È in vigore da 8 anni e ci abbiamo votato tre volte. Ma il Porcellum (di Roberto Calderoli, che aggettivò la sua stessa legge come ‘una porcata’) è incostituzionale. A dirlo, con una sentenza, è la Consulta. Premio di maggioranza e liste bloccate – i due capisaldi del testo – sono incostituzionali. La bomba  è esplosa e monta la protesta di Grillo che chiede a gran voce il voto e la reintroduzione della vecchia legge elettorale, il cosiddetto Mattarellum, convinto che otterrebbe la maggioranza per prendere in mano governo e Paese. Il governo pare delegittimato e ora l’esecutivo Letta, già al lavoro per dare all’Italia una legge elettorale in grado di garantire la governabilità, si trova ad affrontare anche questa grana. Il sondaggista Carlo Buttaroni, presidente di Tecnè Italia, analizzala situazione e presenta i possibili scenari. “I cittadini individuavano nel Porcellum i mali della politica. Inoltre La frammentazione politica non è mai stata una cosa che ha colpito positivamente l’opinione pubblica, ma non certo da oggi”. Il punto, secondo il presidente Tecné, è ben chiaro ed è “il poter scegliere, attraverso il voto, chi governa e chi siede in Parlamento”. Ecco dunque che il Mattarellum sarebbe maggiormente gradito.  Buttaroni continua: “La questione dei sistemi elettorali è una questione tecnica; le persone si innamorano dei candidati politici, spesso senza neanche conoscere a fondo la differenza tra Maggioritario o Proporzionale”. Ma nel caso in cui venisse reintrodotto il Mattarellum, chi sarebbe avvantaggiato tra gli attuali schieramenti politici? “Storicamente il Mattarellum – che prevede sia una quota proporzionale che maggioritaria – ha sempre visto il centrosinistra più forte: sul 75% di quota uninominale, è avvantaggiato rispetto al centrodestra”. In poche parole, il Pd (di Renzi?) sarebbe avvantaggiato, ma con riserva. E Grillo, che ne invoca il ritorno, sembra certo di raccogliere più voti, ma Buttaroni non è della stessa idea: “Penso invece che il Movimento 5 Stelle corra qualche rischio in più”. Mentre complicato il discorso di Forza Italia e Nuovo Centrodestra: “Dipende dal tipo di alleanza che faranno. E ricordiamo l’esperienza passata, quando nel ’94 FI si presentò divisa da Lega Nord e da Alleanza Nazionale. I collegi uninominali non sono di facile soluzione per una coalizione fatta di forze politiche diverse tra loro. In questo situazione potrebbe ripresentarsi lo stesso problema”. Nei sondaggi però il centrodestra sembra essere avanti (seppur di poco) sul Pd “È vero, ma il centrodestra si presenta come una coalizione molto più eterogenea rispetto al centrosinistra, dove c’è un grande Partito che calamita i voti dell’area. Insomma, nell’ottica dei collegi è molto difficile mettere insieme diversi partiti”.



La sensazione è che con il Porcellum o il Mattarellum poco sarebbe cambiato: la governabilità sarebbe stata in equilibrio precario, ma Buttaroni precisa: “la parte maggioritaria dei collegi uninominali può dare grandi maggioranze anche con piccoli scarti di voti, e anche in un sistema tripolare come quello attuale. Poi conclude: “Nel caso in cui tornasse il Mattarellum scomparirebbe l’ex Centro, che non avrebbe alcuna possibilità di competere. Una coalizione che ha molti meno voti delle altre non ha alcuna chance di eleggere parlamentari. I collegi uninominali fanno sì che ci possano essere, al massimo, tre coalizioni. Lo scenario politico si semplificherebbe, ma mai dire mai. In Italia succedono sempre cose impensabili”.

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