Sono le prime avvisaglie di uno scontro interno? Andiamo per ordine: Fratelli d’Italia, il neonato partito generato da una fusione a freddo poco convincente, rinnega, per bocca di uno dei tre reggenti, il passato. Un passato decisamente vicino e presente, dato che Pdl, di cui tutti i militanti della nuova formazione facevano parte fino a ieri, è oggi alleato nella coalizione elettorale. Ebbene, Giorgia Meloni, ospite de Il Sorpasso, su SkyTg24, ha dichiarato: «Anche a me è capitato nel Pdl di vergognarmi dei miei compagni di viaggio, di vergognarmi di quello che il partito faceva, della sua incapacità di capire che la crisi della politica è anche figlia di questa deriva oligarchica che i partiti hanno avuto». Le ha replicato il suo nuovo compagno di viaggio, Guido Crosetto, in maniera ironica ma un tantino seccata: «Giorgia Meloni sbaglia a tirare sassi nell’aia del PdL. Si vede che non è nata in campagna, altrimenti saprebbe che l’unico risultato è che per mezz’ora starnazzano oche, muggiscono vacche, abbaiano cani fedeli o si nascondono i conigli». Abbiamo parlato della giovanissima formazione di destra con Sofia Ventura, docente di scienza politica presso l’Università di Bologna.
Cosa ne pensa di questa polemica interna?
Guardi, mi limito a osservare che Crosetto, per molto tempo, è stato una delle poche persone del centrodestra realmente degne di stima. Al di là delle vicende interne al partito, non posso fare altro che rammaricarmi del fatto che si sia trovato assieme a certi personaggi. Credo che avrebbe potuto trovare di meglio da fare.
Cos’hanno che non va questi personaggi?
Sulla Meloni e su La Russa preferiscono non pronunciarmi. Più in generale, registro il fatto che il partito, di per sé, non rappresenta nient’altro che un semplice epifenomeno, decisamente marginale, del processo di disgregazione del Pdl. Che, oltretutto, curiosamente, si è scisso da Berlusconi per poi stringere un’alleanza con lui.
Non pensa che possa essersi trattato di un’operazione chirurgica e concordata volta a racimolare, complessivamente, qualche voto in più?
Non credo che la separazione sia stata predisposta da Berlusconi. Verosimilmente, si è trattato di un disperato tentativo di alcuni per sopravvivere politicamente.
Fratelli d’Italia potrebbe affermasi come nuovo partito di destra?
Che cos’è la nuova destra? Se Fratelli d’Italia intende rappresentare una destra liberal-conservatrice di stampo europeo, la Meloni e la Russa non mi sembrano di certo le persone più indicate. “Dio, patria e famiglia” è, più che altro, uno slogan tipico della vecchia destra. In ogni caso, non rappresentano neanche quella.
Perché no?
Perché un partito che prenderà il 2% dei voti chi vuole che rappresenti? Vede, il problema è che in Italia si dà credito a realtà che nascono esclusivamente per personalismi o ragioni di sopravvivenza politica e che, giustamente, hanno un seguito esiguo e nel resto del mondo non sarebbero neppure prese in considerazione.
Perché è convinta che prenderanno così poco?
La Meloni e La Russa, indubbiamente, dispongono di un pacchetto di voti personali e se li porteranno dietro, ovunque andranno. Al di là di queste preferenze personali, sfido chiunque a trovare un elettore intenzionato a votare Fratelli d’Italia perché realmente convinto del suo programma, delle sue idee, o della sua cultura politica, e non, semplicemente, perché disgustato dal Pdl. Sta di fatto che non riusciranno neppure a intercettare questo bacino: da un lato, si alleano pur sempre con Berlusconi, dall’altro, attualmente gli scontenti del centrodestra sono prevalentemente intenzionati a votare Grillo.
Crede che in Italia ci sia un problema di rappresentanza, oltre che della destra, anche dei moderati?
Indubbiamente. Il Pdl, ormai, a causa delle sue posizioni ambigue, e in ragione di una leadership adatta alle campagne elettorali, ma incapace di governare, non è in grado di dare rappresentanza al mondo moderato. Un mondo che, altrove, coincide con una destra liberale, conservatrice, capace di rappresentare metà del Paese. Da noi, non esiste nulla di tutto ciò. Temo che, ormai, non resti che auspicare l’implosione definitiva del sistema e che qualcosa rinasca dalle ceneri.
(Paolo Nessi)