Vauro ha chiesto a Dario Fo di scendere dal palco del terzo V Day. Una richiesta figurata, avanzata dal vignettista tramite lettera dopo aver assistito al performance del premio Nobel per la letteratura nel corso dell’evento grillino. Ciò che proprio non ha potuto digerire sono state alcune parole pronunciate da Fo durante il suo lungo monologo: «Dobbiamo vincere, e vinceremo!». E ancora, tutto quel parlare di morti e cadaveri, riferendosi alla classe dirigente, non è stato particolarmente elegante. La risposta dell’attore non si è fatta attendere. In un una lettera pubblicata da Fatto quotidiano ha fatto presente che, pur sapendo bene che quelle parole sono state pronunciate da Benito Mussolini, non vi era nel ripeterle alcun tentativo di emulazione né di banalizzazione dei suoi delitti. «Dire “vincere e vinceremo” è fare una battuta che “sputtana” il gesto tronfio», ha spiegato. Nient’altro che una tecnica, quindi, molto usata – ha specificato – nel mondo da cui proviene. «È tecnica molto diffusa nel teatro: quella di sputtanare se stessi nel momento in cui si produce una forma banale, inaccettabile e volgare. È ironia e uso del grottesco sulla parola “vincere”». Non poteva mancare, ovviamente, un’appendice polemica. Rispetto ai ragionamenti sulla morte, Fo ha sottolineato come uno come Vauro che fa il satirico e conosce tutte e tecniche per provocare non può di certo improvvisarsi moralista.