Dopo 8 anni ecco la sentenza: “Il Porcellum è incostituzionale”, peccato che ci abbiamo votato per ben tre volte. Il decreto della Consulta boccia il premio di maggioranza e le liste bloccate, norme cardine della legge elettorale definita beffardamente “una porcata” dal suo stesso ideatore, il leghista Roberta Calderoli. Nella nota che anticipa le motivazioni della sentenza (che usciranno nel giro di un mese) è stato scritto: “I premi di maggioranza violano il principio di uguaglianza del voto e di rappresentanza democratica, perché chi prende più voti è in grado di eleggere gli organi di garanzia che restano in carica per un tempo più lungo della legislatura”. Inevitabilmente si è scatenata la bufera: il governo attuale è dunque delegittimato, esautorato e abusivo? Beppe Grillo, su tutti, chiede a gran voce la reintroduzione del vecchio Mattarellum (da Sergio Mattarella, suo relatore, su invenzione del noto politologo Giovanni Sartori). Nell’attesa di vedere come il governo affronterà questa nuova grana, sorge spontanea una domanda: quale sarebbe l’attuale composizione del Parlamento se si fosse votato con la vecchia legge? Partiamo con il dire che il Partito democratico – alla Camera – avrebbe ben 120 deputati in meno. Niente premio (incostituzionale) di maggioranza e niente 120 membri in più tra i banchi. Entriamo nel merito. Attualmente il Pd godrebbe, anziché 297, di 177 seggi. I 37 parlamentari di Sinistra Ecologia e Libertà sarebbero la metà. Il tutto andrebbe a vantaggio delle rimanenti forze politiche. Il Movimento 5 Stelle, seconda forza politica del Paese, vedrebbe aumentare i propri rappresentanti di ben 61 unità, passando da 109 a 170 (a solo meno sette dai “dem”). Il Popolo delle Libertà salirebbe a quota 135, partendo da 98. Dai 135 bisognerebbe comunque sottrarre i 29 fuoriusciti che, in dissenso con il ritorno di Forza Italia, hanno fondato il Nuovo Centrodestra. Scelta Civica, che si sta sgretolando, vedrebbe un incremento da 39 a 57, mentre la Lega Nord salirebbe da 18 a 29 rappresentanti.
E a Palazzo Madama? Anche in Senato la storia sarebbe stata…
molto diversa. Il Partito Democratico si sarebbe fermato a 94 (rispetto ai 110 attuali); il Pdl dai 98 di oggi, scenderebbe a 77. Quattro posti in meno anche per il Carroccio (da 17 a 13). M5S ne trarrebbe un grandissimo vantaggio: 54 quelli attuali, mentre 85 sarebbero stati i senatori con il Mattarellum. Anche Scelta Civica si vedrebbe maggiormente rappresentata, passando da 19 a 29 senatori.
Chissà dunque come sarebbe andata l’elezione del presidente della Camera, del Senato e, soprattutto, quella del Presidente della Repubblica. Quel che resta comunque certo è che anche con il Mattarellum, poco sarebbe cambiato: il Parlamento sarebbe stato ingovernabile. Le larghe intese ci sarebbero state per forza di cose, anche se, certamente, con dei rapporti di forza certamente diversi.