Gli ultimi sondaggi, superate le tensioni interne e le varie “epurazioni”, danno oggi il Movimento 5 Stelle al 14,3%, quasi un punto in più rispetto alla precedente rilevazione, confermandolo il partito più popolare tra i giovani. Lo “tsunami tour” di Beppe Grillo va avanti, riempie le piazze e spaventa gli avversari politici che, da Berlusconi a Monti, concentrano buona parte della propria campagna elettorale proprio contro l’ex comico genovese. “Grillo sottrae voti alla parte costruttiva a chi propone soluzioni”, afferma il Cavaliere. “Grillo è un simpatico comico, ma è devastante per la politica italiana”, sottolinea il premier. Sarà anche così, ma sembra ormai altrettanto vero che il fatidico “boom” del Movimento 5 Stelle, in parte già avvenuto, nel corso delle prossime elezioni raggiungerà con il proprio fragore anche le orecchie dei più scettici. Ne è convinto anche Gad Lerner, a cui IlSussidiario.net ha chiesto come si comporteranno in Parlamento i deputati e senatori M5S “una volta passata l’orgia dei festeggiamenti”, come ha scritto proprio il giornalista e conduttore de “L’Infedele” sul proprio blog.



Lerner, a cosa crede sia dovuto il successo di Grillo?

Beppe Grillo è senza dubbio un grande uomo di spettacolo che, come tale, sa perfettamente dosare presenze e assenze. La sua scelta di lasciare la televisione, per esempio, ha indubbiamente creato una grande attesa in quel pubblico televisivo che con lui ha sempre avuto grande familiarità.



Cosa ha prodotto questa attesa dopo la discesa in politica?

Ha fatto sì che tutte le volte in cui una trasmissione si collega in diretta con la piazza in cui Grillo sta tenendo un comizio, immediatamente gli ascolti aumentano, quasi come se le emittenti “scroccassero” a Grillo spezzoni del suo spettacolo. L’ex comico, per altro, può sia fingersene infastidito e, allo stesso tempo, compiacersi dei vantaggi propagandistici che gliene derivano. Lui resta l’uomo antisistema, acerrimo nemico del conformismo televisivo, ma allo stesso tempo ne gode. E’ da questo punto di vista che si vede la sua grande abilità ed esperienza nel manipolare i media prendendoli per la gola.



Come crede sarà il Movimento 5 Stelle dopo essere entrato in Parlamento?

Credo si debba avere grande rispetto per tutti i militanti che si sono candidati e mi rifiuto di pensare che siano tutti dei burattini al servizio del loro capo politico. In questo vedo una netta differenza rispetto ai deputati e senatori neofiti della Lega Nord del 1992.

Come mai?

A quel tempo entrarono in Parlamento parecchie decine di leghisti, ma lo fecero “irreggimentati” da una disciplina di partito rigidissima e guidati da un leader, Umberto Bossi, che a sua volta era presente con grande costanza nel Parlamento stesso.

Quali sono quindi le differenze con Grillo?

Dubito che Grillo si piazzi nel Transatlantico di Montecitorio in pianta stabile. Certamente, soprattutto nelle prime sedute del Parlamento, vedremo qualche scorribanda o iniziativa spettacolare, ma sono dell’idea che i nuovi deputati e senatori del M5S, una volta stabilito di non voler appoggiare nessuna maggioranza di governo e dopo aver tentato qualche spallata per ridurre al minimo i tempi di questa legislatura, saranno pronti ad affrontare di volta in volta i singoli provvedimenti, come hanno già dimostrato in Sicilia. Sono quindi abbastanza fiducioso del fatto che, di fronte a leggi anticorruzione, riforme degli ammortizzatori sociali e altri interventi di giustizia fiscale, gli attivisti parlamentari del Movimento 5 Stelle potranno dare un contributo decisamente positivo.

Crede però che il M5S potrà rivelarsi una formazione compatta in Parlamento?

Non credo che assisteremo a una definita compattezza ideologica, ma credo anche che questo sia un bene. Sono dell’idea che tra i grillini vi siano culture e storie personali prevalentemente di sinistra e che, di fronte a buone politiche, non si tirerebbero di certo indietro.

Ma in questa assenza di compattezza non potrebbero venire a crearsi delle frizioni interne?

Questo è quasi sicuro. Come già vi sono state delle divisioni nella fase precedente alla campagna elettorale, ne vedremo altre anche in futuro. Credo però che neanche Grillo e Casaleggio abbiano immaginato di aver creato un “monolite”, tanto che hanno sempre negato di possedere un progetto di partito.

Quindi?

Quindi è logico pensare che il M5S avrà una sua forte dialettica interna. Anche in base al rispetto delle regole costituzionali, secondo cui il parlamentare è un rappresentante del popolo senza vincolo di mandato, perché i deputati e senatori dovrebbero obbedire a tutto ciò che Grillo dice da Genova? Ammesso e non concesso, inoltre, che dopo il “boom” che senza dubbio farà alle elezioni, Grillo abbia ancora voglia di fare quotidianamente politica come sta facendo oggi.

 

(Claudio Perlini)