lui gode di uno strapotere, fa ridere: “Nessuno può credere alla ridicola storia delle pretese di strapotere personale”. Non mi farò condizionare da ingiurie e minacce, ha concluso. Clicca qui per rivedere il discorso di Giorgio Napolitano



Mancano pochi minuti alla classico discorso di Giorgio Napolitano per la fine dell’anno 2013Un altro anno è quasi giunto al termine, è arrivato il tempo di tirare le somme e di fare un bilancio di quanto il mondo della politica si era prefissato di portare a termine . Nel dicembre del 2012, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, aveva salutato l’anno trascorso con il consueto discorso di auguri cercando di mettere in evidenza quali fossero i problemi sociali, politici ed economici che affliggevano il Paese. Dopo un saluto rivolto a tutti gli italiani, in particolare a quelli che servono la patria dall’estero, ha passato in rassegna i diversi punti da affrontare  nel discorso. Per  quanto riguarda la politica, Napolitano ha dichiarato di volersi astenere da giudizi e orientamenti politici, “un compito che spetta agli elettori”, in modo tale da poter esprimere più coscientemente valori e punti di vista condivisi dalla gente. “Una realtà sociale segnata dalla crisi economica”, nel mondo, in Europa e in Italia, ha costretto moltissime aziende a chiudere i battenti, piccole e medie imprese scomparse per lasciare spazio alla disoccupazione crescente e alla disillusione dei giovani in cerca di una strada. Il 2012 è stato un anno veramente duro dal punto vista economico che ha visto aumentare il numero delle persone che hanno fatto richiesta di cassa integrazione,un crescente costo dei beni primari e del debito pubblico. Napolitano ha cercato anche di mettere in evidenza quanto di positivo è successo durante l’anno, a partire dalla riduzione dello Spread, parole di consolazione per infondere speranza e forza di volontà per una ripresa che possa partire da dal basso. Il dislivello sociale ed economico tra nord e sud è un tema caro alla massima carica del nostro Paese, “poco se ne parla”; la piaga dei “canali opportunistici e clientelari” nel mondo del lavoro che impediscono ai giovani di trovare sbocchi lavorativi, la corruzione, l’evasione fiscale e, infine, i tanto discussi “privilegi ed abusi nella gestione di ruoli pubblici e degli incarichi politici”, un elenco di mali endemici difficili da sradicare nel nostro paese. Il messaggio di Napolitano però è quello di non arrendersi all’evidenza dei fatti, di partecipare  e reagire a questa situazione di disagio affinché le cose possano veramente migliorare. Nella parte finale del discorso c’è spazio per un “pensiero commosso e riconoscente a Rita Levi Montalcini” che ha contribuito positivamente alla causa scientifica, a dare voce al genere femminile così come al concetto di libertà e democrazia. Un nuovo anno sta per cominciare, i propositi sono sempre i migliori ma quello che si fa è sempre troppo poco. 



E’ tutto pronto per il consueto messaggio di fine anno del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Della durata di circa 15-20 minuti, andrà in onda senza interruzioni e a reti unificate (in radio e televisione) in diretta dal Palazzo del Quirinale alle 20.30 del 31 dicembre. Alla stessa ora, però, inizierà anche il discorso di Beppe Grillo, colui che da tempo invoca l’impeachment per il Capo dello Stato. “Il 31 dicembre spegni Napolitano… Accendi le stelle”, recita l’iniziativa del Movimento 5 Stelle. “Quando alle 20 in punto re Giorgio si sarà accomodato sulla sua regale poltrona – si legge ancora – avrà dato un’occhiata al ‘gobbo’ e si sarà schiarito la voce pronto a recitare il suo copione e a rifilarci le sue ‘verità’, noi scegliamo di non ascoltarle”. Forza Italia e Lega Nord, invece, attraverso l’iniziativa del deputato Giuseppe Moles, hanno proposto di spegnere il televisore ed esporre il tricolore nel momento in cui Napolitano prenderà la parola. Quella del centrodestra, ha detto Moles, vuole essere “una forma di dissenso spontaneo, libero, democratico e pacifico nei confronti del presidente Napolitano: la sera del 31 dicembre scegliamo di non ascoltare il messaggio di fine anno del presidente Napolitano, la sera del 31 dicembre scegliamo di appendere il tricolore alle nostre finestre ed ai nostri balconi”. La Rai trasmetterà il discorso del presidente della Repubblica su tutte le reti principali (Rai 1, Rai 2 e Rai 3) e in Alta Definizione su Rai HD, mentre sulle reti Mediaset andrà in onda solamente su Canale 5 grazie ad un collegamento del TG5 al Quirinale. Il discorso sarà visibile anche su La7 e su Sky TG 24.