Caro Sansonetti, innanzitutto la ringrazio delle chiarezza delle domande. Rispondo a mio titolo personale, di appartenente a CL che per varie ragioni non si è mai impegnato direttamente in politica pur essendo amico di molti che lo facevano.

Mi permetto di rispondere partendo dalla seconda parte, quando lei parla di temi morali e temi sociali. Parto da una domanda: perchè sono cristiano? Che cosa mi muove verso il cristianesimo? Perchè sento dentro di me delle esigenze di giustizia, di felicità, di voglia di amare e di essere amato, a cui il cristianesimo (che io ho conosciuto meglio veicolato da persone di CL) si pone come una via perchè queste esigenze trovino una risposta. Il rispetto per me stesso, che scaturisce dal valore di queste mie esigenze e il riconoscimento che esse sono universali, implica un grande rispetto per gli altri e per tutto ciò che ci circonda. Per cui non può esistere una dicotomia tra temi morali e temi sociali: hanno tutto la stessa origine. Non mi sento in sintonia con chi si batte, giustamente, contro lo sfruttamento neo-coloniale e poi ammette che gli embrioni umani siano merce per “ricerca” o per “diritto alla procreazione”, come se qualcuno fosse “diritto” di qualcun’altro, oppure chi è contrario all’aborto ma poi ammette la pena di morte e dicotomie simili.



Allora perchè i “temi morali” possono prevalere in politica sui “temi sociali”? Non so, congettura personale, penso che siano più facili da dire. Mi spiego: contro la disoccupazione vi possono essere diverse ricette tutte teoricamente orientate a sconfiggerla ma diverse fra loro; i temi “morali” sono “paletti visibili”, tolti i quali uno non si fida più delle ricette economiche.



Per rispondere alla prima parte devo fare una premessa autobiografica. Non mi sono mai impegnato in politica anche perchè non ho mai trovato una area in cui identificarmi facilmente. Fin da ragazzino era affascinato dai “liberal” americani che manifestavano contro la guerra in Vietnam, ma analogamente sconvolto dai carri armati per le vie di Praga. L’opposizione che sentivo dentro di me al consumismo ingiusto, colonialista, stupido e violento non trovava una risposta in una sinistra egemonizzata da un inspiegabile ossequio per l’URSS.

L’incontro con CL (1975), importante per la mia fede personale, mi ha anche permesso di conoscere un autore come V. Havel, assolutamente non inquadrabile nell’anticomunismo filo-occidentale. Ma non nascondo che, finchè purtroppo non ci ha lasciati, come politico italiano, mi ispirava più Alex Langer che Formigoni, che pure stimavo.



Vengo al punto. Su Berlusconi ne sono state dette tante, ma la cosa che io detesto di più in lui non l’ha mai detta nessuno: Berlusconi è “brutto”. Di disonesti, autoritari, bugiardi, ce ne sono tanti, la “bruttezza” di Berlusconi è particolare. E non ce l’ho con l’aspetto fisico, poveretto, perchè era già brutto nel ’94: intendo la bruttezza nel senso estetico più profondo. Questo suo voler rivivere un continuo revival degli anni Sessanta, questa sua idea di mondo di utenti-consumatori, questo suo gusto per l’american-way-of-life (ovviamente non quello di easy rider o di Pete Seeger!)  evoca un mondo di cui sento le contraddizioni, provo il disagio, ho sempre sofferto il peso del suo porsi come il migliore dei mondi possibili.

Ma, strano ma vero, Berlusconi, questo grande venditore di schifezze, non mi ha mai costretto a comprarne: è un venditore che cerca di farti un contratto. Erlebins: non ho mai guardato “il grande fratello” come non ho mai guardato il suo omologo Rai “l’isola dei famosi”, ma per questa ho pagato (tramite il canone), con la Rai che afferma pure che il suo è un servizio pubblico.

Quindi capisco come dei politici di CL abbiano potuto “contrattare” uno spazio in politica. A volte, siccome conosco molta gente oltre al sottoscritto, che ha votato per loro, nonostante Berlusconi, mi domando perchè non abbiano “alzato il prezzo” con Berlusconi. Ho una congettura in mente, ma il discorso diventerebbe troppo lungo.

Avrei ancora molte cose da dirle visto che le sue considerazioni sono molto dense, ma per ora le porgo distinti saluti.

 

Roberto Bera

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